Nella primavera del 1917 il generale Sarrail, anche su probabili pressioni da parte della stampa franco-britannica, lanciò un’offensiva alle principali postazioni bulgaro-tedesche del Fronte Macedone. Dopo la conferenza franco-britannica di St. Jean de Maurienne (19 aprile) Serrail e Milne decisero di attaccare in 3 settori:
zona compresa tra il lago Prespa ed il lago di Ohrid;
valle di Pelagonia (Monastir);
zona del lago di Dojran.
Alcuni km ad ovest della città di Dojran, si tenne la cosiddetta seconda battaglia di Dojran caratterizzata da due offensive principali: la prima tra il 22 ed il 26 aprile, la seconda tra l’8 ed il 9 maggio. In entrambi i casi le divisioni britanniche furono pesantemente sconfitte dalle truppe bulgare che da poco più di 2 mesi erano guidate dal colonnello Vazov (fu nominato generale il mese seguente).
Dal diario del generale Vladimir Vazov, dopo aver assunto il commando della 9° Divisione Pleven nel settore di Dojran: “in ogni combattimento, specialmente nelle posizioni di difesa, la preparazione è il principale fattore per il successo….la preparazione dovrebbe comprendere: un aumento delle fortificazioni, della posizione e l’opportuna organizzazione delle difese; la continua vigilanza del campo di battaglia e le comunicazioni tra le varie unità (fanteria, artiglierie ecc..) e i loro comandanti; la programmazione e preparazione della fanteria per veloci contrattacchi; la preparazione dell’artiglieria per fornire un tempestivo supporto alla fanteria in ogni situazione; il mantenimento alto del morale delle truppe convincendoli della forza della loro posizione, della certezza nella vittoria. Durante le mie ispezioni ho sempre ripetuto agli ufficiali ed ai soldati che la loro posizione era sufficientemente robusta, difesa da un numero sufficiente di soldati e da difese solide”.
Dal diario di un soldato inglese: “…25 aprile 1917, ho raggiunto alle 6,30 il campo dove abbiamo costruito delle strutture per contenere migliaia di prigionieri bulgari, ma c’è solo un bulgaro che probabilmente ha disertato…”
Obiettivo della battaglia era la conquista della postazione bulgara chiamata Kalatepe (Grand Couronne) e di Petit Couronne che rappresenta il principale bastione nemico. Al momento dell’offensiva gli alleati controllano la collina denominata Tortue conquistata l’anno precedente nella prima battaglia di Dojran.
Gli inglesi impiegano 3 divisioni così schierate:
26° Divisione, 78° e 79° Brigata attacca il settore tra il lago di Dojran e la linea di Jameax Ravinne;
22° Divisione, 66 Brigata attacca il settore tra la linea di Jameax Ravinne ed i rilievi di Pip Ridge;
60° divisione 2/20 effettuano un attacco diversivo a Mackukovo Salient, tra il fiume Vardar e Dojran.
A supporto della fanteria, circa 45.000 uomini, vi sono circa 200 cannoni, la maggior parte dei quali di piccolo-medio calibro, e 400 mitragliatrici.
Le postazioni bulgare sono presidiate dalla 9° Divisione Pleven con 30.000 uomini 150 cannoni e 130 mitragliatrici, così schierati:
1° Brigata, con 48 cannoni, da Varovita a Karakondzho (4 km) 57° Reggimento (3 compagnie) a destra del fiume Vardar fino a Varovita (13 km);
2° Brigata, con 76 cannoni, 19 mortai e 52 mitragliatrici 34° Reggimento a sinistra di Karakondzho fino al lago di Dojran (9 km).
Aprile
Macedonian front, Bulgarian bunker
21-22 aprile Le batterie britanniche iniziano a bombardare le posizioni bulgare Nerezov”, “Knyaz Boris” e “Pazardcik” del settore di Dojran. 2 giorni di bombardamento causarono ampi passaggi nelle linee di filo spinato, neutralizzarono diversi punti di osservazione, ma intaccarono solo superficialmente i rifugi e le postazioni di artiglieria e delle mitragliatrici bulgare: i cannoni inglesi, la cui maggioranza era di piccolo-medio calibro, non poterono creare seri problemi ai bunker nemici scavati direttamente nella roccia e rinforzati con travi di cemento e ferro. A tal scopo il generale Milne aveva chiesto nuove batterie di obici pesanti in grado di frantumare le strutture in cemento, ma non venne ascoltato dal comando alleato.
Macedonian front, Bulgarian howitzer
Macedonian front, Bulgarian howitzer
Macedonian front, Dojran map
23 aprile Continua il tiro delle artiglierie alleate alle linee bulgare. Ciò per impedire che i genieri bulgari riparassero gli squarci nelle linee di filo spinato.
24 aprile Di notte, scatta l’attacco della fanteria britannica:
7/Wiltshire, il 12/Hampshire e il 10/Devons attaccano sulla destra, nel settore della 79° Brigata–lago di Dojran–Petit Couronne;
il 7/Royal Berkshire e l’11/Worcesters nel settore della 78° Brigata, a sinistra della 79°;
il 13/Manchesters e l’8/King’s Shropshire Light nel settore di Deljeli-Mamelon.
Le difese bulgare, ben organizzate da mesi di lavoro, addestramento e consolidamento delle posizioni, cedono al nemico solo alcune trincee attorno a Petit Couronne. Le zone dove il filo spinato era stato distrutto dal bombardamento erano presidiate da nidi di mitragliatrici bulgare e per la fanteria inglese era impossibile avanzare. L’avanzata del 7/Wiltshire del 12/Hampshire è disperata. Le poche truppe che riescono a raggiungere le pendici del Petit Couronne vengono illuminate dai riflettori bulgari e travolte dal fuoco delle mitragliatrici e dei mortai da trincea. Anche per il 10/Devons, il 7/Royal Berkshire e l’11/Worcesters lo scenario non cambia. A complicare la situazione è la mancanza di comunicazione tra molte delle compagnie che attaccano ed i loro comandanti: in alcuni casi non si sapeva nemmeno la loro posizione.
Un capitano inglese così descrive lo stato delle propri trincee: “…qui è tutto pieno di morti e di feriti di diverse compagnie. Siamo ancora sotto il fuoco nemico e per adesso è impossibile stabilire il numero delle perdite”.
Macedonian Front, Bulgarian bunker in Dojran
25-26 aprile I bulgari trasferiscono truppe fresche di riserva nel settore sotto attacco. Di notte scatta il contrattacco bulgaro. Alle 4,00 il 10/Devons si ritira dal Petit Couronne, finendo così l’attacco della 26° Divisione. Il veloce impiego delle riserve, secondo il sistema difensivo organizzato dal generale Vazov, risulta determinate per la vittoria bulgara. I britannici non riescono a mantenere le poche posizioni conquistate ed alle 8 di mattina del giorno successivo si devono ritirare nelle posizioni iniziali. Durante il pomeriggio del 25 e tutto il 26 si effettua la raccolta dei feriti e dei morti nella “terra di nessuno”.
Dal diario di caporale inglese: “….cercammo di scegliere una strada non esposta al nemico, ma le ultime 1.000 yards erano in campo aperto. Pensammo che l’unico modo era procedere sicuri difronte al nemico sperando di farla franca. E così successe. I barellieri raggiunsero il soldato ferito, lo caricarono sulla barella…e fu un sollievo sentire che i bulgari dalle loro trincee facevano il tifo per noi….”
L’offensiva non modificò il settore di Dojran ed in due giorni di attacchi di fanteria le divisioni inglesi persero circa 3.000 uomini. Le perdite bulgare sono di circa 800 uomini.
Dal diario del maggiore Nedeff, prime ore del 25 aprile, contrattacco bulgaro attorno al villaggio di Doldzeli: “…il Comando ha ordinato di contrattaccare per riprendere le posizioni perse…alle 23,50 il contrattacco ha inizio….alle 3 del 25 aprile le posizioni occupate dai britannici sono riprese…..il nemico contrattacca, supportato dall’artiglieria…..le nostre truppe mantengono la posizione…”
Maggio
6 maggio Le batterie inglesi iniziano a bombardare la zona tra il lago e Pip Ridge dove attaccherà la 26° Divisione. Alla battaglia partecipano: la 26° Divisione con al 77° e 78° Brigata e la 22° Divisione con la 65° e 67° Brigata.
Macedonian front: Dojran attack 8th May
8 maggio Alle 21,50 le fanterie inglesi iniziano ad avanzare. La 77° Brigata della 26° Divisione attacca con 3 battaglioni
11 Scottish Rifles a destra due compagnie entrano nelle trincee nemiche, ma devono velocemente ritirarsi a causa del bombardamento bulgaro. Vengono persi quasi tutti gli ufficiali
12 Argyll e Sutherland al centro conquistano diverse trincee e rifugi bulgari e cercano di tenere la posizione
10 Black Watch a sinistra registra pesanti perdite e pochi progressi.
Alle 23 tutti gli uomini della 77° rientrano nelle linee inglesi per riorganizzare un successivo attacco. Alla sinistra della 77° Brigata, 3 compagnie del 7° Ox&Buck superano la linea della Tortue e si portano verso la Petit Couronné. A causa dell’interruzione dei collegamenti tra i comandanti di compagnia e il HQ, le tre compagnie anticipano l’attacco e vengono pesantemente colpite dal fuoco amico. Contemporaneamente la 65° Brigata della 22° Divisione attacca con il 8° SWB, il 9° King’s Owen (Royal Lancaster) e il 12° Lancashire Fisiliers la parte centrale delle linee nemiche. Mentre la 67° Brigata attacca la zona del Roach Back riuscendo, nonostante il bombardamento bulgaro, a consolidare le posizioni. Alle 22,15 una compagnia del 7° SWB avanza verso il villaggio di Krastali, ma investita dal fuoco delle mitragliatrici nemiche deve ripiegare.
9 maggio Alle 0,25 il Maggiore Homan alla testa della 3 compagnie del 7° Ox&Buck viene colpito a morte. Alle 2,00 i superstiti del 7° SWB rientrano nelle trincee di partenza. Con soli 3 ufficiali e circa 150 soldati le truppe inglesi mantengono le posizioni in attesa dei rinforzi che arrivano verso le 3,3: si tratta del 7° Royal Berkshire dalla Tortue hill. Alle 5 è previsto un ulteriore attacco a Petit Couronné. Gli inglesi conquistano facilmente l’intera prima linea nemica, ma come successo negli attacchi precedenti il pesante bombardamento bulgaro rende impossibile tenere le nuove posizioni. Alle 12 arriva l’ordine di abbandonare la collina che si completa solo verso le 15, anche il rientro nelle posizioni di partenza è reso difficile dal bombardamento nemico.
Un ufficiale inglese racconta: “………….nessuno di coloro che erano nelle trincee di Tortue hill dimenticherà la processione di barellieri che portavano ufficiali e soldati feriti da Petit Couronné”.
In questa fase della battaglia la 77° Brigata perde 15 dei suoi 16 ufficiali e 456 uomini su 530. Durante il giorno i bulgari effettuano modesti contrattacchi che non modificano i trascurabili progressi ottenuti dalle divisioni inglesi. In due giorni gli inglesi persero quasi 2.000 uomini, mentre bulgari circa 500.
Il comando inglese così identificò le principali cause della sconfitta:
Efficienza delle fortificazioni bulgare
Artiglieria inglese inadeguata - i rifugi bulgari erano praticamente integri
Mancanza di comunicazione tra la fanteria e l’artiglieria
Mancanza di comunicazione tra gli ufficiali di compagnia ed il HQ – i telefoni da campo non funzionarono e gli ordini venivano inviati tramite segnali luminosi spesso ostacolati dalla foschia prodotta dai bombardamenti