Fronte Macedone 1916-18
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Battaglia di Dobro Pole

FotoBulgarian officers in Dobro Pole
Dobro Pole è un aspro rilievo alto 1800 m con un fronte di circa 9 km compreso tra il monte Sokol e Vetrenik. Qui, nel settembre 1918, si svolse la battaglia considerata decisiva per la sconfitta bulgara. I due schieramenti presentavano un analogo livello di formazione, attrezzature, e motivazione generale, ma i franco-serbi erano 3 volte superiori come numero e consistenza alle forze bulgaro-tedesche (ogni battaglione bulgaro doveva presidiare da 0,5 a 0,8 km di fronte). Probabilmente le truppe bulgare non ricevevano un rancio adeguato alle condizioni operative. Le caratteristiche del terreno facilitano chi difende, ma le batterie franco-serbe posizionate sui monti Pojarski e Golash dominavano le linee bulgare ed in particolare la loro linea di approvvigionamento per Kozjac. In particolare la perdita del controllo della cima Golash, situata alcuni km sud-est di Dobro Pole, fu per le truppe bulgare un vero disastro: il 29° Reggimento di fanteria bulgara Yambol cercò di riconquistare tale posizione occupata dai serbi, ma senza successo. In estrema sintesi, dunque, la superiorità dell’artiglieria alleata, che nel settore Sokol-Vetrenik come numero era 5 volte quella bulgara, e la posizione sulle alture dominanti furono una delle chiavi della vittoria franco-serba.
L’importanza strategica di Dobro Pole dipendeva dal fatto che assieme a Dojran era l’unico accesso alla valle del Vardar  e alla ferrovia che serviva la 1° armata e parte dell’11°. La difesa bulgara fu basata molto, troppo, sui vantaggi offerti dalle caratteristiche del terreno che facevano di Dobro Pole un punto che anche i tedeschi ritenevano invulnerabile. Per questo motivo sia i bulgari che i tedeschi trascurarono la realizzazione di maggiori e più energici sistemi di difesa, come rilevato dal tenente colonnello Boyan Stanchev del 30° Reggimento di fanteria Sheinovo:
“ da due anni nessun progetto per il rinforzo del sistema di difesa è stato sviluppato...solo alcune recenti iniziative sono state prese in vista dell'offensiva nemica..."
Un altro limite-problema delle difese bulgare era rappresentato dall'unica strada di approvvigionamento che correva parallela alla linea del fronte, spesso senza copertura, e rappresentava un facile obiettivo per l'artiglieria nemica.
Anche l’inappropriata disposizione dell’artiglieria e delle truppe di riserva contribuì alla sconfitta bulgara. Sul primo aspetto in alcuni punti critici del fronte 30 cannoni da montagna bulgari dovettero fronteggiarne oltre 150 franco-serbi. Sul secondo, l’errata localizzazione delle truppe di riserva non permise ai bulgari di reagire con contrattacchi efficaci. Il giorno 15 i bulgari contrattaccarono 5 volte, ma senza risultati apprezzabili.

Il comando delle operazioni fu affidato all'11° Divisione tedesca e questo ebbe effetti negativi sul morale delle truppe bulgare, che comunque combatterono eroicamente, e probabilmente anche tra gli ufficiali bulgari. Su quest'ultimo punto il colonnello Dimitar Azmanov scrisse:
"mentre . . . la tragedia nella posizione Dobro Pole stava avvenendo e gli sparsi plotoni, compagnie e battaglioni lottavamo al massimo per la vita o la morte, la sede ed i comandanti superiori (di reggimenti, brigate, divisioni, e gli eserciti) si limitavano ad inviare riserve deboli che avevano a loro disposizione a sostegno delle truppe in prima linea. Dopo di che, non si sono comportati da veri comandanti; si sono persi nel caos dopo la caduta delle principali posizioni difensive. Quello che avrebbero dovuto fare era, con la loro presenza nelle zone più pericolose, dare coraggio alle truppe con esempi di spirito di sacrificio. In tali situazioni, i grandi personaggi e i veri leader si manifestano. . . . Purtroppo, dobbiamo ammettere che gli alti ranghi hanno dimostrato un tale valore in pochissime occasioni e si sono coinvolti nella lotta. . . come ultima riserva."

Perchè il generale Franchet d'Esperey scelse proprio Dobro Pole per "l'offensiva finale"

Dobro Pole presentava un territorio particolarmente difficile, ricco di vette superiori ai 1.800 m. tra cui Sokol, Dobropolje, Vetrenik e Dzena e certamente un punto poco adatto dove scatenare una grande offensiva militare. Nonostante ciò, secondo d'Esperey, rappresentava l’opzione migliore in quanto:
  • a sinistra, a nord di Monastir, bulgari hanno rafforzato le loro linee di difesa ed un attacco lungo la pianura della Cerna avrebbe dato il tempo al nemico per organizzare una difesa insuperabile;
  • a destra, l'area palustre della Struma e il lago di Takinos è difficile da attraversare soprattutto dall’artiglieria. La fanteria avrebbe poi dovuto avventurarsi in un’improbabile scalata dei monti Beles;
  • il settore di Dojran è tenuto dagli inglesi ed il generale Milne è poco propenso a rischiare un attacco frontale alle potenti difese bulgare;
  • Dobro Pole ha difese non particolarmente potenti, soprattutto dal punto di vista dell’artiglieria;
  • conquistando Dobro Pole e le zone circostanti gli alleati avrebbero potuto conquistare facilmente gli importanti depositi bulgaro-tedeschi di Gradsko, Nivolak e Negotin, aprire un corridoio nella pianura della Cerna e persino tagliare la ritirata dell’11° armata tedesca.

Bulgaro-tedeschi
Comandante Generale Todorov
2° Divisione bulgara
3° Divisione bulgara
11° Armata tedesca

​

Totale 26 battaglioni, 11.000 uomini, 245 mitragliatrici, 146 cannoni e 24 aerei
Alleati
Comandante General Louis Franchet d'Espèrey
122° Divisione di fanteria francese
17° Divisione coloniale francese
Divisione serba Shumadia
Divisione serba Timok
Divisione serba Yugoslav

​Totale 76 battaglioni, 36.000 uomini, 756 mitragliatrici, 580 cannoni e 81 aerei.
Picture
Macedonian Front, Dobro Pole Battle
FotoMacedonian front, Bugarian map of Dobro Pole battlefield
Agosto 1918
​Da due mesi gli alleati concentravano pezzi di artiglieria ed altro materiale bellico sulle alture  che da sud dominavano Dobro Pole. Da qui infatti i cannoni alleati potevano battere sia la prima che la seconda linea bulgara. 

​1 settembre
Bollettino del comando bulgaro:
“sul fronte macedone si registra un forte incremento dell'attività nemica specie nel settore delle posizioni serbe. solo il tempo chiarirà se ciò si trasformerà in un attacco verso l'area di Dobro Pole-Vetrenik o una penetrazione verso Prilep.”

Nel dubbio le forze bulgaro-tedesche decisero di rinforzare la seconda linea a Dobro Pole.

14 settembre 
Alle 7:30 di mattina del 14 le batterie franco-serbe iniziarono a colpire le trincee bulgare posizionate su una delle cime dei monti Moglentisa. 80 aerei e quasi 600 cannoni vennero impiegati in questa prima fase che durò 20 ore. Il bombardamento danneggiò il sistema di comunicazione nemico e la prima linea bulgara rimase isolata per più di 12 ore. Le principali difese bulgare comunque resistettero. Nella notte, alcune pattuglie francesi verificarono i danni prodotti dalle granate alle linee di filo spinato che proteggevano le trincee nemiche rilevando diverse aperture sufficienti per l'attacco della fanteria.
Picture
Macedonian front, Dobro Pole
Picture
15 settembre
Alle 5:30 del mattino il Comando delle forze alleate ordinò ai battaglioni di uscire dalle trincee. Il primo attacco si concentrò nella zona presidiata dal 30° ed il 29° Reggimento bulgaro. Nel frattempo la divisione serba Sumadija attaccò il 32° Reggimento nella zona di Vetrenik, la 17° francese il 29° Reggimento al centro e la 122° Divisione francese attaccò le linee del 10° e 30° Reggimento tra picco Sokol e Dobro Pole. Gli alleati quindi concentrarono gli sforzi contro le posizioni nemiche del Monte Schejnovec, che venne conquistato dopo circa 5 ore. Le truppe francesi, supportate dalla divisione serba Drina raggiunsero la prima linea a Sokol. Alle 5 del pomeriggio i francesi controllavano cima Sokol, la seconda per importanza di tutto il sistema difensivo bulgaro. Anche grazie ai lanciafiamme i franco-serbi riuscirono a neutralizzare i nidi delle mitragliatrici bulgare che, sebbene circondati e incapaci di resistere all'avanzata alleata, rifiutarono di arrendersi.

Dal diario di un tenente bulgaro comandante di un plotone di mitraglieri:

"la nostra posizione è scavata nella roccia e siamo ben protetti dal nemico e dal fuoco della sua artiglieria. Abbiamo munizioni, cibo e acqua a sufficienza. Ma siamo una manciata di persone contro un enorme nemico. Comunque lo dobbiamo accettare. Nessuna ritirata. Non scappare. Non arrenderti mai per salvare la nostra vita. Facciamo il nostro dovere verso la nazione e patria….fino alla fine. La mitragliatrice suona un canto di morte al nemico. Un sacco di morti, ma i nemici sono innumerevoli. La nostra posizione è circondata, il cerchio è stretto. Lentamente, con il prezzo del grande sforzo e un sacco di sacrifici, i nemici in avvicinano alla nostra posizione. Finalmente sono riuscito ad avvicinarmi abbastanza da mettere in azione una spaventosa arma: il lanciafiamme. Valorosi guerrieri bruciare nel fuoco, purificate le loro anime volate in cielo al suo creatore……."

Un soldato bulgaro di un plotone di granatieri all’interno di un bunker scavato nella roccia così descrive l’attacco:
 
"Facevo parte di un gruppo di lanciatori di granate ... i francesi hanno circondato la nostra posizione. Prima ci hanno sparato, senza colpirci, poi hanno lanciato granate che sono esplose vicino all'ingresso. Abbiamo risposto con delle pietre ... Stavamo finendo le munizioni; abbiamo preso le cartucce delle mitragliatrici. Il nemico era sopra di noi e lanciava granate. Una di queste cadde davanti alla mitragliatrice che il tenente sta usando; lui continua a combattere e ci incoraggia.
I francesi ci chiedevano di arrendersi. ... Abbiamo visto avvicinarsi all'ingresso un soldato nemico, che sulla sua schiena aveva qualcosa che sembrava uno spruzzatore per le vigne e, nella sua mano qualcosa che assomigliava a una pipa di narghilè. Ci vede e si gira verso di noi – arriva una fiammata, gli uomini bruciano, il bunker è pieno di fumo, le urla sono forti. Non avevamo mai sentito parlare di una macchina del genere………. non sapevo cosa fare. Uomini bruciati, impotenti a difenderci. Terrore e panico, urla orribili. Non si sentiva più la voce del tenente, probabilmente già morto, carbonizzato.
​Con un altro o forse due dei miei compagni, sono riuscito a scappare da una delle porte. Tutti gli altri sono stati bruciati all'interno del bunker ...”



La perdita di molti ufficiali e sottufficiali (alla fine del giorno un solo reggimento aveva perso 45 ufficiali e 1.149 sottufficiali) lasciò molte compagnie senza comandanti. Nonostante ciò le truppe bulgare combatterono con onore come riconosciuto anche  dal Colonnello Kalafatovich, comandante delle truppe serbe: “le truppe bulgare hanno svolto con onore il loro compito ed hanno resistito tenacemente: hanno fatto tutto ciò che umanamente era possibile".
​
A fine giornata, la 122° aveva conquistato Dobro Pole e Sokol, mentre la 17° Divisione coloniale (1°, 3° e 54° Reggimento di fanteria coloniale, il 95° Battaglione di fanteria senegalesi) prese Kravitsa. Anche le truppe serbe, nonostante 5 energici contrattacchi bulgari, raggiunsero il loro obiettivo. La 1° Armata serba avanza sulla riva nord del Lechnitza. Alla sua sinistra, il 42° Reggimento di fanteria coloniale ed un battaglione della 3° Divisione greca prendono le altezze ovest di Gradechnitza.

La battaglia costò alle truppe bulgare circa 6.000 uomini, la metà dei loro effettivi, (3.000 prigionieri e 2.700 morti), mentre le vittime franco-serbe furono meno di 2.000.

L'avanzata alleata dopo Dobro Polje
16 settembre
I serbi avanzano lungo catena montuosa Kozjak e il picco Golo Bilo, mentre i francesi, assieme al 35° Reggimento greco, attaccano il villaggio di Zborsko, ma sono respinti dall'energica reazione bulgara supportata dall'artiglieria pesante posizionata sul monte Preslav.
PictureMacedonian front, Dobro Pole
17 settembre
​Le truppe greche assaltano il monte Preslap dove sono posizionate le batterie bulgare. La guarnigione deve ripiegare verso nord. Senza la copertura delle batterie di Preslap, le truppe bulgare devono abbandonare anche Zborsko.
​Contemporaneamente i serbi della Divisione Timok, conquistato Topolets e avanzano verso Studena Voda, mentre le altre due divisione serbe invadono Koutskov Kamene. 
​18 settembre
La 17° Divisione francese ed il 6 ° Reggimento greco proseguono verso nord occupando i villaggi di Zoviḱ, Staravina e Cebren ed insidiano Makovo, cima 1050 e i Pitons.

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