Macedonian Front, Bulgarian artillery position - 1918
Dopo numerosi, inutili tentativi, nell’autunno del 1918 le truppe alleate riuscirono a sfondare la linea bulgara-tedesca prima a Dobro Pole, poi tra il fiume Vardar ed il lago Dojran. Le sorti del fronte macedone erano oramai decise. Il settore di Dojran era difeso dalla 9° divisione Pleven che contava 18 battaglioni 5 dei quali erano di riserva suddivisi su 14 km di fronte (la lunghezza del fronte che ogni battaglione doveva presidiare era circa il doppio di quella di Dobro Pole). Il 19° Reggimento di artiglieria bulgaro contava 55 cannoni mentre il 9° Reggimento di artiglieria 67. Gli alleati (britannici e greci) schieravano invece 42 battaglioni supportati da 232 cannoni e da 24 obici (i greci disponevano di circa 16 cannoni e 74 mitragliatrici 800 ufficiali e 29.000 soldati). Nei due giorni si alternarono diversi attacchi verso le postazioni bulgare, ma la reazione bulgara e la disorganizzazione tra attacchi e batterie alleate non ottenere risultati positivi, ma solo pesanti perdite. Gli alleati persero quasi 7500 uomini, mentre i bulgari circa 2500. Così, nonostante la netta superiorità delle alleate, la cosiddetta terza battaglia di Dojran è considerata una grande vittoria delle truppe del generale Vazov che furono costrette a ritirarsi verso nord per evitare di essere accerchiate solo dopo lo sfondamento alleato a Dobro Pole. Durante la ritirata i bulgari furono costantemente attaccati dagli aerei inglesi. Gli studiosi ritengono che la chiave per la vittoria di Dojran sia stata la capacità del generale Vazov di motivare le sue truppe, organizzare la struttura difensiva (in particolare fece realizzare trincee più profonde e nuovi bunker per le munizioni e rifugi per le truppe) e la qualità dei suoi comandanti. Si stima che solo il 20-30% dei soldati britannici e greci riuscì a raggiungere le trincee bulgare.
Dal diario del generale Valdimir Vazov: “..il mio compito fu di preparare i miei subordinati a diverse serie d’attacchi, esaminare tutti i possibili scenari, fare prove su come difendersi e contrattaccare in diverse situazioni, trasportare la fanteria e l’artiglieria per utilizzarla efficacemente, far si che i comandanti di vario livello possano esercitare le proprie iniziative, diffondere tra la truppa la convinzione sulla forza della posizione e dei mezzi disponibili, sviluppare una mutua collaborazione tra fanteria e artiglieria, mantenere sempre alto il morale delle truppe prima della battaglia…” Gli inglesi concessero gli onori delle armi al generale Vladimir Vazov quando nel 1936 arrivò al Victoria Station a Londra, abbassando le bandiere di tutti i reggimenti che parteciparono alla battaglia. Il presidente della British Legion maggiore Goldy disse nel suo discorso: «È uno dei pochi ufficiali stranieri il cui nome figura nella nostra storia»
Macedonian Front, Kala Tepe
Il settore di Dojran presentava una linea difensiva che si estendeva dal fiume Vardar a ovest fino al lago Dojran a est. Il centro era dominato da decine di trincee, bunker in cemento armato, rifugi, punti di osservazione che fornivano un buon controllo del campo di battaglia ai soldati e alle batteria della 9° Divisione bulgara. Ad eccezione di alcune parti attorno ai pendii di Kala Tepe, dove le file di trincee erano 3 o 4 a seconda del terreno, il sistema di difesa bulgaro comprendeva due linee di trincee profonde fino a 2 metri, distanti tra loro da 200 a 1000 metri e collegate da una fitta rete di camminamenti. A queste si aggiungevano numerosi rifugi, nidi di mitragliatrici e punti di osservazione scavati tra diverse trincee, nonchè linee di filo spinato profonde anche 10 metri. Vi era inoltre una seconda linea compresa tra 2 e 5 km.
Macedonian front Bulgarian platoon Dojran 1918
15 settembre Le truppe alleate cercano di sfondare la linea bulgara a Dobro Pole. Contemporaneamente le truppe britanniche sferrano l’attacco alle posizioni nemiche comprese tra il fiume Vardar ed il ago di Dojran.
16 settembre 1918 Le artiglierie britanniche e greche (231 cannoni compresi obici pesanti da 8 pollici) iniziano a battere le postazioni bulgare. Il HQ bulgaro situato vicino al villaggio di Furka, sotto il fuoco nemico, viene trasferito in un rifugio secondario. Generale Vazov dopo aver analizzato le mosse nemiche conclude che queste attaccheranno non più tardi del 17 notte. Ordina quindi alla 9° Divisione di tenersi pronta e agli artiglieri di concentrare il fuoco davanti alle trincee dove probabilmente sarebbe avvenuto l’attacco (da mesi i bulgari si allenavano in queste operazioni). Vazov restò con le truppe durante tutta la battaglia. Nel corso dell'offensiva, gli Alleati fanno un massiccio uso di gas in quanto secondo i servizi segreti britannici le maschere anti gas bulgare sono vecchie e spesso inservibili. In realtà i sodati bulgari sono equipaggiati con maschere anti gas di recente fabbricazione tedesca e ben istruiti sul loro utilizzo. I 9 attacchi britannici con i gas nella notte tra il 17 e il 18 settembre non sortiscono alcun effetto.
Macedonian Front Dojran 1918
18 settembre Alle 5 di mattina I britannici sferrano un imponente attacco di fanteria. Dopo più di un'ora e mezza di combattimenti, la 26° Divisione britannica riesce a raggiungere solo alcuni avamposti di sicurezza del 57° Reggimento di fanteria. Queste trincee vengono poi riconquistate dal contrattacco bulgaro. In questo settore il 17° e 57° Reggimento bulgaro respingono forze numericamente superiori. Al centro il 33° Reggimento difende la parte principale dell’intero impianto difensivo bulgaro. Questo settore viene quindi attaccato da 4 reggimenti della 22° Divisione e dal 3° Reggimento della Divisione Serres, che, verso le 9,00, riuscirono a prendere alcune trincee della linea centrale arrivando fino alla seconda linea bulgara. La posizione è però esposta dal fuoco dell’artiglieria bulgara, così alle 10,00 gli alleati devono ripiegare.
Dal diario di un soldato inglese: “….quello che rimaneva di questa imperterrita fanteria combatté oltre la prima e la seconda linea di trincee, se effettivamente il termine 'linea' può essere applicato ad un sistema altamente complesso e irregolare di difesa che sfrutta appieno ogni piega e/o contorsione del terreno…” La zona difesa dal 58° Reggimento segue lo stesso copione: la Divisione Serres conquista alcune trincee, poi riconquistate, alle 9,30, dalle fanterie bulgare supportate dal fuoco del 9° Reggimento di artiglieria. Verso le 12,00 è oramai chiara la sconfitta alleata: la 67° Brigata della 22° Divisione risulta praticamente annientata, solo 5 ufficiali e 195 soldati sono sopravvissuti (perse il 65% degli uomini), anche le altre registrano perdite pesantissime. A questo punto l’offensiva diventa un vero massacro ed una dimostrazione di inutile coraggio; quasi tutti gli uomini dei primi due battaglioni giacciono morti o feriti sul fianco della collina. L’artiglieria britannica però continua a battere le postazioni bulgare per tutto il resto della giornata, in 2 giorni sparano oltre 300.000 colpi.
Macedonian Front, Bulgarians in Dojran
19 settembre Alle 04:00 I britannici scatenano un altro attacco al 33° Reggimento, ma dopo 5 ore di combattimenti nessuna trincea bulgara è definitivamente conquistata. In molti casi le truppe britanniche arrivano fino a 50 metri dalle trincee nemiche per poi essere investite dal fuoco dei lanciafiamme bulgari. Alle 9,00 l’attacco viene sospeso. I bulgari registrano 454 morti, 875 feriti e 1209 dispersi, mentre gli alleati sembra più di 11.000 tra morti e feriti (gli inglesi dichiararono 7.000 perdite). E’ questo certamente il giorno più sanguinoso di tutta la campagna di Dojran. Difficilmente gli alleati avrebbero avuto poi le energie per nuove offensive. Le Brigate inglesi 66° e 67° schierate nella zona di Deljeli erano ridotte in tali condizioni che potevano servire solo per compiti difensivi.
20 settembre La caduta di Dobro Polie obbliga la 9° Divisione Pleven, imbattuta, ad abbandonare le posizioni di Dojran e a ripiegare verso nord assieme alla 3°, 5° Divisione e alla Mount Divisione.