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Battaglia di Kosturino

Kosturino è un villaggio situato a nord ovest del lago di Dojran, dove nel dicembre 1915 la 10° Divisione Irish, comandata dal generale Bryan Mahon venne sconfitta dai battaglioni della 2° Armata bulgara del generale Todorov. Nella seconda metà di ottobre le truppe francesi avevano occupato la zona di Krivolak lungo il fiume Vardar mentre quelle inglesi presidiavano il passo di Kosturino. L’obiettivo alleato era di far concentrare le forze bulgare sul loro lato meridionale rallentandone l’avanzata e così permettere/aiutare la ritirata dei serbi. Per tutto il mese di novembre l’attività bellica a Kosturino si limitò a sporadici colpi di artiglieria ed il tempo pessimo che interesso la zona per alcuni giorni, forte vento, pioggia e neve, fu il principale nemico per le truppe inglesi. Per molti di questi uomini, già deteriorati dalla disastrosa campagna di Gallipoli, passare dal caldo della Turchia al freddo delle montagne macedoni e la mancanza di adeguata alimentazione, fu devastante: in pochi giorni oltre 20 ufficiali e 1600 soldati furono ricoverati all’ospedale militare di Salonicco.
​

Dal diario dell'ufficiale medio a Kosturino
" nella notte tra il 26 e il 27 è continuato a nevicare. Gli uomini devono affrontare grandi difficoltà e il numero dei ricoveri continua ad aumentare. Il 27 abbiamo organizzato un ospedale presso una casa di Kajali dove si cerca di curare i malati..."
Bulgari
Comandante generale Georgi Todorov
44° Reggimento di fanteria
14°  Reggimento di fanteria
28° Reggimento di fanteria
artiglieria da campo e da montagna
Alleati
Comandante generale Bryan Mahon
10° Hampshires
5° Connaught Ranger
7° R. Dublin Fuciliers
5-6° R. Irish Fuciliers
7° R. Munster Fuciliers
5° R. Inniskilling Fuciliers
FotoMacedonian Front, village of Valandolo
20 novembre
La 30° e 31° Brigata della 10° Divisione Irish avanzano fino ad occupare le line abbandonate di recente dai francesi, sono il fianco destro delle linee alleate. Gli irlandesi vanno ad occupare una zona rocciosa, esposta ai venti freddi e con poca vegetazione.
​Il quartier generale della 10° Divisione era ospitato a Dedeli in una tipica casa turca che dopo un energica pulizia era anche diventata passabile. Il quartier generale della 31° Brigata era invece a Tartali, mentre quello della 30° era a Kajali. La 30° Brigata era posizionata proprio al di sotto della cresta dei rilievi dove il fondo roccioso impediva di costruire delle trincee adeguate. Anche i francesi quando presidiavano la zona avevano utilizzato dei massi per creare dei ripari.

Fraccaroli Arnaldo così racconta:
“…nell’ultima autolettiga trovo soldati che hanno davvero il viso sofferente…questi sono tristi, pallidi, infagottati: sono i malati del freddo. Sono stati presi del male nelle loro trincee avanzate sulla cresta dei monti, che non hanno ancora nessuna comodità. Alla notte si sono avuti, 15, 16 , 18 gradi sotto zero e infuria un vento che flagella. Parecchi uomini ebbero i piedi congelati. È la cosa che i soldati inglesi paventano di più: la sola cosa che paventino. Portati dalle trincee nelle autoambulanze per alcuni di loro fu necessaria l’amputazione. Il freddo era tale che dopo poco tempo nelle autoambulanze le bottiglie di acqua calda che si mettevano ai piedi dei malati congelavano. Ora la guardia in trincea viene cambiata di frequente, e nelle ore di guardia i soldati fanno ginnastica per non farsi intorpidire dal freddo”
27 novembre
Rapporto delle truppe alleate:
"inizia a nevicare. Le difese lungo il ridge (la cresta dei rilievi attorno la cittadina) non sono ancora adeguate per dare conforto ai nostri soldati. I soldati non dispongono di rifugi, ma solo piccoli ripari realizzati utilizzando tessuto impermeabile che regolarmente crollava sotto il peso della neve. Non esisteva legno, lamiere o altro materiale per costruire i rifugi. Le pattuglie alleate e quelle bulgare che esploravano Ormanli si riparavano in case talmente vicine che ognuno sentiva le voci degli altri, ma nessuno combatteva…c’era troppo freddo. In 3 giorni si registrarono 750 casi di congelamento. Gli indumenti caldi che venivano consegnati ai sodati venivano indossati sopra gli altri per non spogliarsi".
1 dicembre
I soldati del 6° Munsters and 6° Dublin Fusiliers della 30° Brigata inglese semi congelati vengono sostituiti in prima linea.
3 dicembre
Le truppe francesi della 156° Divisione, posizionate a Kajali, iniziano a ritirarsi  verso Echelon; il fianco sinistro della divisione britannica resta scoperto. Il 244° Reggimento alle 4 arriva a Kuresnica, dopo avere marciato tutta la notte lungo una strada fangosa e spesso tagliata da corsi d'acqua che dovevano essere attraversati con l’acqua sopra il ginocchio.
4 dicembre
L’artiglieria bulgara inizia a farsi più consistente. La 30° Brigata è sotto il fuoco nemico.
5 dicembre
Rapporto inglese:
"alcuni reparti bulgari hanno attaccato i francesi sull’ala sinistra, altri invece hanno creato avamposti verso le nostre linee per colpirci coi fucili. Noi spostiamo due batterie di cannoni da campagna verso Memisli per contrastare eventuali attacchi bulgari, ma non avevamo cannoni da montagna che qui invece sarebbero stati molto più adatti".
Picture
6 dicembre
I bulgari del 44° Reggimento attaccano il cosiddetto Rocky Peack. All’inizio della spedizione alleata questo rilievo, di grande importanza strategica in quanto permetteva una perfetta visuale delle linee britanniche, era controllato da un battaglione di fucilieri irlandesi, ma da fine novembre, l’arrivo del brutto tempo, la mancanza di qualsiasi tipo di riparo e di difesa obbligarono gli inglesi a lasciare sul posto solo una compagnia con una mitragliatrice. La mancanza di strade e mulattiere, rendeva poi problematico raggiungere la posizione con nuove truppe nel caso di attacco nemico.
L’attacco bulgaro avvenne al pomeriggio. I bulgari riuscirono a conquistare una piccola trincea, ma nonostante i tanti assalti alla baionetta non andarono oltre. Decine di nemici morti rimasero nella trincea. Intanto una compagnia del 7° Royal Dublin Fusiliers fu posta a difesa del burrone di  Kajali ravine, a sud di Kosturino vicino ai francesi, mentre il resto del 7° Royal Dublin Fusiliers fu posizionato a nord di Kajali. 

7 dicembre
Durante la notte, aiutati dalla fitta nebbia che ricopriva il campo di battaglia, i soldati del 44° Reggimento bulgaro si spinsero lungo il pendio del Rocky Peack ed attaccarono gli inglesi alla baionetta. Conquistarono la posizione alle 5,20 del mattino, catturando 1/3 dei soldati inglesi presenti. Velocemente i bulgari portarono sul rilievo cannoni da montagna e mitragliatrici e cominciarono a battere le linee della 30° Brigata che già era sotto il bombardamento dei cannoni da campo posizionati a Cepelli. Il 14° e 28° reggimento bulgaro attaccarono, riuscendo a raggiungere numerosi ripari naturali a poca distanza dalle linee inglesi. Il Generale Mahon, vista l’impossibilità della 30° di mantenere la posizione, invitò il Generale Serrail ad accelerare il ritiro delle truppe francesi lungo il Vardar. Verso le ore 14 la 30° iniziò a ritirarsi verso una nuova posizione tra Cajali e Tatarli a Creta Simonet con una posizione avanzata sulla Crête Rivet. Intanto l’avanzata dei bulgari era trattenuta prima dei rilievi attorno alla cittadina dall’artiglieria da campo inglese. La ritirata inglese avveniva su un fondo di roccia e pietre con i piedi e le mani congelate dal freddo, ma fu favorita dalla nebbia e dalla lenta avanzata nemica.


​Dal diario di un soldato inglese:
"un gran numero di bulgari stava strisciando nella nebbia a meno di 500 iarde da noi. Noi sparavamo serie di 5 serie di raffiche di fucile nella nebbia. Lo stesso faceva l'altra compagnia. Sentivamo i lamenti e le grida nei nemici colpiti. I bulgari tentarono un attacco, ma furono investiti dalle nostre raffiche così scomparirono nella nebbia. Alcuni nostri compagni riuscirono a colpire il nemico con la baionetta..."

FotoMacedonian Front, Bulgarian artilley
8 dicembre
Rapporto inglese:
"il bombardamento bulgaro riprese sulle nostre nuove postazioni vicino a Crete Simonet, che durante la notte erano state rinforzate da 3 compagnie francesi e una batteria di cannoni da montagna. Nel frattempo la densa nebbia impediva di capire i movimenti dei bulgari. Così per evitare un possibile accerchiamento alle ore 17 la 30° Brigata iniziò a spostarsi verso una nuova linea vicino al passo Dedeli. Appena completato lo spostamento i Bulgari attaccarono con i lanciafiamme, ma trovarono le nostre trincee vuote.

9 dicembre
Rapporto inglese:
"la 31° Brigata posizionata a Karabail fu sostituita. La densa nebbia rese difficile questo cambiamento per mancanza di collegamenti e orientamento. Nel frattempo i francesi avevano completato la loro ritirata verso il fiume Boyemia. In ogni caso però le truppe francesi e inglesi erano troppo distanti da Salonicco per poter resistere a lungo".
FotoMacedonian Front, Kosturino dicembre 1915
9-10 dicembre
I francesi furono duramente attaccati dai bulgari sulla linea di Cestovo così la linea alleata di sinistra dovette ritirarsi verso Gevgelia. Gli inglesi avevano il compito di coprire la ritirata francese che però si svolgeva molto lentamente a causa delle condizioni pessime delle strade. I Bulgari prendono il villaggio di Bogdanci nel tentativo di aggirare gli inglesi sulla destra e tagliare loro la ritirata vero Dojran. Il tentativo bulgaro non riuscì solo grazie alla morfologia del territorio.

La ritirata inglese si svolge senza grossi problemi ad eccezione di una compagnia del 9° King's Own Royal Lancaster che a causa di un ritardo nel ricevimento degli ordini di ritirata venne attaccato dalle superiori truppe bulgare. Negli scontri solo 17 uomini della compagnia inglesi riuscirono a riunirsi con il resto delle truppe, 120 uomini e 2 ufficiali furono uccisi o fatti prigionieri.
 Il sergente di questa compagnia scrisse:
"noi trovammo la salvezza sulla strada ed eravamo anche disposti a marciare fino a Salonicco. Quando avevamo fatto meno di 100 iarde un proiettore nemico ci cercava nel buio della notte. Il nostro coraggioso capitano era crollato dalla paura e con un filo di voce disse - non sparare altrimenti siamo tutti morti- Nessuno aveva intenzione di sparare perchè il primo colpo avrebbe significato il nostro massacro. Cosa potevano fare 70 uomini contro un esercito...."

FotoMacedonian Front, 5° Connaught Ranger
11 dicembre
Dedeli è evacuato e la notte arriva alle truppe anglo-francesi l’ordine di rientrare in Grecia, sperando che i Bulgari si sarebbero fermati al confine. La 30° Brigata si ritira a Doiran e da qui, in treno viene trasportata a Salonicco. Il comando della brigata abbandona la città 10 minuti prima dell’arrivo dei bulgari. 15 addetti alle cucine inglesi che a Dedeli si erano alloggiati al caldo in una casa, quando aprirono la porta trovarono la strada piena di bulgari. La sorpresa fu tale che riuscirono a dileguarsi nella nebbia. Circa 100 soldati inglesi furono invece catturati ed internati nel campo di concentramento di Plovdiv.

Nelle operazioni dell'inverno 1915 gli alleati persero 6.174 uomini, dei quali 1.209 erano inglesi. Particolarmente colpiti furono il 5° Connaught Ranger e il 10° Hampshires che persero più della metà dei propri effettivi.
Da questo momento la Serbia era completamente sotto il controllo di Austria, Germania e Bulgaria. Sebbene il comandante in capo, generale Nikola Zhekov, insiste per sfruttare il successo del generale Todorov al fine di garantire il fianco meridionale dell'esercito bulgaro ed allo stesso tempo negare al nemico la possibilità di riorganizzare le sue forze, il Comando tedesco impone all'alleato bulgaro il concetto di "difesa delle operazioni". In tal modo l'esercito bulgaro inizia a preparare numerose posizioni difensive lungo il confine con la Grecia, che sarà ricordato come il Fronte macedone.

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