Omaggio francese alle truppe italiane d'Oriente. Corriere della Sera 27 marzo. Un ufficiale superiore francese, tornato in questi ultimi tempi dall'Oriente, ha espresso, sull'azione delle truppe italiane in Macedonia e sulle fratellanza d'armi fra i soldati delle due nazioni, un giudizio che non potrebbe essere inspirato ad una più calda ammirazione. Il giudizio è contenuto in una lettera rivolta al senatore Doumer L'ufficiale si trovava a contatto con la 35° Divisione italiana che difendeva; nell'ansa della Cerna e ad est di Monastir, la famosa quota 1050. Durante tutto il periodo di consolidamento delle posizioni, scrive Egli: "...questa Divisione composta da sei magnifici reggimenti di fanteria occupava la zona, difficilissima e molto minacciata dal nemico, del nodo della Cerna, e manteneva delle trincee che le posizioni germano-bulgare di quota 1050 dominavano fortemente, poichè la nostra avanzata del 16 settembre che ci aveva permesso di prendere Monastir, si era urtata ad oriente delle paludi della Cerna a quelle alture fortemente difese e che non avevano potuto essere espugnate. La divisione italiana occupava dunque nel tracciato della linea francese un posto d'onore, poichè occupava la regione più difficile a difendersi, quella che più importava di con-servare, e che era ufficialmente riconosciuta come il centro principale di resistenza, destinato a coprire, a dominare e a proteggere le grandi vie di comunicazione tra Monastir e la vallata del Vardar. L'alto comando nemico si rendeva talmente conto dell'importanza vitale che quelle posizioni avevano per lui, che, costretto dagli avvenimenti della fronte occidentale a ritirare a poco a poco dal settore d'Oriente tutte le truppe tedesche, non solo mantenne davanti alla parte occupata dalla divisione italiana i suoi ultimi battaglioni tedeschi (4 battaglioni di cacciatori, di cui uno della guardia) ma anche l'alta direzione del suo comando; e anche quando il comando delle divisioni nemiche era passato ai bulgari, il comando della divisione che fronteggiava gli italiani (302° Divisione), era rimasto tedesco, benché le truppe tedesche non fossero che in debole minoranze, poichè quella divisione contava 4 reggimenti bulgari (27°, 9°, 53° 83°). Al momento dell'offensiva generale delle armate d'Oriente nel Settembre 1918, la 35° Divisione italiana vi ebbe una parte straordinariamente attiva, e quando una leggera avanzata delle divisioni francesi e della 1° armata serba che erano alla sua destra ebbero reso possibile l'attacco delle formidabili difese della q. 1050, le truppe italiane, si slanciarono all'assalto e furono ovunque le prime nell'inseguire il nemico dopo lo sfondamento della linea avversaria che condusse alla cattura di un'intera delle due armate bulgare e alla capitolazione della Bulgaria…”
L'ufficiale francese rende quindi un omaggio particolare ai comandanti italiani e conclude dicendo:
“… Nessuna occasione di rendere più efficaci i sentimenti di amicizia cordiali che univano le due armate era perduta, e nessuna occasione di affermare pubblicamente ogni manifestazione, e tutti « quelli che vi assistevano avevano nettamente l'impressione che tali « manifestazioni nulla avevano di fittizio ma ché il cuore ci entrava « realmente per qualche cosa. Dei venti mesi che ho passato nell'armata di Oriente, sia durante il periodo di trincea, sia durante l'inseguimento del nemico e l'occupazione in Bulgaria ed in Ungheria, ho riportato la sensazione precisa che le reciproche relazioni degli ufficiali e dei soldati italiani sono state improntate alla più intera confidenza, alla più profonda stima, al più cordiale cameratismo.”
9 aprile La Brigata Ivrea cessa dal compito di presidiare il Danubio e viene destinata in Dobrugia meridionale per sostituire al 26° Divisione britannica.
Congresso di Pace di Parigi sia i nostri militari, i generali Diaz e Mombelli, che i nostri politici, il Ministro Sonnino ed il Presidente del Consiglio, ritengono urgente il ritiro della nostra 35° Divisione dai Balcani: “S.E. il generale Diaz, con lettera in data 23 corrente diretta a S.E. il barone Sonnino, espone, riferendosi al telegramma unito in copia del generale Mombelli, come il ritiro della nostra Divisione 35 dai Balcani sia un provvedimento che acquista sempre più il carattere di seria ed urgente necessità e chiede quindi di conoscere l’avviso di S.E. il barone Sonnino in questo argomento.”