Luigi Ascani, classe 1884, fu un caporale della 62° Reggimento di fanteria della Brigata Sicilia. Dopo essere stata impiegata tra i monti del Trentino, la Brigata venne trasferita sul Fronte Macedone nell’agosto 1916 e qui, nel dicembre, andò ad occupare il settore di Monastir (oggi Bitola). Dal 1917 fino alla fine della guerra il settore italiano (pianura, Meglenci, quota 1050, Brùlé e Rocheux) fu presidiato da due brigate in linea ed una in riserva, col periodo di due mesi in trincea e uno a riposo.
Il 9 maggio 1917, la Sicilia partecipò all’attacco frontale alle posizioni degli jager tedeschi di quota 1050. Per tutto il 1918 la Sicilia alternò periodi in linea nei settori pianura della Cerna, Meglenci e quota 1050, con turni di riposo nelle zone di Jaratok e Gniles. I primi di maggio la Sicilia diede il cambio alla Brigata Cagliari ed il 62° andò ad occupare le posizioni a nord del villaggio di Meglenci. Durante tutto il conflitto, queste trincee furono quelle più esposte al fuoco nemico di tutto il settore italiano: fulminei attacchi notturni di fanteria, colpi di mortaio, tiri di cecchini, lanci di bombe a mano concentrati in un sol punto o lungo tutta la trincea, scandivano le ore del fante italiano. Il 21 maggio 1918, durante uno di questi attacchi, il caporale Ascani perse la vita. Lasciava la moglie e le 4 figlie in tenera età. La più piccola non ancora nata quando partì nel 1915 per combattere nella Grande Guerra. Finì la guerra e la famiglia attese invano il suo ritorno, Il Ministero della Guerra decretò per Lui, come per tanti altri giovani militari, la condizione di “Disperso in Guerra”, chiudendo così ogni speranza di conoscere il luogo e la data della morte, il luogo della sepoltura. E con questa spina nel cuore sono vissute e morte tutte le persone che Luigi aveva lasciato. Anche i nipoti, quelli rimasti, in età avanzata, conservavano ormai un ricordo sbiadito di quel giovane nonno visto in una sola fotografia, purtroppo ormai smarrita. Un secolo di buio, come se quel sacrificio non fosse mai avvenuto. Ora il caporale Ascani riposa nel cimitero militare di Salonicco. La famiglia ha potuto colmare il vuoto, in cui è vissuta per tre generazioni, per la solerzia di un pronipote di Luigi che si è imbattuto casualmente a fare ricerche sul presente sito. |
Sono passati 100 anni, ma i suoi famigliari non lo hanno dimenticato.
Al loro caro questa poesia: Ai Caduti in guerra, sepolti da un secolo d’oblio Note del silenzio squillanti e meste avrà intonato il trombettiere ad onorar le spoglie, dei caduti per la Patria in Macedonia, Cima 1050, quando riposo ebbero in terra straniera: a Salonicco. Il loro eco, come il dolore, di chi morì straziato da ferite in quella Cima, privato degli affetti, si spense e cadde nell’oblio. Nelle case da cui partirono solo il calore dell’ultimo abbraccio, sull’uscio, stretto a trattener l’amato, torna a suscitare un fremito. Finì la guerra, finirono tante vite, molti morirono privati della storia. Così la giovane nonna, con quattro tenere figlie, cui prestare cura, dové iniziare la sua dura battaglia, con quel peso nel cuore: mostrar del padre o del nonno ai suoi nipoti, ché altro non poté spiegare, solo un’effigie dal sereno aspetto, che per tutta una vita custodì gelosa. Un tempo lungo tre generazioni è andato. Il muro di silenzio è ora infranto col fluir dei dati nella rete: dai polverosi archivi storie dimenticate affiorano, insperata luce tardiva svela misteri. Ma se il dolore di chi tanto attese non può trovar conforto, un sussulto di gioia e commozione ha in noi destato la vista di una croce bianca, tra le altre fisse a terra, recante un nome tante volte detto, mai visto scritto, riportato alla luce da un pronipote con un clic nella tastiera ed una foto trasmessa attraverso un cellulare. Or che tutto è svelato, pago è il desiderio di onorare il luogo ove fu consumato il sacrificio tra dolore, lamenti e il pensiero rivolto agli affetti suoi più cari. Ma chi delle sue braccia e del suo cuore non ebbe più il calore non avrà certo apprezzato di Mercadante il canto. Mauro Marini 17 Aprile 2018 |