1 novembre Le brigate italiane raggiungono Egri Palanka. Il paese è occupato dai francesi. La fanteria italiana pianta le tende su le sponde del Kriva a tre chilometri dalle ultime case. Ancora 30 km poi prenderà il treno a Guchevo per la Bulgaria
3 novembre La fanteria italiana valica le montagne del confine bulgaro. In cima, due casermette l'una di fronte all'altra. L'una distrutta dall'incendio, l'altra intatta. Una' sentinella serba a destra, una sentinella bulgara a sinistra. E poi la discesa che si snoda giù, verso la valle lontana…(omissis) siamo in terra nemica.
4 novembre Le truppe italiane raggiungono Kjustendil e piantano le tende a quattro chilometri dalla città. Le autorità francesi non vogliono concedere agli italiani l’uso della ferrovia perché serve a loro.
7 novembre Alle truppe italiane giunge l’ordine di sospendere ogni operazione, la situazione dello scacchiere balcanico si presenta così:
Serbi: localizzati sulla Sava ad ovest di Belgrado e in direzione della Bosnia-Erzegovina e del Montenegro;
Francesi:
Divisioni 16, 17, 30, 76,11, sul fronte del Danubio in Serbia ed in Bulgaria;
122° Divisione in attesa di imbarco a Salonicco per il Bosforo;
57° Divisione, già ad Elbassan, richiamata a Monastir per essere destinata in Turchia;
156° a Kicevo in procinto di muovere per Prizren e Djakova;
11° Divisione a Prilep per riorganizzarsi.
Inglesi:
27° Divisione in Bulgaria;
22° Divisione a Dedeagatch;
26° a Mustafà;
28° in trasferimento per i Dardanelli;
228° Brigata autonoma in Bulgaria.
Greci:
3° Divisione a Nish;
4° e 14° Divisioni sul medio Vardar;
1°, 2° e 13° Divisioni a difesa della Macedonia Orientale, impegnate nella occupazione dei territori greci riconquistati;
9° Divisione presso Florina per riordinamento.
Italiani:
il grosso della 35° Divisione, dislocato fra Kustendil e Sofia;
Brigata Spezia a Prilep;
Brigata Sicilia a Salonicco in attesa di nuove disposizioni
Carabinieri e l’ufficio postale a Monastir.
Macedonian Front: Allies November 1918
8 novembre Alle ore 17, le truppe regolari serbe, rafforzate da truppe francesi e greche con alla testa il principe reggente Alessandro Karageorgevic, entrano a Belgrado.
9 novembre Il Kaiser Guglielmo II abdica e si ritira in esilio nei Paesi Bassi. A Berlino è proclamata la Repubblica.
12 novembre A Vienna è proclamata la nascita della Repubblica dell’Austria tedesca.
Macedonian front, French troops in Bulgaria 1918
13 novembre Il generale Crisettein, comandante delle truppe alleate in Bulgaria, da ordine al comando della 35° Divisione di iniziare nella mattinata seguente, un trasferimento per via ordinaria su Sofia, senza alcuna indicazione sull’ulteriore destinazione.
Mombelli protesta: “…ho cortesemente protestato per ritorno invio ordini, nonché per nuovo sforzo imposto truppe italiane effettuare 85 km. Per via ordinaria parallelamente ferrovia di cui usufruirono integralmente di-visioni francesi e anche battaglioni senegalesi, tanto più visto che mie truppe causa deficienza tra-sporti non hanno ricevuto vestiti calzature quantità sufficiente e quadrupedi causa mancanza assoluta foraggio decentissima razione sono fortemente deperiti. E poiché anche vettovagliamento durante marcia mi risultava da commissione francese non assicurato, ho chiesto ritardare partenze fino a che avessi garanzie in proposito. Generale Chretien mi risponde ora autorizzandomi ritardar di 48 ore soggiungendo che ordine effettuare trasferimento via ordinaria è stato dato da generale Franchet cui si rivolgerà per ottenere che trasferimento sia invece fatto per ferrovia. Ufficiale collegamento Salonicco mi preavvisa che in base ordini diramati oggi da comando in capo a datare da dopo domani sarà soppressa ferrovia deaucaville Monastir–Prilep e saranno accordate a truppe italiane 60 tonnellate giornaliere su ferrovia Vardar, nessuna su ferrovia Radomir interamente riservata truppe francesi. Ho cortesemente protestato contro ingiuste imposizioni alla divisione italiana di effettuare rifornimenti con lungo percorso per via ordinaria attraverso aspro Giniesevo e ho insistito per avere alme-no parte tonnellaggio su ferrovia Radomir.”
Non mancano altre proteste: “non posso a meno osservare ancora una volta che sordo ostruzionismo fatto a comando francese a queste truppe italiane va accentuandosi sempre più specialmente dopo nostra grandiosa vittoria sull’Austria. E’ significativo silenzio che essi tengono su tale mondiale avvenimento anche su giornali locali sottoposti loro censura ovvero da essi comprati, nei quali la grande notizia è stata soffocata o riportata in modo inesatto. … Segnalo pure molte inesattezze derivanti da fatto che oggi nei Balcani dominano generale Franchet a Salonicco, generale Henrys in Serbia, generale Chretien in Bulgaria, mentre a Costantinopoli a fianco del generale inglese Wilson, che si dice abbia scarsa energia generale francese Bumoust di cui conosco intraprendente attività che essi fanno è accentuatissima senza scrupoli sempre con in-tonazione pare simpatizzante verso Italia. Mia situazione di comandante truppe in sottordine non mi permette controbilanciare in alcun modo tale estera indegna manovra anti italiana e rimango qui confinato Kustendijl dove ricevo sempre all’ultimo momento, ordini tre generali francesi .”
16 novembre Della 35° Divisione rimanevano sul Fronte Macedone le seguenti forze:
Prilep: Comando di Tappa con Comando di Stazione e la Brigata Spezia;
Monastir: Comando di Tappa, l’Ispettorato Generale delle retrovie;
Veles: Comando di Tappa, il comando di Stazione, il Comando Sezione Tappe;
Topolcani: Comando di Tappa;
Kumanovo: Comando di tappa, il magazzino viveri, il 167 ospedaletto da campo;
Uskub: una compagnia zappatori del genio, ospedale da campo 150, sezione equipaggio da Ponte;
Kustendil: Comando della 35° Divisione;
Sofia: quartiere generale del Comandante Mombelli.
Macedonian Front: Italian Monument in Gnilesh
Nell’offensiva finale, le truppe italiane staccatesi da Monastir per oltre 350 chilometri, attraverso la zona montagnosa difficilissima, priva di risorse, quasi impraticabile per il mal tempo persistente, dovettero sopportare dure privazioni per l’insufficienza dei mezzi di trasporto. Dopo solo sette giorni dall’inizio dell’avanzata il 75% dei camion era diventato inservibile; per conseguenza le truppe, benché cercassero di supplire con tutti i mezzi d’occasione che era possibile utilizzare, si trovarono spesso in grandi difficoltà. Con mirabile prova di abnegazione e di resistenza, i soldati italiani seppero compiere lo sforzo che, per le esigenze del momento, dovette essere loro imposto: sfiniti, privi del necessario, proseguirono senza posa nella marcia durissima giungendo ai primi di novembre in Bulgaria.
Su questo punto scrisse il generale Vittorio Sircana: “Si veda ora, l’itinerario a zig-zag, compiuto dalla Divisione italiana nell’avanzata della vittoria: dalla Cerna a Prilep, a Sop, a Monastir, a Uskub, a Sofia! sempre fermata dopo le più dure azioni e spinta in alta montagna per dare passo verso le città liberate ai Francesi ed ai Serbi. Oltre 10 mila dei nostri avevano versato il sangue nelle più impervie e inospitali regioni. Di essi, circa 3500 erano morti da prodi”.