Ottobre il Comando interalleato decide di chiedere all'Italia l'invio di un grosso contingente formato da almeno cinque divisioni (pari a circa 100.000 uomini). Ma la richiesta viene inizialmente respinta dal governo di Roma, preoccupato per la forte crescita delle spese militari, e dal generale Cadorna che temeva, non a torto, di dovere sguarnire i fronti del Trentino e del Friuli. Inoltre l'Italia era già impegnata in Albania dal 1914.
Contrario all’intervento italiano è il Ministro della Guerra Zuppelli che scrive al generale Cadorna:
“S.E. Sonnino mi ha fatto oggi cenno di una richiesta fatta dal Presidente del Consiglio di Grecia di un aiuto militare alla Serbia di 150.000 uomini nelle attuali difficilissime contingenze in cui la Serbia si trova in questo momento…. Osservai che, presi una volta nell’ingranaggio di una guerra balcanica vi saremmo, per forza di cose, trascinati senza limiti di tempo né misura: i 20 o 25.000 potranno divenire 100 e 150.000 per forza di cose e qualunque possano essere i limiti pur convenuti inizialmente – anche l’onore stesso delle nostre armi e del nostro Paese può costringerci a continuare a mandare forze ed a non desistere dall’azione nei Balcani una volta intrapresa…. Ritengo che S.E. Sonnino si sia persuaso di queste difficoltà gravissime di ordine tecnico, ma certo dovrà considerarle anche in rapporto alle conseguenze che potrà portare la mancanza dell’aiuto alla Serbia od anche solo la nostra astensione anche in relazione agli aiuti, soprattutto finanziari, che noi chiediamo alla Francia ed all’Inghilterra. Come V.E. vede la questione è di una gravità estrema ed è perciò che S.E. Sonnino desidera avere il Suo altissimo e competente parere al riguardo…”
Cadorna, contrario alla spedizione in Albania, è invece favorevole ad un intervento italiano in Macedonia
“convengo pienamente con S.E. il Ministro degli Esteri nell’opportunità, data la situazione politica e militare che va delineandosi per effetto della entrata in guerra degli Stati balcanici, di concorrere con le nostre armi ad appoggiare direttamente la Serbia nell’imminente conflitto, tanto più che questo nostro aiuto potrà essere validamente sfruttato sia dal punto di vista politico e sia da quello finanziario, essendo ovvio – in relazione a quest’ultimo punto – che si possa richiedere all’Inghilterra ed alla Francia il ricambio di un aiuto finanziario, ben altrimenti efficace di quello fin qui prestatoci. Naturalmente il nostro contributo militare dovrà essere proporzionato a quello che in misura più elevata dovranno prestare la Francia e l’Inghilterra. …l’Italia potrà concorrere ad aiutare la Serbia con una grossa divisione, composta da tre brigate di fanteria, di un paio di battaglioni bersaglieri, di una adeguata dotazione di artiglieria e servizi vari, in guisa da raggiungere, in complesso, l’effettivo di trenta mila uomini circa….”
Anche il re Vittorio Emanuele III si pronuncia sulla questione scrivendo al Presidente del Consiglio Salandra: “facendo seguito al mio telegramma di ieri voglio dirle che ho veduto una lettera del generale Zupelli al generale Cadorna intorno alla questione dell’invio di nostre forze nella penisola balcanica, e la lettera in risposta dal generale Cadorna. In questa risposta il generale Cadorna dice si potrebbe anche fornire un concorso armato in misura più larga di quello da me indicato, ed il generale Cadorna risponde in tal senso perché la lettera del generale Zupelli prevede il caso che il nostro concorso non sia immediato. La informo di questo perché ella conosca la ragione della differenza fra quanto le ho telegrafato e la lettera al ministro della guerra. Come ella avrà veduto, i fortunati successi dei francesi si svolgono secondo quanto mi aveva detto il generale Joffre.
Ottobre Il generale Hamilton si rifiuta di evacuare Gallipoli. Viene così sostituito dal generale Charles Monro che inizia il trasferimento delle truppe da Gallipoli a Salonicco.
2 ottobre Il Primo ministro greco Venizelos autorizza lo sbarco alleato a Salonicco.
Ottobre Fraccaroli Arnaldo così descrive Salonicco: “ ...la citta brulica di soldati greci, perché il Governo greco ha rovesciato qui una infinità di truppe. Ma brulica soprattutto di soldati francesi e inglesi. Fanteria francese, fanteria inglese, artiglieri, aviatori, zuavi, australiani. Uniformi kaki e uniformi azzurre. Alla notte, i pattuglioni di sorveglianza sono formati su tre file: soldati greci, soldati francesi, soldati inglesi, è l’unica cooperazione che si noti. In tutto il resto si rivela invece una brillante indifferenza. Le truppe greche hanno ricevuto l'ordine di salutare gli ufficiali degli Alleati, e li salutano. Ma pochi ufficiali greci scambiano il saluto con i colleghi delle truppe di sbarco. Gli ufficiali francesi salutano abbastanza, quelli inglesi non salutano affatto. “..la popolazione è prevalentemente per l’Austria e la Germania. Dei duecentomila abitanti di Salonicco almeno settantamila sono ebrei quasi tutti tedeschizzati. Per odio verso la Russia che maltrattava gli ebrei…dicono”
3-4 ottobre Dopo la conquista di Karajakos, alcune brigate della 10° Divisione Irish conquistano il villaggio greco di Yenikoi.
4 ottobre La situazione a Salonicco è curiosissima: mentre gli Alleati compiono qui le operazioni di sbarco e accampano le loro truppe, e organizzano con disgraziata lentezza In spedizione balcanica. I consoli di Austria di Germania di Turchia di Bulgaria stanno qui a guardare. Ed è logico, la città, par avendo l’aria di essere occupata dagli alleati appartiene, almeno formalmente, alla Grecia: e la Grecia è neutrale. I sudditi imperiali furono immediatamente convocati al Consolato austriaco tutti gli austriaci e i tedeschi di Salonicco e tutti ricevettero l'ordine di fare le valige e di tenersi pronti a partire. Le valige vennero preparate, qualche casa si chiuse. Ma gli Alleati sbarcarono senza occuparsi d'altro, I consoli imperiali ripresero fiato, i sudditi imperiali si rinfrancarono, e dopo una settimana — rassicurati completamente riprendevano la vita di prima. La quale per i consoli imperiali, e anche questo è logico, consiste nell'esercitare lo spionaggio suite operazioni degli Alleati.
Macedonian Front, Thessaloniky port
5 ottobre Sbarcano a Salonicco la 156° Divisione di fanteria francese e la 10° Divisione Irish provenienti dall’area dei Dardanelli. La costituzione di una testa di ponte alleata in territorio greco, oltre a garantire la difesa dell’importante scalo marittimo, doveva rappresentare un chiaro segnale al re greco Costantino orientato verso l'Austria e soprattutto per la Germania, avendo egli sposato la sorella del kaiser Guglielmo. Complessivamente le forze alleate presenti a Salonicco erano contavano circa 40.000 uomini.
II porto è in mano degli inglesi, le banchine sotto in mono dei francesi, II terreno intorno alla città è popolato di accampamenti francesi o inglesi, le ferrovie sumo quasi completamente ingombrate dai trasporti francesi e inglesi. Gli inglesi hanno seminato mine all’ingresso del porto. Hanno sbarrato le vie d’acqua: non si entra e si esce per via di mare se non si è guidati da una torpediniera inglese. Le navi da guerra greche, se volessero entrare a Salonicco dovrebbero essere guidate dagli inglesi.
5 ottobre Arnaldo Fraccaroli scriveva: Entrando a Salonicco Aspettate la torpediniera "...II porto è sbarralo da tutto un labirinto di mine c di reti: per entrare bisogna tarsi guidare. L'hanno sbarrato gli Alleati ancora il giorno stesso del primo sbarco, il 5 Ottobre. Lo sbarramento e complicatissimo. Gli ufficiali di bordo lo dichiarano un capolavoro. Ed ecco, sottile c svelta, la torpediniera che si avanza per guidarci attraverso al pericolo. E’ una torpediniera inglese. La sua rotta è capricciosa. Segue i segni misteriosi che essa conosce che indicano la buona via. Cosi, come un cieco guidato per mano da un fanciullo, il grosso piroscafo procede sulla scia della piccola imbarcazione".
“…la sentinella è montata da navi da guerra inglesi e francesi. Se una nave greca viole entrare o uscire dal porto deve farsi guidare da una torpediniera inglese o francese. “…gli sbarchi sono iniziati il 5 ottobre e sono proseguiti per otto giorni. Sbarcavano alcune migliaia di francesi poche migliaia di inglesi. Artiglieria moltissima. Materiale di trasporto, pontoni, di trinceramento, molto ed eccellente.”
5 ottobre La Bulgaria entra in guerra al fianco delle potenze centrali.
5-6 ottobre Inizia il bombardamento di Belgrado che durerà fino alla sera del giorno seguente. Le truppe austro-tedesche impiegano circa 400 cannoni del tipo Škoda's 30.5 cm Mörser M. 11 e 42 cm Big Berthas e 7 navi: complessivamente vengono sparati oltre 50.000 colpi di artiglieria. Nel frattempo sono improntati nella zona attorno a Zemun (oggi un quartiere di Belgrado) 10 ponti di barche per il trasporto truppe. La capitale è difesa da soli 20 battaglioni (circa 16.000 uomini) e 77 cannoni, al comando del Generale Mihailo Zivcovic. Alla sera oltre metà delle difese serbe è distrutta o inutilizzabile.
Macedonian Front, first French Battalion
6 ottobre Le difese della fortezza di Kalemegdan sono annientate. Di notte i primi battaglioni austro-tedeschi iniziano ad attraversare il Danubio (complessivamente l’offensiva austro-tedesca impiega 11 divisioni). Già in queste prime fasi della battaglia le perdite austro-tedesche sono molto pesanti. L’attraversamento del fiume è infatti molto più complesso del previsto e soprattutto non può contare su un’efficace copertura dell’artiglieria. In molti casi, poi, il livello altro del fiume impedisce ai pontoni di raggiungere la riva e i soldati, costretti a percorrere gli ultimi metri in acqua, venivano decimati dal tiro dei fucili e delle bombe a mano serbe.
7 ottobre Nonostante la perdita di 2/3 dei pontoni i tedeschi riescono a superare la riva e a raggiungere le prime abitazioni. I serbi obbligano il nemico ad indietreggiare verso il fiume. Verso le 14,30 il contrattacco tedesco annienta quello che rimaneva dell’unità serba comandata dal maggiore Gavrilovic Dragutin.
8 ottobre Gli austro-tedeschi conquistano le prime linee difensive serbe. Dalla riva opposta del Danubio e dalle navi continua il bombardamento della fortezza di Kalemegdan. Le truppe serbe sono costrette a ripiegare verso il centro città.
La coraggiosa difesa della capitale serba e splendidamente descritta dalle parole che il maggiore Dragutin Gavrilovic rivolse alle sue truppe prima della battaglia: "…soldati, esattamente alle tre il nemico deve essere schiacciato dalla vostra feroce carica, distrutto dalle vostre granate e baionette. L'onore di Belgrado, la nostra capitale, non deve essere macchiato. Soldati! Eroi! Il nostro comando supremo ha già cancellato il nostro reggimento dai suoi registri. Il nostro reggimento è stato sacrificato per l'onore di Belgrado e della Patria. Pertanto, non dovete più preoccuparvi per la vostra vita: non esistiamo più. Quindi, avanti verso la gloria per il re e la Patria Viva il re Viva Belgrado ".
9 ottobre I rappresentati delle forze alleate abbandonano la città. Oramai 3 divisioni austroungariche e 2 tedesche controllano le principali zone della capitale.
9 ottobre Grecia e Romania dichiarano la propria neutralità.
10 ottobre Numerosi contrattacchi serbi cercano inutilmente di fermare l’offensiva nemica.
Macedonian front, Bulgarian soldiers 1915
11 ottobre La Bulgaria attacca di sorpresa la Serbia con la 1° e la 2° Armata.
Macedonian Front, October 1915
12 ottobre Belgrado cade. Le divisioni germaniche ed austriache comandate dal generale tedesco Makesen entrano vittoriose a Belgrado. Nei giorni successivi l’armata austro-germanica si spinge verso sud-est per unirsi e sostenere i nuovi alleati Bulgari che marciavano su Vranje e Uskub. I primi reparti tedeschi si incontreranno con quelli bulgari il 27 ottobre.
12 ottobre Le azioni delle forze franco-inglese di Salonicco al comando del generale francese Sarrail, si limitano ad inviare verso nord parte delle truppe per tentare una diversione verso la frontiera greco-bulgara ed assicurarsi il possesso della ferrovia Salonicco-Sofia coprendo così il fianco sinistro dell'esercito serbo in ritirata verso sud-ovest.
14 ottobre La Bulgaria costituisce l'11° Divisione di fanteria Macedone arruolando forzatamente 33.000 macedoni. Nel corso del conflitto la divisione comprenderà il 1° Reggimento, 6° Reggimento, 59° Reggimento e 64° Reggimento. Ogni reggimento è composto da 3 battaglioni.
Macedonian front: battle of Stractin
15 ottobre 3 divisioni francesi attraversano il confine con la Serbia e si dirigono verso Kosturino.
15 ottobre L'Inghilterra dichiara guerra alla Bulgaria.
15 ottobre Inizia l’invasione bulgara della Serbia con le offensive di Morava e di Ovche Pole.
L’offensiva di Morava venne effettuata: alla 1° Armata bulgara (200.000 uomini, 110 mitragliatrici e 420 cannoni) comandata dal Generale K. Boyadzhiev, che dal confine bulgaro-serbo tra Vidin e Sofia invade la zona di Pirot, Nis e punta sulla valle del Morava. I serbi schierano due armate: la 2ª Armata serba e la divisione del Timok, per un totale di circa 100.000 uomini, 100 mitragliatrici e 250 cannoni. I serbi persero 6.000 uomini e 60 cannoni.
L’offensiva di Ovche Pole interessa la zona della Serbia a sud di Nis. L’obiettivo bulgaro è la conquista a Vranje della linea ferroviaria che collega Salonicco alla Serbia allo scopo di tagliare i rifornimenti alle truppe serbe ed alleate presenti nella zona. I bulgari schierano la 2° Armata (3° Divisione di fanteria dei Balkani, 7° Divisione Rila e una divisione di cavalleria supportate da 182 cannoni) comandata dal Generale Georgi Todorov.
Metà ottobre Tra i prigionieri austriaci catturati dai serbi nelle battaglie del 1914, vi erano anche alcuni ufficiali di origine italiana che vivevano nelle provincie irredente dell’Istria, che raccontano: “...abbandonammo Uskur assieme a 200.000 altri prigionieri in condizioni pietose. I cittadini serbi scappavano in massa, mentre i cittadini di origine bulgara e i musulmani restavano impassibili. Fummo incamminati lungo la strada per Tetovo, Gostivar, Mavrovo, Debar, sempre a piedi, sotto la pioggia, lungo strade spaventose. Il primo giorno non avemmo affatto da mangiare, poi ci venne distribuita mezza pagnotta al giorno……non vi è farina, si distribuisce solo un poco di pane ai soldati. La gente muore di fame. Gli altri prigionieri furono trattenuti al confine con l’Albania per sistemare le strade…” I sei ufficiali italiani, in abiti civili, poterono poi raggiungere Salonicco e da qui l’Italia.
Ottobre Navi russe bombardano i porti bulgari di Varna e Burgas.
16 ottobre I governi dell’Intesa proclamano il blocco della costa bulgara dell’Egeo.
16 ottobre Francia e Montenegro dichiarano guerra alla Bulgaria.
Macedonian Front, railway bridge
17 ottobre La 2° Armata bulgara interrompe a Vranje la linea ferroviaria per Salonicco-Nis. I serbi, braccati dalla 2°Armata bulgara ad est e dall’11° Armata tedesca a nord, iniziano la ritirata verso il Kosovo. Un osservatore inglese Gordon Smith così descrive l’attacco dell’11° armata tedesca a Paracin: "shells fell by hundreds on every square mile of the Serbian positions. After two hours or so of this indiscriminate bombardment we began to see parties of infantry, twenty to fifty strong, pushing forward. When they came within rifle-range they began to deploy and opened fire on the Serbian positions. As soon as the Serbian infantry began to reply, a field telephone, with which each of the German advance parties was armed, ’phoned back the exact position of the trenches to the artillery in the rear. An instant later an avalanche of shrapnel and shell was poured on the Serbian lines, while at the same time the heavier German guns opened a “tir de barrage” [covering fire] on the ground two miles in the Serbian rear to hinder the movement of retreat or prevent reinforcements being brought up".
17 ottobre Sonnino vuole spiegare agli ambasciatori le posizioni italiane sia sulla Grecia che sull’Albania: “Barrère è tornato a parlarmi stamane del progettato passaggio attraverso l’Albania per soccorrere la Serbia. Chiedeva se avremmo potuto provvedere la mano d’opera per il riattamento delle strade e la sorveglianza necessaria ove si impiegassero pei lavori i prigionieri austriaci. … Ho risposto che non avremmo potuto mandare mano d’opera dall’Italia, ma che ritenevo che non sarebbe all’occorrenza difficile di trovarne sui luoghi. Che quando il progetto prendesse corpo sarebbe necessario che fossimo avvisati a tempo per studiare in qual misura potremmo associarci. … Che non bisognava propalare la cosa per non renderne più difficile la esecuzione spingendo i greci a precipitare i loro piani di invasione dell’Albania … Barrère mi chiese se la nostra marina avrebbe cooperato alla sorveglianza ed alla scorta in mare per le imbarcazioni che si dirigessero in Albania. Risposi che certamente la nostra squadra avrebbe contribuito nella misura del possibile. Mi chiese se di fronte alle offerte fatte o da farsi ad Atene di garantire alla Grecia il possesso della Tracia nel cambio di sua cooperazione attiva militare con gli alleati ,…. Risposi che per parte mia sconsigliavo assolutamente da tutto questo rincaro di nuove offerte, senza che vi fosse seria speranza di mutare con ciò i propositi della Grecia.“
18 ottobre Fraccaroli Arnaldo racconta: "... appena si ebbe notizia della guerra iniziata dalla Bulgaria. Monastir fu presa da un panico enorme: le botteghe vennero chiuse, molte famiglie ripararono in Grecia E da quel giorno le botteghe, a eccezione di pochissime, sono rimaste chiuse sempre. I negozianti preferiscono non vendere piuttosto the ricevere in pagamento il danaro serbo, che è terribilmente abbassato di valore. fino a dieci giorni addietro un Napoleone d'oro valeva quaranta dinara serbi, cioè quaranta franchi: il doppio dunque del valore normale".
18 ottobre La popolazione fugge da Monastir con l’ultimo treno del mattino per Salonicco…quelli che restano non hanno paura: non sono serbi. Gli abitanti di origini bulgare non si muovono, i mussulmani stanno zitti, i greci sono indifferenti.
19 ottobre Battaglia di Krivolak: il 244° Reggimento francese in treno arriva alla stazione di Krivolak con l’obiettivo di ripristinare la linea ferroviaria in direzione di Nis conquistata dalla 2° Amata bulgara del Generale Todorov e ricongiungersi così all’esercito serbo in ritirata. Le truppe francesi impegnate nella zona fecero parte della 156°,122° e 57° Divisione francese. Negli gironi successivi i francesi furono impegnati su un fronte di circa 50 km.
19 ottobre Russia e Italia dichiarano guerra alla Bulgaria, gli ambasciatori italiani ricevettero questo telegramma: “…il Governo italiano, d’ordine di S.M. il Re, dichiara esistere stato di guerra fra l’Italia e Bulgaria.”
21 ottobre Battaglia di Krivolak: il 14° Reggimento bulgaro cerca di distruggere un ponte ferroviario nei pressi di Strumica, ma vengono scacciati dai francesi.
21 ottobre Di notte le comunicazioni telegrafiche con Vranja si interrompono: è stata conquistata dai bulgari. Il treno per Salonicco attraversa per l’ultima volta la Serbia.
Macedonian front French camp October 1915.
21 ottobre Battaglia di Krivolak: la 19° Compagnia francese di posiziona su quota 213 a nord di Krivolak.
22 ottobre Battaglia di Krivolak: la 21° Compagnia francese attraversa il Vardar e prende posizione presso il villaggio di Pepeliste. L’operazione è difficile per la forte corrente del fiume e la mancanza di ponti. Si usa quindi una vecchia barca turca.
21-22 ottobre Le truppe bulgaro-tedesche occuparono Uskub e Veles e nel mese successivo l'intera macedonia costringendo le truppe serbe e francesi alla ritirata.
Comunicato officiale serbo: “…sul fronte nord-occidentale le truppe serbe dopo un disperato combattimento si sono dovute ritirare lungo la nuova linea: riva destra del Mlava-Veliko-Orachie, riva sinistra del Jassenitza. Altre unità stanno indietreggiando sulla riva destra del Koubvchnitza e del Touria. Vicino a Visengrad 3 battaglioni nemici stanno attraversando la Drina. Importanti concentrazioni nemiche sono presenti in questa zona. Sul fronte est (bulgaro) sotto la pressione bulgara le nostre truppe hanno dovuto abbandonare le dufese della città di Kniazevatz. Il nemico sta avanzando fino a Krajevo-Selo e attraversando il fiume Tinok vicino al villaggio di Dronovatz. Nessuna variazione nei pressi di Pirot. Tutti gli attacchi nemici bel sud Morava sono stati respinti". Più tardi "...secondo quando riportato dalle autorità locali, I bulgari hanno preso Uskub.”
23 ottobre Battaglia di Krivolak: la 22° e la 23° Compagnia francese attraversano il Vardar nei pressi di Krivolak.
24 ottobre Battaglia di Krivolak: i francesi impiegano anche la 24° Compagnia e la compagnia mitraglieri allo scopo di potenziare le difese della testa di ponte di Krivolak. Due giorni dopo, la 22° Compagnia sarà impiegata in una zona/montagna che in seguito verrà chiamata Kara-Hodzali (oggi la zona ospita uno dei più grandi poligoni militari dei Balcani). In questa zona, che fu teatro di sanguinosi scontri tra serbi e bulgari durante le guerre balcaniche (4 anni prima), la pioggia riporta alla luce ossa e scheletri ovunque.
25 ottobre Battaglia di Krivolak: la 18° Compagnia viene spostata a Palikura a supporto di artiglieria.
27 ottobre I primi reparti bulgari si incontrarono con gli austro-tedeschi a Kladovo.
Macedonian Front, Attack of the Bulgarian infantry
27 ottobre Battaglia di Krivolak:la 22° Compagnia francese con due sezioni di mitragliatrici riceve l’ordine di occupare la collina Kara-Hodzali. Alle 10:45, arrivati a mezza costa, i francesi vengono investiti da colpi di fucile da una parte di reparti di cavalleria e fanteria bulgari. L'avanzata però continua fino alle ore 14 quando il fuoco nemico costringe la fanteria francese ad attestarsi. Il capitano chiede rinforzi che vengono promessi per il giorno successivo. Alle 21 alcune pattuglie francesi raggiungono la vetta della collina a quota 700 m. Intanto i bulgari iniziano ad abbandonare le posizioni.
28 ottobre Battaglia di Krivolak:alle 5:00, la 22° Compagnia francese ha raggiunto la cima Kara-Hodzali e inizia a scavare le trincee ed i rifugi. Intanto la 24° Compagnia è stata posizionata a metà collina per proteggere il fianco destro e mantenere contatti con le truppe a Pepeliste. La fanteria bulgara riceve rinforzi, così una Batteria da Montagna comandata dal Capitano Courtaillac viene inviato a metà costa per rafforzare la 22°. Il comando francese comprende che è necessario inviare nuove truppe e materiale a Pepeliste per impedire al nemico di occupare le alture della riva sinistra del Vardar da cui avrebbe gioco facile sulla città di Krivolak. La 18° Compagnia sale a Palikura.
29 ottobre Battaglia di Krivolak: la 17° Compagnia traversa il Vardar. Durante la notte il nemico, approfittando del buio, si avvicinò, senza essere visti fino a 150 metri della trincea più avanzata. Alle 4:55, vi fu una tremenda sparatoria e i bulgari attaccarono alla baionetta. I colpi dell’artiglieria bulgara furono però troppo lunghi e superarono le linee francesi lasciando così intatta la prima linea. Le mitragliatrici francesi, sbaragliarono il nemico che si dovette ritirare. Tra le 6 e le 9 altri attacchi bulgari alla baionetta furono tutti facilmente sventati. Dopo le 9 i bulgari si limitano ad insidiare i fianchi della 22° e 24° Compagnia. Durante il giorno tutto il reggimento si sposta verso la riva sinistra per raggiungere l’altura di Kara-Hodzali. I bulgari continuano a rinforzarsi.
Macedonian front, Bulgarians 1915
Macedonian front
29 ottobre La 30° Brigata della 10° Divisione Irish si riunisce presso la stazione dei treni di Salonicco: direzione Serbia.
28 ottobre Josef Šrámek, un prigioniero austro-ungarico, così descrive il trasferimento dei prigionieri lungo attraverso il Kosovo We walk all day without stopping. Those who stay behind get beaten with a stick or gun butt or stabbed with bayonets. You mustn’t stop to have a sip of water as the guards keep on screaming “Četyry a četyry” [“march”]. The road is flooded. We walk in water that reaches up to our waists for almost 4 hours… Last night we slept in the rain again. Our guards raged they hit, kicked, and robbed us.
30 ottobre Le truppe austro-tedesche s'impadroniscono della stretta di Kalscenik che da accesso alla piana di Kosovo, minacciando di accerchiare l'esercito serbo, che invano cerca di aprirsi il passo verso Monastir e quindi congiungersi ai franco-inglesi di Salonicco. Pochi reparti riescono a raggiungere questa città; il resto dei serbi, premuto a nord dagli austro-tedeschi e ad est dai bulgari, per non cader prigioniero, dovette sbandarsi, addentrarsi e rifugiarsi nel più ostile terreno montagnoso dell'Albania.
30 ottobre Il sottomarino francese Turchese (Q46) viene catturato dai turchi mentre attraversa i Dardanelli.
30-31 ottobre La 30° Brigata della 10° Divisione Irish, compresi il 6° e 7° Royal Dublin Fusiliers, avanza da Gevgelia, per Bogdanci e seguendo il fiume Chenali arriva a Dedeli. Qui si riunisce con altre due brigate inglesi per poi spostarsi sulla linea Tatarli- Robrovo. A Causli le truppe inglesi danno il cambio alla 156° Divisione francese.
30-31 ottobre Arrivano a Salonicco il barone von Falkenhausen, addetto militare germanico ad Atene, il colonnello von Erbstner, ex-ufficiale d'ordinanza di von der Golz, il figlio del principe von Bulow, e si riuniscono subito al Consolato germanico. Successivamente presso lo Splendid Hotel, ricevono alcuni premurosi cittadini. Nel viaggio d'arrivo, siccome In linea ferroviaria di Drama rimonta fin quasi alla frontiera serba corre poi sullo stesso binario della linea Salonicco-Uskub-Nisc, essi avevano potuto tranquillamente osservare tutti i lavori della spedizione franco-inglese. II giorno dopo, in automobile, fanno una gita a Zeitenlik indugiandosi sulla strada che divide l'accampamento inglese da quello francese.