Primi di giugno L’Italia occupa con le proprie truppe d’Albania la Ciamuria, il versante occidentale del Pindo e Zagoria, provocando un violento editoriale del quotidiano “Paris-Balkan” che accusa l’iniziativa italiana come un tentativo di protettorato su quei territori. Anche Pasic protesta violentemente e Sforza cerca di evitare il primo caso all’interno dell’Intesa di una protesta formale di un alleato: della Serbia contro l’Italia: “ho parlato subito con Pachitch. Gli ho annunziato anche l’occupazione di Janina mostrandogli che si tratta di una serie di atti inspirati principalmente a necessità militari e dicendo che avevo ragione di credere che egli preparava una protesta per il nostro proclama ma che io speravo ch’egli rifletterebbe prima se il vantaggio che pensava di poter trarre da tale passo compenserebbe la sorpresa che arrecherebbe forse da noi una opposizione formale di un alleato ad una azione italiana strettamente connessa ai bisogni della nostra difesa. Pasic mi dichiarò nettamente che la nota era pronta e che la stimava necessaria; svolse a lungo le ragioni che fanno dell’Albania una questione essenziale per la Serbia; negò che il proclama austriaco avesse la precisione e la portata del nostro e concluse essere dolente di vedersi costretto a tale passo. Del suo lungo dire credo opportuno riferire testualmente a V.E. la frase seguente: Noi siamo separati dal mondo; può darsi che il solo modo d’andare al mare, finisca per trovarsi per noi sul territorio albanese ed ecco che l’Albania già inventata contro la Serbia è di nuovo restaurata da una grande potenza. Ripetei a Pasic tenesse presente che il proclama Ferrero taceva volutamente i confini dell’Albania….Non credo di errare pensando che il passo serbo di cui spero ora sarà cambiato il tenore naturalmente fu consigliato e desiderato anche dal di fuori.”
Santi Quaranta - oggi Saranda
2 giugno Cadorna risponde a Sonnino: “in considerazione a quanto V.E. esponemi con telegramma 890/65 soprassiedo pel momento al mio proposito di ritirare le truppe dalla Macedonia. Informo V.E. che ordino al generale Pennella che verificandosi una delle seguenti ipotesi egli deve senz’altro ripiegare colle truppe della 35° Divisione su Santi Quaranta. Prima ipotesi - Ripiegamento dell’Armata d’Oriente verso la linea del campo trincerato di Salonicco. Seconda ipotesi - Ulteriore sottrazione di forze alleate dalla fronte macedone sia pure mediante la sostituzione con truppe greche si da compromettere a giudizio del generale Pennella la solidità della fronte. Il Generale Pennella deve dare preavviso di tale mio ordine al generale Sarrail e prendere le necessarie predisposizioni per la sua eventuale ritirata in tempo utile.”
3 giugno Dalle rovine del castello di Argirocastro, il generale Ferrero pronuncia il famoso Proclama di Argirocastro (è una mossa strategia per attirarsi le simpatie della popolazione visto che nel 1916 i francesi avevano favorito e sostenuto l’indipendenza della citta di Korce): "oggi, 3 giugno 1917, fausta ricorrenza delle libertà statutarie italiane, noi, tenente generale Giacinto Ferrero, comandante del Corpo italiano di occupazione in Albania per ordine del Governo del Re Vittorio Emanuele III, proclamiamo solennemente l'unità e l'indipendenza di tutta l'Albania, sotto l'egida e la protezione del Regno d'Italia. Per questo atto, albanesi! avrete libere istituzioni, milizie, tribunali, scuole rette da cittadini albanesi, potrete amministrare le vostre proprietà….". Il proclama crea però incidenti diplomatici e proteste, a partire dal nostro stesso paese, dove non c’era stata l’approvazione del Consiglio dei Ministri.
Giugno La 60°Divisione inglese viene trasferita in Palestina.
11 giugno Re Costantino, sotto la pressione ostile dell’opinione pubblica e con la minaccia delle forze francesi sbarcate al Pireo e delle truppe italiane in movimento nell’Albania, lascia Atene. Assume il potere il figlio Alessandro I.
14 giugno Continuando la preoccupazione per la graduale diminuzione delle forze alleate, Cadorna da istruzioni a Pennella di tenersi pronto a ritirarsi su Santi Quaranta nel caso del ripiegamento dell’Armata d’Oriente dalla linea o nel caso di ulteriori sottrazioni di forze dal fronte. Il generale Pennella comunica il testo integrale di quelle direttive al generale Sarrail, il quale replica con durezza immediatamente: “…Aucune des hypothèses envisagée n’est à prévoir. Je n’ai pas l’intention d’abandonner le front actuel. Je n’ai aucune raison pour retirer des troupes. Je ne communique pas les directives que vous avez reques au général Grossetti".
16 giugno Stante la rottura nei rapporti tra Sarrail e Pennella oramai insanabile, Cadorna, sostituisce il generale Pennella con il generale Ernesto Mombelli, addetto militare ad Atene.
17 giugno Il generale Mombelli visita le linee italiane: le trincee strette, piene di fango rosso ed attaccaticcio, a breve distanza dal nemico, dove il fante vive la sua vita di disagi, di pericoli e di lotta….
24 giugno A Brod, per il 58° anniversario della battaglia di Solferino e S. Martino, lungo la Cerna ha avuto luogo una gara ginnico-militare, coll'intervento di ufficiali francesi. In una pista preparata genialmente con intreccio di bandiere italiane e francesi, le gare animate di gaiezza giovanile, hanno dimostrato quale sviluppo abbiano preso le manifestazioni sportive in Italia e nell'esercito. I fanti del 2° Battaglione del 63° senza costumi sportivi, colla loro uniforme da guerra, nelle varie gare furono agili, pieni di brio e di allegrezza.
25 giugno La Brigata Ivrea dopo un periodo di riposo rientra in linea sul Piton Brulé, dedicandosi ad attività di pattugliamento: 161° Reggimento al Piton Brulé e il 162° a cima 1050.
30 giugno La 30° Divisione coloniale francese passa dal Pireo nella zona di Monastir; anche Venizelos, rientrato ad Atene, mette a disposizione tre divisioni.
Giugno Memorie del tenente colonnello Mario Pecchio "...Una breve permanenza a Salonicco, per qualche giorno, mi consente di fare una rapida corsa attraverso le basi d'operazione degli eserciti alleati……una impressione predomina su tutto, la sensazione della forza, di ricchezza e di organizzazione meravigliose. Le basi inglese e francese, sono situate, intorno e dentro Salonicco. E da notare la grandiosità dei baraccamenti, degli ospedali, dei parchi dì artiglieria, genio ed aviazione, degli enormi depositi di materiale d'ogni genere. Dovunque cartelli multicolori e soldati colle iniziali « P. M. » sul braccio, regolano il transito dei carreggi e il movimento all'interno dei vasti accantonamenti…(omissis)."