Kajmakcalan è una vetta alta circa 2.500 m situata al confine tra Grecia e Macedonia che i bulgari chiamavano “Re Boris”. Qui, nel settembre 1916 si tenne una battaglia tra serbi e bulgari che, per la sua posizione strategica, risultò fondamentale per la successiva conquista alleata di Monastir. In realtà, dal punto di vista militare, gli effetti della conquista del Kajmakcialan furono parzialmente compromessi dall’arrivo della stagione invernale che rallentò/sospese le principali attività di fanteria su tutto il fronte. Le posizioni bulgare, difese dalla Divisione Macedone supportata dall’11° Reggimento Sliven, si sviluppavano seguendo le due cime gemelle che caratterizzano il Kajmakcalan. I serbi attaccavano con la 1° Armata del generale Misic. Oltre che per l’importanza strategia, la battaglia di Kajmakcalan è ricordata per il numero impressionante di morti e feriti di entrambi gli schieramenti: si stima che complessivamente le perdite serbe furono circa 11.000 uomini mentre quelle bulgare 8.000. Un corrispondente di guerra così descrive il campo di battaglia dopo lo scontro finale del 30 settembre: “mortai, bombe a mano e baionetta sono state le armi che hanno lavorato la macellazione Kajmakcialan, e così ferocemente furono usate che i feriti serbi raggiungevano le ambulanze con pezzi rotti di coltelli e baionette nei loro ferite. Piccoli mucchi di morti erano in ogni canalone, dietro ogni gruppo di rocce, non mezzo sepolto nel fango o parzialmente coperto dalle rovine di una trincea franata, ma messo come gli uomini addormentati sulle pietre. Non solo per pochi giorni, ma per settimane, bulgari morti giacevano lì, conservati nella parvenza di vita grazie all'aria di montagna fredda, guardando con calma, occhi ciechi, il campo di battaglia che un tempo era stata teatro di passione e di attività selvaggia. Alcuni ancora tenevano nelle loro dita irrigidite la benda che proteggeva una ferita quando la morte li ha presi; un uomo teneva in mano una pezzo di pane. Alcuni non avevano alcun segno di ferita. Devono essere stati uccisi dalle schegge delle bombe, probabilmente di notte, mentre aspettavano l'alba per iniziare a combattere ancora una volta. In altri luoghi vi erano corpi di serbi e bulgari assieme uccisi dalla baionetta. Eppure, nessuno dei soldati morti ha negli occhi la traccia di un'espressione di rabbia o paura. Dormivano spassionatamente, con calma, come se trovare nella morte il resto e il rilascio dalla sofferenza che la guerra aveva così severamente loro negato”.
Bulgari Comandante generale Kliment Boyadzhiev 11° Divisione Macedone 11° Reggimento Sliven (3° Divisione di fanteria Balkan)
Serbi Comandante generale Zivojin Misic 1° Armata Divisione Drina
12-14 settembre I serbi passando attraverso le colline arrivano fino al villaggio di Batachin (circa 1000 m/s) e da qui iniziano a salire verso il Kajmakalan. Vengono posizionate le artiglierie. In prossimità delle linee nemiche sferrano un primo attacco, ma il loro successo iniziale non può essere sfruttato per la lentezza con cui i francesi alla sinistra avanzano. Rientrano quindi nelle posizioni iniziali.
17 settembre Dopo un pesante bombardamento, i serbi decidono di attaccare con il favore dell’oscurità. Le prime trincee bulgare sono conquistate.
19 settembre La Divisione Drina conquista la vetta, ma deve poi ripiegare a causa del contrattacco bulgaro. Nei 4 giorni successivi entrambi gli schieramenti conquistano, perdono e riconquistano la vetta più volte.
26-27 settembre Bollettino serbo: “durante i combattimenti impegnati contro il Kajmakcalan i bulgari anno potuto prendere piede in alcuni punti delle nostre trincee soltanto al prezzo di gravi perdite. II morale delle nostre truppe è elevatissimo. Avendo i bulgari ricevuto nuovi rinforzi, attaccarono Kajmakcalan. I combattimenti, che sono in corso, hanno un carattere particolarmente accanito. Nostri piccoli posti hanno ripiegato nelle loro trincee. II colonnello Stoicic, comandante di una brigata, è rimasto ferito. Più a sinistra le truppe serbe nonché le forze franco-russe hanno respinto tutti gli attacchi sui Ioro rispettivi fronti. Un ufficiate e 50 bulgari si sono arresi”. L’attacco bulgaro e la conquista di alcune trincee serbe venne enfatizzato dalla stampa tedesca, ma in realtà rappresenta per i bulgari una perdita di truppe fresche senza ottenere risultati apprezzabili.
27 settembre Di notte, i bulgari effettuano 4 contrattacchi contro le truppe serbe a Kajmakcalan, ma con modesti risultati.
30 settembre I serbi, dopo un potente fuoco di artiglieria che fa strage nelle difese bulgare, si gettano all'attacco del Kajmakcalan che viene completamente conquistato dopo una battaglia così accanita che il terreno attorno alla vetta è ricoperto di cadaveri.
3 ottobre Comunicato dello stato maggiore serbo “ore 10: I bulgari sconfitti sul Kaimakcialan ripiegano dinanzi ai nostri eserciti. Inseguiamo il nemico all'altezza della quota 1800. Sulla linea Petalino-Cerna-Salmleva, passammo questo ultimo fiume e giungemmo a 500 metri a sud di Kenali. I francesi si trovano alla medesima altezza".
3-4 ottobre Comunicato ufficiale serbo: “in conseguenza della conquista del Kajmakcalan e sotto Ia pressione irresistibile delle nostre truppe, bulgari il 3 ottobre fuggirono dalle posizioni di Starlwv-Grob, Sovic e Krusciograd. Le nostre truppe inseguono il nemico verso Ia Cerna. Siamo in possesso in questo momento di 30 chilometri della linea di frontiera. Le vittoriose truppe della divisione del Danubio entrarono il 3 corrente al mattino nel primo villaggio serbo di Sovic”.