1 novembre Nell’enciclica “Ad Beatissimi Apostolorum Principis”“padre di tutti gli uomini” il Papa esprime il suo “palpito di affetto e di desiderio per la salvezza di tutti gli uomini”, condannando la guerra ed insistendo sul dovere della pace; rivolgendosi, come primi destinatari di queste indicazioni, ai cattolici perché esprimessero uno spirito di fratellanza ed ai governatori perché cercassero con onestà altre vie per gli scopi della loro politica, consigliò le vie da seguire per tornare alla pace: rinuncia agli egoismi nazionali ed adozione del confronto e della trattativa. Nonostante il suo invito, i Vescovi di Francia e Germania avevano già benedetto i rispettivi eserciti, molti Vescovi assunsero un atteggiamento contraddittorio.
2-3 Novembre Le forze dell’Intesa dichiarano guerra alla Turchia.
3 novembre Unità navali britanniche bombardano i forti ottomani di Kun kale e Seddulbahir nello stretto dei Dardanelli. Vengono uccisi 86 soldati turchi.
5 novembre I turchi iniziano a posare le mine anti nave nello stretto dei Dardanelli.
6 novembre Alle prime ore del mattino un forte attacco di fanteria nemica verso quota 708. Durante il giorno, le unità austro-ungariche occupano Gucevo. Le unità di serbe si devono ritirare oltre la riva destra del fiume Stira, ma fermano l’avanzata nemica. Anche Loznica, occupata dal nemico, viene evacuata. La situazione rimarrà invariata fino alla battaglia di Kolubara.
6 Novembre Battaglia di Kolubara-premesse: l’esercito austro-ungarico prepara la successiva invasione del paese con un pesante bombardamento della frontiera serba.
7 Novembre Battaglia di Kolubara: la 5° e 6° Armata Austro-ungarica attraversano la Drina. Le truppe serbe carenti di munizioni ed equipaggiamento sono costrette ad una ritirata strategica posizionando poi la 3° Armata lungo il fiume Jadar nel tentativo di bloccare l'avanzata nemica verso Valjevo. La 1° Armata serba si ritira invece più all’interno.
8 Novembre Battaglia di Kolubara-premesse: gli austro-ungarici attaccano la 2° Armata serba penetrando nel territorio per circa 1,5 km dove si trincerarono alle pendici del monte Cer. La 2° Armata riceve l'ordine di resistere il più possibile per poi ritirarsi sulla riva destra del fiume Dobrava a difesa di Valjevo. Anche sugli altri fronti i serbi si ritirarono. Il piano del generale Putnik è quello di permettere l’avanzata del nemico in modo da allungare la loro prima linea dalle retrovie rendendo così sempre più problematico il trasferimento delle truppe, dei cannoni e dei rifornimenti.
10 Novembre Battaglia di Kolubara-premesse: Putnik ordina di ritirarsi dalle posizioni dello Jadar e posiziona la 1° e 3° Armata ad ovest di Valjevo. Nel frattempo l’Armata Užice si schiera nei pressi dell’omonima cittadina. Uno degli obiettivi degli austriaci è la conquista della ferrovia Obrenovac–Valjevo, grazie alla quale è possibile trasferire velocemente i cannoni sui diversi fronti. Dopo giorni di pesanti bombardamenti e marce forzate in mezzo al fango, con i vestiti inzuppati di acqua gelida e con le munizioni contate, il morale delle truppe serbe è a terra. Putnik comprende che è necessario recuperare energia e morale, così decide di abbandonare Valjevo e di ritirarsi sulla riva destra del fiume Kolubara. Durante la ritirata i serbi distruggono i ponti e tutto ciò che poteva essere riutilizzato dal nemico, ma sono costretti ad abbandonare gran parte degli armamenti più pesanti. Verranno poi riforniti dai francesi nei giorni successivi. Il comando serbo decide di posizionare la linea di difesa nei pressi di Kolubara perché alcuni mesi prima avevano qui costruito alcune importanti strutture difensive ed il terreno assicura una buona posizione a chi difende esponendo invece in campo aperto gli attaccanti. In ottobre poi i serbi avevano migliorato le difese nelle zone di Jeljak and Maljen e ciò dava loro il controllo della strada per Kragujevac. Anche le strade per Nis erano state rafforzate.
14 novembre Il sultano e Califfo Mehmed VI proclama una "jihad" contro Russia, Francia e Gran Bretagna.
15 novembre Battaglia di Kolubara: gli austriaci entrano a Valjevo. La cattura di questa importante città fa credere ad una rapida capitolazione della Serbia. A Vienna si organizza una cerimonia.
16 Novembre Inizia la battaglia di Kolubara, considerata la più importante combattuta dai serbi durante tutto il conflitto. Gli austriaci attaccano la cittadina di Lazarevac, difesa dalla 2° Armata serba, allo scopo di avere accesso diretto alla linea ferroviaria per Mladenovac. Più a sud, gli austroungarici attaccano la 1° Armata serba impiegando però il grosse delle truppe sul fianco destro e trascurando quello sinistro che viene pertanto rapidamente rinforzato dai serbi contro ulteriori attacchi.
18 novembre Battaglia di Kolubara: di notte gli austro-ungarici spostano ulteriori reggimenti verso Lazarevac.
19 novembre Battaglia di Kolubara: il mattino gli austro-ungarici conquistano una posizione di maggiore altezza rispetto alle difese serbe nei pressi di Vrače Brdo. L’obiettivo è quello di spingere i serbi oltre la città di Gornji Milanovac.
20 novembre Battaglia di Kolubara: la 1° Armata serba deve ritirarsi lasciando così al nemico libera la strada verso Kragujevac.
21 novembre Battaglia di Kolubara: un nuovo attacco costringe i serbi ad indietreggiare permettendo agli austro-ungarici di avanzare fino al monte Maljen dove era trincerata la 1° Armata serba
24 novembre Battaglia di Kolubara: dopo tre giorni di combattimenti, l’armata serba deve abbandonare monte Maljen. Potiorek ritiene erroneamente che i serbi sarebbero capitolati in pochi giorni. Non considera però le pesanti perdite subite dalle sue truppe e la difficoltà logistiche dovute alla grande distanza tra il fronte e le retrovie che rendeva estremamente complesso il trasporto dei materiali e la sostituzione delle truppe esauste dopo giorni di combattimento. A differenza della 1° Armata costretta al ritiro, la 2° e la 3° Armata avevano brillantemente fermato l’avanzata nemica, così Potiorek decise di rinforzare le armate nei pressi di Lazarevac per poi lanciare l’attacco decisivo a Kragujevac. Gli attacchi a Lazarevac si intensificano, ma i serbi riescono a mantenere le posizioni. Per mantenere alto il morale delle truppe, oramai senza munizioni, Putnik promette che i russi avrebbero mandato nuovi proiettili per cannoni.
26 novembre Battaglia di Kolubara: gli austro-ungarici cercano di attraversare il fiume Kolubara, ma il contrattacco serbo li costringe a rientrare nelle posizioni iniziali. Per gli austriaci l'attacco ha esito disastroso: perdono quasi il 50% dei loro effettivi.
27 novembre, Battaglia di Kolubara: I serbi attaccano a Čovka e a Vrače Brdo costringendo il nemico alla ritirata. Nel frattempo però, di notte, la 6° Armata austro-ungarica attacca su tutto il fronte. Le truppe di Potiorek si avvicinano a Belgrado.
29 - 30 novembre Battaglia di Kolubara: la capitale è oramai indifendibile, così il governo serbo ordina l'evacuazione di Belgrado Anche la popolazione fugge verso Nis. L’assemblea Nazionale si insedia nel locale dell'ex circolo ufficiali.
Fine novembre Si registrano i primi casi di tifo tra la popolazione serba in fuga dai territori controllati dagli austriaci. Nel corso del conflitto l’epidemia di tifo fece in Serbia oltre 20.000 vittime