Dal diario del generale Vladimir Vazov, dopo aver assunto il commando della 9° Divisione Pleven nel settore di Dojran:
“in ogni combattimento, specialmente nelle posizioni di difesa, la preparazione è il principale fattore per il successo….la preparazione dovrebbe comprendere: un aumento delle fortificazioni, della posizione e l’opportuna organizzazione delle difese; la continua vigilanza del campo di battaglia e le comunicazioni tra le varie unità (fanteria, artiglierie ecc..) e i loro comandanti; la programmazione e preparazione della fanteria per veloci contrattacchi; la preparazione dell’artiglieria per fornire un tempestivo supporto alla fanteria in ogni situazione; il mantenimento alto del morale delle truppe convincendoli della forza della loro posizione, della certezza nella vittoria. Durante le mie ispezioni ho sempre ripetuto agli ufficiali ed ai soldati che la loro posizione era sufficientemente robusta, difesa da un numero sufficiente di soldati e da difese solide”. |
Dal diario del generale Vladimir Vazov:
“..il mio compito fu di preparare i miei subordinati a diverse serie d’attacchi, esaminare tutti i possibili scenari, fare prove su come difendersi e contrattaccare in diverse situazioni, trasportare la fanteria e l’artiglieria per utilizzarla efficacemente, far si che i comandanti di vario livello possano esercitare le proprie iniziative, diffondere tra la truppa la convinzione sulla forza della posizione e dei mezzi disponibili, sviluppare una mutua collaborazione tra fanteria e artiglieria, mantenere sempre alto il morale delle truppe prima della battaglia…” |
Maggio
Le pesanti sconfitte subite dagli alleati nei mesi di aprile e maggio portano all’inasprimento dei rapporti tra alleati ed in particolare nei confronti del comandante Sarrail, il quale, anziché favorire la ricostituzione dei vari contingenti dopo il fallimento dell’offensiva, medita imprese dispersive di contenuto politico estraneo alla situazione. Ritira dal fronte il contingente russo, che aveva dato segni indubbi di fraternizzazione con i Bulgari, ritira pure alcuni reparti francesi e si accinge, d’accordo con Venizelos, a invadere l’Epiro. Sonnino, ricevute informazioni dall’ambasciatore ad Atene e dl console a Joanina, aggiorna Cadorna: “…data la situazione greca a suo modo di vedere cessava da parte nostra ogni ritegno nel procedere a ulteriori occupazioni militari. Ricordo anche telegramma in data 30 aprile del R. console in Janina prospettante la necessità di occupare le regioni valacche di Zagori e del Pindo e la Ciamuria sino a Parga. Concordando con l’avviso surriferito del R. ministro ad Atene, ed anche in vista dell’azione francese a Santa Maura, richiamo su tutto quanto precede l’attenzione di V.E. osservando che dal punto di vista politico sarei favorevole ad estendere la nostra occupazione specialmente per incorporarci i cutzo-valacchi del Pindo. |