Fronte Macedone 1916-18
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Gennaio 1918

Gennaio
In seguito alla rivoluzione russa, le truppe russe in Macedonia si dissolvono, in totale erano presenti circa 15.000 uomini. Una piccola parte di loro viene inviata a combattere in Francia, pochi rimangono in Macedonia a combattere. Gli altri non volendo ne combattere ne lavorare vengono trattati quasi come prigionieri di guerra. Gli ufficiali russi rimangono a Salonicco.
FotoMacedonian Front, Bulgarian artillery
Su tutti i fronti gli alleati vivevano un situazione di stallo. Gli effetti dello sfascio russo si facevano sentire in occidente, e nessuno prendeva iniziative; tutto questo a vantaggio della Germania. Il comando della 35° Divisione si trovava a Tepavci; la Brigata Sicilia aveva il comando a Vranovci; la Brigata Cagliari a Gniles e la Brigata Ivrea a Iaratok. Il fronte da difendere era di 17 chilometri  su un totale di 310. Il settore di quota 1050, sempre il più delicato, fronteggiava quasi tutti i battaglioni tedeschi, cacciatori e tiratori della guardia, e le migliori batterie mandate dalla Germania in rinforzo dei Bulgari. Quasi tutto montano, in alcuni tratti impervio e generalmente scarso di comunicazioni, il fronte presentava gravi difficoltà ad una offensiva nemica e non aveva bisogno, per essere difeso, di essere occupato totalmente in modo continuo. Quindi, la difesa italiana offriva sufficiente sicurezza, con la prima linea quasi ovunque doppia se non tripla, protetta da due o tre fasce di robusti reticolati, provvista di sicure caverne contro il bombardamento, ben difesa dall’artiglieria.

7 gennaio
A Parigi i panifici chiudono per la mancanza di grano. 
22 gennaio
Re Alessandro I firma la mobilitazione generale in Grecia.
28 gennaio
Il sottomarino inglese HMS I -14 durante una missione nei Dardanelli è costretto ad emergere in superficie a causa di una esplosione interna. Viene affondato dalle batterie costiere turche a circa 200 metri da Kum Kale. Solo 9 membri dell'equipaggio si salvano e vengono fatti prigionieri.
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