11 luglio Sonnino informa gli ambasciatori che, nonostante l’impegno e le difficoltà nel Trentino e nell’Isonzo e la scarsezza di truppe, il Governo aveva deciso di inviare una Brigata a Salonicco: “….quando il regio governo avesse certezza che si effettuerà sollecitamente un energico movimento offensivo di quel corpo di occupazione contro gli austro-bulgari. Le condizioni nostre e la situazione generale non ci sentono di stornare anche un numero ridotto di uomini a solo scopo di distrazione politica. Il Comando Supremo, da me consultato, subordina pure suo consenso al presupposto di tale offensiva, la quale risponderebbe pure al concetto dell’offensiva generale degli alleati su tutti i fronti. Dobbiamo però data la situazione escludere fin d’ora la possibilità di ogni ulteriore successivo invio di truppe al di là di una brigata.”
11 luglio Cadorna sull’invio di truppe italiane a Salonicco: “per Salonicco confermo opportunità invio brigata condizionato categorico impegno alleati agire offensivamente in quello scacchiere a breve distanza di tempo dall’arrivo della brigata. Per Germania non credo mutare mio parere precedentemente manifestato, tanto più che nostra dichiarazione di guerra....".
11 luglio Il Governo e il Comando Supremo italiano concordano l'invio in Grecia della 35° Divisione, agli ordini del generale Petitti di Roreto. Il ritardo nell'organizzazione del corpo di spedizione italiano fu dovuto all'impegno italiano in Albania ed alla continua pressione esercitata dalle armate austriache in Trentino e in Friuli. Si tratta in realtà non tanto di una divisione qualsiasi ma di un'unità speciale molto robusta composta da ben 44.000 effettivi. Più dettagliatamente la 35° Divisione era formata da: - due Brigate di fanteria:
la Sicilia con il 61° ed il 62° Reggimento
la Cagliari con il 63° e il 64° Reggimento
rinforzate in un secondo tempo - dalla Brigata di fanteria Ivrea con il 161° e 162° Reggimento
dal 2º Reggimento di artiglieria da montagna (articolato su 8 batterie armate ciascuna con 4 pezzi da 65 mm.):
22° e la 57° del 9° gruppo;
69° e la 70° del 16° gruppo;
75° e la 76° del 18° gruppo:
37° e la 59° del 20° gruppo
dal 1º Squadrone di cavalleria Lucca
dalle Compagnie di bersaglieri 228°, 229° 374° 375° 512°, 513° mitraglieri e mortaisti.
una mezza dozzina di battaglioni del genio zappatori e pontieri, della sanità, delle trasmissioni, della sussistenza e servizio aereo.
A sostegno del Corpo di Spedizione fu predisposto il trasferimento a Salonicco di 438 ufficiali, piloti e specialisti dell'aeronautica con diverse squadriglie di biplani da ricognizione armata: nel 1916 e il 1917 utilizzarono gli obsoleti ricognitori di fabbricazione francese Farman dal 1918 i S.A.M.L. (società italiana di Milano che nel 1913 iniziò a costruire aerei su licenza americana) S1 e S2.
Macedonian Front, Italian troops: departure from Italy
15 Luglio L’ambasciatore Barrère chiede a Sonnino se, nel caso di una offensiva alleata da Salonicco, fosse stato possibile un’azione italiana da Valona, ma Cadorna conferma anche la sua opposizione ad un’intera divisione a Salonicco: “ …esigenze attuali e possibili del nostro teatro della guerra che V.E. conosce e necessità di prevedere eventuali rinforzi Valona, non consentono ulteriori distrazioni di forze. Prego soprattutto considerare che divisione richiesta per Salonicco dovrebbe essere completa di servizi di artiglieria da campagna, mentre di quest’ultimo abbiamo grande scarsità, tanto che le sedici nuove brigate di fanteria, formate nel corrente anno, si sono dovute costituire senza corrispondenti aumenti di artiglieria da campagna. Sono di parere, perciò, che nostro concorso a Salonicco debba essere limitato ad una sola brigata, e ciò a titolo di semplice rappresentanza della nostra bandiera, non già nell’intento di prestare all’offensiva degli alleati… effettivamente forte cooperazione.”
Macedonian Front, Italian arms factory
24 luglio Convinto dalla considerazione che la sottrazione di forze dal nostro scacchiere sarebbe stata compensata dai risultati ottenuti dal comune sforzo nei Balcani, Cadorna chiede un parere a Sonnino sulla possibilità di inviare anche una divisione a Salonicco: “si sono oggi da me presentati i due capi delle missioni militari francese e russa, e in nome dei generale Joffre ed Alexejev, mi hanno rivolto un caloroso appello perché il contingente delle truppe italiane destinato a Salonicco raggiunga la forza di una divisione. Mi hanno essi prospettato come una determinazione nostra in questo senso farebbe certamente cadere le ultime esitazioni della Rumenia che, rassicurata contro ogni pericolo bulgaro dalla prossima nostra offensiva da Salonicco, deciderebbe senz’altro l’intervento al nostro fianco…. Di fronte a questo quadro …. ho creduto mio obbligo …. di non opporre un aprioristico diniego alle vivissime insistenze rivoltemi in nome delle più alte personalità militari alleate. E pertanto, ripreso in esame il problema sulla base dei nuovi elementi di fatto sopraggiunti, sarei venuto nella determinazione di esaudire il desiderio così autorevolmente espresso e di inviare una divisione a Salonicco nella sicura fiducia che questa nuova sottrazione di forze al nostro scacchiere principale ci sarà largamente compensata dai risultati del comune sforzo degli alleati verso un obiettivo che delineasi ora come dei più redditizi e promettenti….”
Il generale Grondecourt trasmette immediatamente un messaggio del generale Joffre, che include anche informazioni sulle gerarchie istaurate presso il Comando d’Oriente: “Je vous prie d’exprimer en mon nom à S.E. le Général Cadorna combien vivement j’apprécie la décision qu’il a bien voulu prendre d’expédier à Salonique une division équipée pour la guerre de montagne. L’arrivée de ce contingent italien sera pour nos ennemis la plus claire démonstration de l’unité de vues des Hauts Commandements alliés; elle leur prouvera notre résolution commune et inébrandable de parvenir à une décision sur tous les fronts"
al quale, il Capo di Stato Maggiore italiano: “il generale Cadorna vivamente riconoscente al generale Joffre per le parole con cui ha voluto prendere atto della decisione adottata dal Comando Supremo di inviare a Salonicco una intera divisione italiana, ed è lieto di constatare che la decisione stessa sia stata interpretata come una nuova dimostrazione della unità di propositi degli Alti Comandi Alleati. Il generale Cadorna in risposta alla domanda fattagli si affretta a comunicare che accetta la formula che regolerà le relazioni tra il Comandante in capo francese e il Comandante della divisione italiana che sbarcherà a Salonicco”.
31 luglio La Brigata Cagliari parte da Schio (Vicenza) per porto militare di Taranto.