Costruito nel 1891 dalle officine Ansaldo di Genova, il Minas fu una nave passeggeri lunga 101 m e larga 12, dotata di 60 cabine di prima classe e 900 di terza. Dal 1893 fino al 1911 navigò lungo le coste del Sud America e dal 1916 venne adibito a trasporto truppe. Partito da Taranto il 13 febbraio diretto a Salonicco, fu silurato ed affondato due giorni dopo da un sommergibile tedesco a circa 160 miglia da Capo Matapan, nel Peloponneso. Morirono circa 180 fanti del 63° Reggimento Brigata Cagliari, 1 della Sicilia e 3 dell’Ivrea.
Un sopravvissuto, il tenente Alessandro Casini, così descrive l’affondamento: “Lo vedo ora come allora, da un rottame al quale mi ero attaccato, ritto a poppa della nave che scompariva, vicino al cannone che non aveva sparato, fissi gli occhi sul sottomarino emerso (dal quale beffardamente si cinematografava la tragica scena, quasi a suprema sfida), certo con stoicismo sovrumano! Un altro scoppio tremendo e la nave si inabissò trascinando nel gorgo, con tanti altri, il migliore degli uomini! Così morì Vittorio Locchi, così lo ricordo e lo ammiro io che lo vidi sparire! Così nella sua grandezza debbono ricordarlo ed ammirarlo quanti ebbero la ventura di conoscerlo”.
4 maggio 1917 - l’affondamento del Perseo
Varato nella seconda metà dell’800, dal 1906 fu impiegato sulla rotta Genova – Siria. Nel 1911 venne requisito ed adibito al trasporto truppe in Tripolitania. Il piroscafo partì il 3 Maggio da Taranto con a bordo diverse Compagnie di Sussistenza e di Fanteria dirette a Milo. Alle 5,45 del 4 maggio venne intercettato nei pressi di Cefalonia ed affondato dal sommergibile U4 (l’anno precedente lo stesso sommergibile affondò vicino alla costa croata l’incrociatore corazzato italiano "Giuseppe Garibaldi"). Persero la vita circa 110 fanti del 63° Reggimento della Brigata Cagliari.