1919, Scriveva “Malatestino” sulla « Voce d'Italia » di Salonicco “...quando si scriverà la storia di questo nostro glorioso Corpo di Spedizione, e bisognerà pur scriverla, per mettere nel giusto e meritato rilievo il contributo di valore e di sangue che su questa fronte l'Italia ha portato per la liberazione e la integrazione della Serbia e per la difesa della causa comune dell'intesa; quando si scriverà la storia di questo nostro Corpo di Spedizione, che soltanto il formalismo ufficiale ha continuato a chiamare col nome della prima nostra Divisione sbarcata a Salonicco, io mi auguro che accanto alle fulgide pagine che narreranno la ferrea tenacia e l'ardimento e lo slancio ond'erano animati i nostri soldati, non si dimentichi di mettere in viva luce la feconda ininterrotta quotidiana opera di italianità compiuta dal contegno ammirevole e dall'educazione civile delle nostre truppe combattenti e di occupazione…..”
1928, Scriveva il capitano Mario Apicella "...........perché nessuno si occupa della nostra vita in Macedonia? Perché nessuno parla di quanto fa l’esercito italiano nell’oriente balcanico? Qualche telegramma da Parigi appare ogni tanto sui giornali per dire al nostro paese che anche qua giù il fante sopporta disagi infiniti e combatte senza posa...."
Il Generale Ernesto Mombelli, in un'intervista concessa ad Arnaldo Cipolla, conclude: “..L'Italia riprende in Oriente la sua funzione di grande pacificatrice. Gli immensi sacrifici compiuti dai suoi soldati nei Balcani e compiuti con tutta la nobiltà e il disinteressamento e la dignità di un grande popolo gliene danno pienamente ragione. Grandissima è ancora l'opera che noi possiamo esercitare in Oriente. Con tutto l'entusiasmo le nostre brigate si accingono a farlo. E comunque volgano le vicende future e qualunque sia l'assetto che la Conferenza della pace darà all'Oriente, il ricordo delle opere di guerra e di pace compiute dagli italiani, dai soldati del Corpo italiano di spedizione, rimarrà imperituro”.