Settembre Il governo italiano, ancora neutrale, delibera l’occupazione del porto di Valona con un reggimento di fanteria rinforzato da una batteria da montagna, onde evitare eventuali sconfinamenti serbi o greci. Dal punto di vista militare, l’Albania era considerata uno sbarramento strategico per l’Intesa e uno sbarramento all’espansionismo slavo nei Balcani per gli Austriaci. Con il successivo Patto di Londra del 26 aprile 1915 l’Italia riceverà l’intera sovranità su Valona, l’isola di Saseno e un territorio sufficientemente esteso per assicurare la difesa di questi punti. L’Italia sarà inoltre incaricata di rappresentare lo Stato d’Albania nelle sue relazioni con l’estero.
2 settembre Viene dichiarata la mobilitazione generale nell'Impero Ottomano.
3 settembre 1914 Il principe Guglielmo di Wied, non potendo più contare sull’appoggio delle 6 potenze straniere tra loro in guerra, fugge da Durazzo assediata dai ribelli. Si imbarca sulla nave italiana "Misurata" con destinazione Venezia. Da qui poi rientrerà in Germania.
3 settembre 1914 Sale al soglio pontificio di Roma Benedetto XV. Proclama la neutralità della Santa Sede.
8 settembre Il Papa invita tutti i cattolici a rappacificarsi e le Potenze a cessare le ostilità.
8 settembre L'Impero Ottomano si schiera, ancora non ufficialmente, con la Germania.
13 settembre Inizia la battaglia della Drina (primo tentativo di invasione austriaca della Serbia) gli austriaci attaccano la Serbia da ovest attraversando la Drina con entrambe le due Armate: 5° e 6° più a sud. Nel precedente tentativo di invasione solo la 5° poté essere utilizzata con tutti gli effettivi. L'attacco iniziale a Macva da parte della 5° Armata fu respinto dalla 2° Armata serba. La 42° Divisione austriaca perse oltre 1000 uomini, 2 compagnie della 36° Divisione riuscirono ad attraversare la Drina, ma furono completamente distrutte.
14 settembre Battaglia della Drina: La 42° divisione costruisce un ponte di barche e attraversa il fiume con più di 6 battaglioni. la risposta dei serbi ed il terreno paludoso ostacolano però l’avanzata nemica. Nel frattempo più a sud, nonostante la difesa serba, le unità austro-ungariche si preparano ad occupare quasi tutte le altezze sul monte Gucevo.
18 settembre Battaglia della Drina: gli austriaci conquistano il villaggio di Pricinovic a circa 10 km dal fiume Sava a sud di Sabac. Non potendo tenere la posizione le truppe serbe indietreggiarono. Alla fine della giornata gli austriaci raggiungono le posizioni abbandonate dai serbi del picco chiamato Mačkov Kamen (923 m) (montagna di Jagodnja).
19 settembre Battaglia della Drina: 4 battaglioni austriaci attaccano contemporaneamente i serbi. Nonostante la poche munizioni l’artiglieria serba riesce a neutralizzare quella nemica e a fermare l’avanzata della fanteria permettendo così l’arrivo di un reggimento serbo. Contemporaneamente il comando tedesco trasferisce un altro reggimento di riserva sul lato est del picco. Negli scontri sul monte Gucevo, gli austriaci per la prima volta utilizzarono razzi e lanciarazzi e granate da fucile.
20 settembre Battaglia della Drina: Il contrattacco serbo ferma l’avanzata austriaca, ma le perdite sono altissime: 3 reggimenti perdono metà degli ufficiali e degli uomini, in totale circa 2.000 tra morti e feriti. Nei giorni successivi la 6° armata austriaca riesce a costituire un caposaldo e a liberare le creste della Jagodnja dai serbi. E’ oramai chiaro a Putnik che la 3° armata da sola non può fermare la 6° armata nemica, così decide di farla sostenere da alcune divisioni della 2° (5 battaglioni della divisione Drina dovevano controllare 30 km di fronte) e di trasferire sulla Drina la 1° Armata. La carenza di munizioni obbliga le batterie serbe a sparare solo in vista del nemico. Putnik utilizza contro la 6° Armata austriaca la 1° Armata richiamandola da Syrmia. Si scatena una serie di attacchi frontali e successivi contrattacchi per la riconquista del picco chiamato Mačkov Kamen. Altri scontri furono su quota 708, Eminove vode e Kulište, che furono difesi dalla divisione combinata rinforzato con 3 battaglioni della Divisione Drina.
23 settembre Italia e Romania firmano un accordo per abbandonare la neutralità contemporaneamente, a cui avrebbe fatto seguito un nuovo accordo per aiuto militare reciproco in caso di aggressione austriaca.
27 settembre Il generale Cadorna manifesta la propria opposizione ritenendo, a ragione, come del tutto inutile questa operazione dietro la quale, probabilmente, si celava da parte del governo la volontà di assicurarsi facilmente alcuni pegni territoriali.