Fronte Macedone 1916-18
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Monumento a Bitola

Il 29 marzo 2019 l'Ambasciata Italiana a Skopje ha inaugurato nel parco centrale di Bitola
​il monumento dedicato alla 35° Divisione di Fanteria.
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L'Ambasciatore Carlo Romeo
Discorso del colonnello Giuseppe Montalto, addetto alla difesa dell'Ambasciata
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Gentili personalità civili, militari e religiose, grazie per essere oggi con noi a condividere l'inaugurazione del monumento posto in ricordo dei soldati italiani caduti in Macedonia durante la prima guerra mondiale. 
 
Voglio ringraziare il sindaco di Bitola Sra Natasha Petrovska, il ministero della Difesa e della Cultura della repubblica della Macedonia del Nord per il loro costante supporto, ASSOARMA che ha finanziato assieme all’Ambasciata d’Italia il progetto, il Gen Gjurchinovski Capo di Stato Maggiore delle Difesa Macedone ed il Comandante di KFOR Gen Daddario , che hanno permesso oggi di avere una rappresentanza di soldati macedoni ed italiani ad onorare ciò che questo monumento rappresenta.
 
Non c'è molto che si possa fare per quella gioventù che così generosamente si è immolata per quei principi di libertà e democrazia che fanno oggi delle nostre società delle società libere. L'unica cosa che ci è dato fare è alimentare e mantenere viva la memoria del loro sacrificio e dei loro ideali.
 
Questa terra è stata bagnata dal sangue di oltre 8000 soldati italiani 3000 dei quali non hanno più fatto ritorno in Italia, come loro altri paesi hanno lasciato qui la loro gioventù da entrambe le parti del fronte. 
 
Molti di noi presenti oggi sono militari, solo alcuni di noi hanno avuto come ho avuto io, il difficile compito di riportare ad una madre il corpo del proprio figlio caduto servendo il proprio paese in terre lontane; questo monumento non è solo un pezzo di marmo, e' il dolore di quelle 3000 madri, spose e figli che hanno dato così tanto della loro vita affinché le nuove generazioni non commettano più gli stessi errori, perché nel dialogo si possa trovare le soluzioni, perché il sacrificio di queste giovani vite rappresenti un insegnamento per il futuro.
 
Che il loro sacrificio, di tutti questi giovani, sia da monito alle nuove generazioni e che si guardi a loro come un perenne faro di virtù, onore e gloria. 
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Dear guests, political, religious, military and civilian representatives thank you for being here today with us and share the inauguration of the monument in memory of the Italian soldiers who died in Macedonia during the 1st WW.
 
I want to thank the Mayor of Bitola Mrs Natasha Petrovska, the Ministry of Defence and of Culture of Republic of North Macedonia who constantly supported us in implementing this project, ASSOARMA who financed together with the Italian Embassy the project, Gen Gjurginovschi CHOD of the Republic of North Macedonia and Gen Daddario KFOR Commander who authorized a representatives of the North Macedonia and Italian army to be here and honour what this monument represents.
 
There is not too much that it can still be done for that youth that such in a generous way sacrificed itself for those principles of freedom and democracy that made of out societies free as they are nowadays.
The only thing we can still do is to maintain alive the memory of its sacrifice and its ideals.
 
This soil has been wet by the blood of more than 8000 Italian soldiers, 3000 out of the did not have the chance to came back to Italy. As they did, many other young soldiers from other countries didn't t come back to their families from both sides of the front.
 
Most of us, who came today in front of this monument are soldiers; only few of us experienced, as unfortunately I did, the feeling to return back to a mother the dead body of a son who died serving its Country  far away from his homeland.
This monument is not just a piece of marble, it is the pain of 3000 mothers, wives and children who gave so much of their lives to the following generations not to do the same mistakes, to find solution to the problems through the dialogue, to make of their sacrifice a lesson for the future.
 
May the sacrifice of these young men, all of them no matter the colour of their uniforms, be for the next generations a light of virtues, honour and glory to look at.  
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