3 febbraio 2015 Gli attentatori di Sarajevo,Velijko Cubrilovic, Danilo Ilic e Misko Jovanovic vengono impiccati nel cortile della fortezza di Sarajevo.
9 febbraio Francia e Inghilterra definiscono il piano militare dei Dardanelli.
febbraio 1915 L’Impero Britannico mira a controllare oltre al canale di Suez, anche i pozzi petroliferi dell’Arabia, dell’Iraq e della Persia. Allo scopo di garantire il passaggio delle navi alleate attraverso lo stretto dei Dardanelli che davano accesso al Mar Nero (secondo la posizione inglese lo stretto doveva essere tenuto libero e neutrale), invia a Gallipoli un corpo di spedizione denominato ANZAC dalla nazionalità dei soldati, Australiani e Neozelandesi (Commonwhealth).
17 febbraio Dalla porta-idrovolanti HMS Ark Royal si alzarono in volo alcuni velivoli del Royal Naval Air Service per compiere una ricognizione preliminare delle difese ottomane dello stretto dei Dardanelli.
19 febbraio 5 navi inglesi e 3 francesi (Bouvet, Gaulois e Suffren) bloccano l'ingresso dei Dardanelli ed iniziano a bombardare i forti di Seddulbahr e Kumkalé. I turchi sono costretti ad abbandonare le postazioni più esposte.
25 febbraio Il bombardamento dei Dardanelli continua. Le navi inglesi "Agamennon", "Irresistible" e "Queen Elizabet" e la corazzata francese "Bouvet" zittiscono tutte le difese costiere turche. Ritardi nelle operazioni dovuti a disaccordi tra i comandi alleati daranno il tempo ai turchi di riorganizzare la difesa dello stretto.
26 febbraio I soldati dell'Intesa sbarcano sull'estremità della penisola di Gallipoli per completare la distruzione del forte di Kum Kalé, danneggiato dai bombardamenti navali. Le navi procedono nel bombardamento delle postazioni d'artiglieria sul lato asiatico e a Sedd el Bahr.
Febbraio Il governo serbo dispone che le truppe aiutino la popolazione civile nell'aratura dei campi. La mancanza degli uomini, impegnati al fronte (dalla mobilitazione generale del 1914 tutti i serbi dai 18 ai 50 anni erano sotto le armi - circa 700.000 uomini), rischiava di compromettere l'intera produzione agricola nazionale.
Un ammalato ricoverato nell’ospedale militare di Niš scrisse: "Nonostante i letti fossero già tutti occupati, c’erano malati stesi ovunque: sul pavimento, negli angoli, e perfino sotto i letti. Quando uno dei malati moriva e veniva portato via, immediatamente quel poveraccio che si trovava sotto al suo letto si arrampicava occupando il posto del suo commilitone morto."