Fronte Macedone 1916-18
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Ottobre 1916

Ottobre
Il generale bulgaro Zhekov viene sostituito dal g
enerale Otto von Below che assume il comando della 1° e 11° Armata.
1 ottobre
La 10° Divisione Irish e la 27° Divisione sono impegnate a Karajakois. 
1-2 ottobre
Un comunicato francese dell'Esercito d'Oriente dice:
“ad est della Cerna i serbi, sfruttando il vantaggio riportato ieri, hanno avanzato di due km a nord del Kaimakcialan. Oltre alla batteria bulgara, i serbi hanno ripreso due cannoni da trincea da essi perduti durante i violenti contrattacchi bulgari del 28/29 settembre. In questa regione sono stati fatti dai serbi altri 50 prigionieri”.
FotoBulgarian antiaircraft battery
1 ottobre
​Bollettino francese:
“sul fronte di Orljak (Struma) le nostre truppe hanno preso possesso di parte della linea bulgara. Dopo ostinata Iotta e preparazione di artiglieria abbiamo esteso i nostri guadagni durante Ia serata. Nella giornata sei contrattacchi sono stati infranti. 100 prigionieri sono già passati nelle nostre retrovie. La Iotta continua”.

2 ottobre
Il Reggimento bulgaro di fanteria Lom abbandona Florina ed indietreggia fino al villaggio di Lazhec. Nei 2-3 giorni successivi seguono solo attacchi notturni da parte della brigata russa. 

2 ottobre
​Bollettino francese:
“il settore del  fronte bulgaro dello Struma che  prendemmo il 30  comprende i villaggi di Karzakivi-Bala e di  Karazakiwi-Zir (verso Seres). Contrattacchi nemici ripetuti contro queste località rimasero completamente infruttuosi e furono respinti con gravi perdite per il nemico. Tutto il terreno conquistato fu consolidato. Nessun segno del nemico vi e a qualche distanza dalle nostre trincee, tranne quello delle gravi perdite inflittegli. II numero dei prigionieri si accrebbe a 150. Le nostre perdite sono relativamente leggere. Furono anche prese tre mitragliatrici”.
Foto
2 ottobre
La 28° Divisione inglese è impegnata nella conquista di Mazirko.

​2-3 ottobre
La 10° Divisione Irish e la 27° Divisione sono impegnate a Yenikoi. Alle 5,3 di mattina 30 cannonate da 6 pollici raggiungono il villaggio di Yenikeuy. Segue un cannoneggiamento con pezzi da campagna. I Royal Munsters e Royal Dublin Fusiliers entrano poi nel villaggio. 3 battaglioni bulgari di stanza a Topolova sferrano un contrattacco bloccato dall’artiglieria pesante senza che raggiungessero le trincee alleate. I successivi contrattacchi bulgari della mattinata hanno tutti esito negativo, mentre le loro perdite sono pesantissime. Alle 4 del pomeriggio però i ponti che collegavano le retrovie alla prima linea alleata sono bombardati dai bulgari che spiegano anche 7 battaglioni. Il nemico riconquista la parte nord di Yenikeuy. Gli alleati inviano un altro battaglione. Gli scontri proseguono per tutta la notte.​

2 ottobre
​Durante uno scontro con la 10° Irish muore il poeta bulgaro Dimcho Debelyanov. Era nato 29 anni prima a Koprivshtitsa.

3 ottobre
Gli inglesi riconquistano il controllo del villaggio di Yenikoi. Negli scontri impiegano alcuni mezzi blindati dotati di mitragliatrici. I bulgari si ritirano dai villaggi di Nevolyen e Hristian Kamila. La 7° Divisione bulgara perde un terzo dei propri effettivi (furono contati oltre 1.500 morti e 3000 prigionieri, mentre le stime furono di circa 5.000 perdite). Anche la 10° Divisione Irish subisce pesanti perdite.

Foto
Dimcho Debelyanov, third on the left.
3 ottobre
Comunicato inglese:
“nelle prime ore del mattino del 3 ottobre le nostre truppe avanzano dalla  nostra nuova  posizione presso il villaggio di Karagiakioi, conquistarono parte di  Jeriikioi, posta  a sud della  strada di Seres. I bulgari contrattaccarono immediatamente, ma il primo assalto fu  infranto dal  fuoco della nostra artiglieria. Un secondo assalto lanciato alle ore  10.30 del  mattino ebbe lo  stesso risultato senza  potersi avvicinare a più di mille  metri. Nella  serata un  terzo  assalto,  preceduto da  intenso bombardamento, con nuove  truppe,  e pure fallito. La  lotta continua. Gravi  perdite furono inflitte al  nemico”.
3 ottobre
Comunicato dello stato maggiore serbo
“ore  10: I  bulgari sconfitti sul  Kaimakcialan ripiegano dinanzi ai nostri eserciti. Inseguiamo il nemico   all'altezza della quota 1800. Sulla linea Petalino-Cerna-Salmleva,  passammo  questo ultimo  fiume e giungemmo a  500 metri a sud di  Kenali. I francesi si  trovano alla medesima altezza".
3-4 ottobre
Comunicato ufficiale serbo dice:
“in conseguenza della conquista del  Kajmakcalan e sotto Ia pressione irresistibile delle nostre truppe, bulgari il 3 ottobre fuggirono dalle posizioni di Starlwv-Grob, Sovic e Krusciograd. Le nostre truppe inseguono il nemico verso Ia Cerna. Siamo in possesso in questo momento di 30 chilometri della linea di  frontiera. Le vittoriose truppe della divisione del Danubio entrarono il 3 corrente al mattino nel primo villaggio serbo di Sovic”.
4 ottobre
Dispaccio del' Agenzia Stefani da Salonicco:
“nella notte dal 2-3 corrente i bulgari, sotto Ia  pressione  dei serbi, sgombrarono a nord di Florina tutte le posizioni che occupavano dopo Ia loro aggressione del  territorio greco e  ripiegarono su posizioni preparate da otto mesi. Non rimane più un bulgaro nella Macedonia occidentale (Florina)”.
FotoMacedonian Front, Italian troops in Argirocaster fortress
4 ottobre
Comunicato del Comando Supremo dell'esercito italiano:
“all’alba del  2  ottobre le nostre truppe di terra e di  mare, con protezione e con il concorso delle forze navali sbarcavano a Santi  Quaranta. Lo stesso· giorno  una nostra colonna partita da Tepeleni raggiungeva Argirocastro e Ia occupava. Il successivo giorno  3 da  Santi Quaranta un nostro   distaccamento  si spingeva  su  Delvino e ne  prendeva possesso. Ovunque i  nostri soldati e marinai furono festo amente accolti   dalla   popolazione”.
II  Messaggero sullo sbarco italiano a Santi Quaranta:
“la  navigazione si compì di  notte  col  mare   calmo. AI  primo   chiarore   dell'alba il  convoglio della navi scortate era  in  vista   di  Santi Quaranta. Gli  incrociatori e i cacciatorpediniere si  disposero all’ingresso della baia piegandosi a ventaglio mentre i convogli si  avvicinavano alla riva. Le prime a sbarcare furono le compagnie  di  marinai. Mentre  Ia  prima, avanzava nei dintorni per  il servizio di  esplorazione, Ia seconda costruiva con  grande sollecitudine un pontile di sbarco cui  si affiancavano gli zatteroni aventi a  bordo le truppe di occupazione. Le  truppe si  fortificarono subito  su  di  una  serie  di  colline dominanti Ia baia  e poco dopo anche le artiglierie furono  piazzate. A  giorno  fatto gli epiroti  di  Santi Quaranta  scorsero i nostri  marinai e le  nostre  truppe  a  cui fecero ottima  accoglienza. Subito dopo  reparti misti  di  marinai e soldati erano  già  in marcia  verso DeJvino che dopo qualche ora senza incidenti venue occupata. Alla popolazione meno abbiente  venne fatta  una  larga  distribuzione di  viveri e di  medicinali. Per  l'occupazione di  Argirocastro Ia  marcia   si  svolse  in  gran  parte  di notte.  I reparti di occupaziorie, seguiti  da  alcune  batterie da  campagna, dopo dodici  ore di marcia, giunsero  indisturbati ad Argirocastro  alle 4 del  mattino. Alcuni  notabili  del luogo si  recavano a fare atto  di omaggio  al  comandante ltaliano”.

4 ottobre
Comunicato dello stato maggior serbo:
“le nostre valorose truppe continuarono il 3 l'inseguimento del nemico sconfitto ed in aIcuni punti passarono la Cerna.  Sconfiggemmo truppe nemiche sulle montagne di Nize e le obbligammo a fuggire in preda al panico. La stazione di Kenali è in nostro potere. La Serbia liberata misura adesso 200 chilometri quadrati con sette villaggi e 45 chilometri di frontiera".
FotoMacedonian Front, 11° Macedonian Division
5 ottobre
Relazione ufficiale sulla battaglla del Kaimakcialan.
“i bulgari sconfitti il 18 settembre a  Malkenige,  ove prendemmo loro  32 cannoni e  molto  altro materiale, si  erano ritirati sulla fortissima linea della  frontiera che  dal  Kaimakcialan, passando  lo  Starkov-Grob, va  attraverso  Sovic e Krus grad. Questa linea era  stata fortificata durante I' estate con trincee,  con   opere molto accurate e con reticolati, benché fosse  naturalmente fortissima  e per meta avesse un carattere montagnoso. Il nostro attacco venne diretto contro il punto più importante della linea, il Kaimakcialan (2.525 m) che è nello  stesso tempo Ia  più  alta   montagna su  tutta Ia linea della frontiera. Le  truppe bulgare che  lo  difendevano avevano   l'ordine di  resistere fino  all' ultimo   uomo, ma,  malgrado dell'accanimento del nemico, già il 23 settembre  le  truppe  della   divisione della Drina  occuparono la  cima  del  monte e  per  prime  inalberarono la  bandiera serba sul  sacra suolo  della  nostra patria. I  bulgari difesero tenacemente il  resto del  Kaimakcialan, rinforzandosi con vari battaglioni di reggimenti vicini  e  portandovi più  tardi   un  reggimento intero tolto dal  fronte  dello Struma. Conoscendo  l'importanza del Kaimakcialan  i bulgari il 30 settembre, all'alba, con forze  importanti ottenute  da 4  diverse   divisioni lanciarono un  contrattacco disperato. Questa contrattacco, che  essi  annunciarono come  una  vittoria, non  fu  in realtà che  una  nuova   e sanguinosa sconfitta per essi. I  bulgari non  presero che  alcune  trincee molto  avanzate e non  intaccarono in  nessun punto  la nostra linea   principale. La prova più luminosa  della   scacco   bulgaro  è il  nostro brillante attacco del 1 ottobre  che  ci rese  padroni di  tutto  il Kaimakcialan e  che mise i bulgari in fuga disordinata. Essi  si  sbandarono da  ogni  Iato e  lasciarono nelle nostre mani  quattro cannoni da campagna, quattro da  montagna come  anche una  grande  quantità  di   materiali  da   guerra. Quanto  alle   perdite che  i bulgari subirono,  se ne  può avere  una  idea   dai  documenti bulgari che possediamo”.

Riguardo alle perdite, il comunicato serbo precisava che l’11° Reggimento bulgaro perse 73 ufficiali ed oltre 3.000 uomini, dice:
“le conseguenze della conquista da parte nostra del Kaimakcialan sono state immediatamente sentite su tutto il fronte di Monastir. Abbiamo allargati i nostri attacchi e a destra abbiamo diretto i nostri sforzi contro Starkov-Grob. Tali sforzi sono stati così importanti che i bulgari hanno dovuto all'alba del 3 ottobre fuggire da quella località. La caduta di Starkow-Grob rese necessaria Ia ritirata dei bulgari su tutto il fronte di Monastir. Le truppe serbe lo stesso giorno passarono Ia Cerna e raggiunsero Konal, mentre gli Alleati, ad ovest di questa località,  si diressero pure  verso Monastir. In quella memoranda giornata le bandiere serbe sventolarono su sette villaggi della Serbia liberata ed erano accolte dalle lacrime, dalla profonda commozione e da una  infinita gioia  delle  popolazioni liberate”.

5 ottobre
Comunicato francese sui progressi registrati dalle truppe serbe, francesi e russe nella notte tra il 3 e 4 ottobre (raggiunsero la linea di Petalino  sul versante occidentale del Kaimakcialan, dall'ango1o della Cerna di Kenali di  Negociani,  mentre la  loro ala  sinistra teneva  Pisoderi, ai piedi del monte Cecevo):
“la battaglia continua  favorevolmente  su  tutto  il fronte.  Le  avanguardie alleate  hanno cominciato  a passare la Cerna nella regione di  Dobroveni-Brod, progredendo dall'altra  parte nonostante il ghiaccio. Sui  due versanti dei monti  Baba (ad  est  del lago: di  Prespa) esse  raggiunsero Buf -Pepli  (a sud di  Monastir)”.
5 ottobre
Comunicato bulgaro
“tra il lago di Prespa e il Vardar c'era stata viva lotta di artiglieria e di fanteria. Le truppe bulgare hanno impedito l'avanzata nemica a nord della linea formata dai villaggi di Strofino e Bakovo, e la fanteria inglese si era potuta avvicinare al villaggio di Jenikioi, in fiamme, ma era stata subito contrattaccata e respinta”.
 5 ottobre
​Sullo stesso argomento un comunicato inglese
“il combattimento a  Jenikioi è terminato alle  3  del  mattino del  giorno  4 col successo  completo  delle nostre armi.  Non soltanto abbiamo mantenuto il possesso della posizione del villaggio a sud   della Strada di Seres, ma abbiamo anche occupato la porzione nord della strada cosi l'intero villaggio e ora nelle nostre mani. ll resto della  giornata del  4 e passato senza incidenti. Abbiamo consolidato la nuova posizione che si estende dal ponte di Orliak lungo Ia strada di Seres fino a Jenikioi   donde ritorna sino al fiume attraversando i due villaggi di Kara'giakioi. Le perdite nemiche sono gravi”.
Foto
5-6 ottobre
I serbi attaccano le postazioni bulgare attraversando il fiume Cerna e conquistano temporaneamente i villaggi di Dobroveni and Skochivir. I bulgari controllavano il  villaggio di Brod.

6  ottobre 
​Le truppe italiane cominciano a manovrare vittoriosamente, passando all'attacco nella  regione del Iago di Butkova, tra Poros e  Demir  Hissar.​

​
6 ottobre
I serbi mettono in fuga i bulgari dalle posizioni di Pogiar. 

8 ottobre
Sull’ipotesi di inviare un’altra brigata italiana in Macedonia, Cadorna riceve questo telegramma dal Ministero della Guerra:
“tenendo conto della opinione espressa da V.E. annunziale anche per conto del Presidente del Consiglio che R. Governo acconsente al pronto invio di una brigata a Salonicco, autorizzando V.E. a darne annunzio al generale Joffre”.
FotoMacedonian Front, generals Vazov and Nekov.
9  ottobre 
Comunicato dell’Esercito d’Oriente sugli sul  tratto di fronte che andava dalla curva  della Cerna al lago di Prespa:
“ad est  delle Struma vi sono stati alcuni combattimenti fra le truppe britanniche ed elementi della retroguardia dell'esercito bulgaro, il quale ripiega verso la  ferrovia. Tra il Vardar e Ia  Cerna le  forze serbe hanno progredito nella regione  montagnosa di  Dobropolie  ed hanno fatto un  centinaio di  prigionieri. Sulla riva sinistra della Cerna, dopo un accanito  combattimento,  Ie truppe serbe hanno nuovamente, sconfitto i bulgari. Il villaggio di Skocivir è caduto in  loro potere. Malgrado i violenti contrattacchi, il nemico non  ha  potuto riprendere questa località ed  è stato respinto un chilometro a  nord. Duecento prigionieri sono rimasti   nelle    mani   dei   nostri  Alleati. Più  ad  ovest   i  serbi continuano a passare Ia  Cerna fra  Dobroveni e  Brod. I bulgari hanno ripiegato a  nord di  Brod. Alla nostra ala sinistra forze franco-russe sono arrivate dinanzi alla  nuova linea di difesa   bulgara che va  da  Kenali al  lago di  Prespa. Nella giornata dell'8 le nostre truppe sfondarono Ia  seconda linea nemica molto   saldamente  fortificata sulla riva  sinistra della Cerna a nord dei villaggi Sliviza e Dobroveni. Malgrado le grandi difficoltà  del  terreno e l'accanita resistenza del  nemico, la nostra avanzata verso  nord continua. I nostri trofei  di  questa giornata sono 670 soldati prigionieri, undici  mitragliatrici  e  molto materiale da  guerra.» 

10 ottobre
​Un nuovo contingente russo sbarca a Salonicco.
FotoMacedonian Front, Serbian POW
13 ottobre
Dal diario del soldato sergente francese Olivier Gers, il 54 ° Reggimento coloniale (catturato il 28 ottobre 1916)   Kenali-Kremenica:
“questa mattina la nostra artiglieria ha duramente bombardato le posizioni nemiche. Specialmente qui a sinistra vi è una batteria da 155. Ma i bulgari non scherzano e le bombe e le granate squarciano l'aria. Razzi lungo tutta la linea. E’ da tre ore che sono coricato nel fango con la testa per terra…! ... qualcuno dica alla nostra artiglieria che qui non ci sono…”

“i nostri ufficiali ci hanno detto che oggi dobbiamo attaccare. Ci è già stato distribuito del vino... Mio Dio, mio Dio, ho poche speranze di vedere di nuovo la Francia ... Morire almeno in Francia o in Francia e poi per questi poveracci di serbi e bulgari”.

14 ottobre
I bulgari ricevono rinforzi sulle linee di Monastir.
14-15 ottobre
L'artiglieria serbo-francese molto superiore a quella bulgara fa un bombardamento pesantissimo e ininterrotto su tutta la linea del fronte della Cerna. I bulgari mantengono le posizioni fino al 18 poi devono indietreggiare.
16 ottobre
Il piroscafo Bormida carico di truppe partì da Valona diretto a Santi Quaranta scortato dal cacciatorpediniere Nembo. Il Nembo, che di prora al Bormida procedeva a zig-zag venne colpito da un siluro del U 16 ed affondò. 4 furono i superstiti.
17 ottobre
Inizia lo sbarco a Salonicco della Brigata Ivrea, 161°-162° Reggimento fanteria composta da:
  • 2 compagnie mitraglieri a disposizione del comando di brigata
  • 3 compagnie mitraglieri a disposizione del comando di Divisione
  • Comando di gruppo ed un altro squadrone di cavalleria
  • Servizi vari di supporto
  • 2 squadriglie di aeroplani
  • Compagnia zappatori del genio
  • Reparto ferrovieri del genio con 10 locomotive, 16 bagagliai, 150 vagoni
  • Sezione aerostatica autocampale
Non è inviata direttamente a Monastir, ma va a sostituire le posizioni precedentemente occupate dalla Cagliari, che è già in marcia per Monastir.
18 ottobre
I serbi
attraversano la Cerna e si trincerano nei pressi di Brod. Nel frattempo i francesi combattono vicino a Kremenitsa. Tutte le parti registrano perdite pesantissime. I bulgari sono senza proiettili d’artiglieria e ciò ha ovvie conseguenze negative sul morale delle truppe.
FotoMacedonian Front, Old church in Eksisu
19 ottobre
Viene dato ordine alla Brigata Cagliari 63° e 64° Fanteria -, comandata dal Generale Desenzani, di passare a disposizione dell’Armée Française d’Orient per prendere parte alle operazioni attive nella zona di Monastir.
​
​Sull’argomento Petitti scrive:
​“mentre vedo con dolore allontanarsi temporaneamente dal resto del contingente italiano la Brigata Cagliari e le belle truppe che l’accompagnano, sono lieto che ci sia finalmente concesso di misurarci in campo aperto col nemico.” Nel trasferimento, la Brigata Cagliari utilizzò la linea ferroviaria Salonicco-Monastir fino alla stazione di Eksisu, distante non meno di 50 chilometri dalle truppe; l’interruzione della ferrovia, non permetteva il suo utilizzo fino a Ranica o addirittura a Florina. D’altronde anche il tratto utilizzato era in pessime condizioni ed il materiale scadentissimo: il tutto con personale insufficiente e non idoneo”.

L’ufficiale Villardi, così descrisse il viaggio Salonicco – Monastir:
“il viaggio in ferrovia (a Monastir) non era certo un’esperienza piacevole; si passava una nottata in un vagone lurido, spesso ravvivato da cimici, nel buio più perfetto, coi vetri rotti e i cuscini lacerati. Questo lussuoso convoglio ci conduceva fino a Armenohor (la stazione per Florina), d’onde si terminava il viaggio in camion. Ma era più interessante fare tutto il percorso in camion o in automobile, oltre ché assai più comodo e rapido.”
La strada che univa Eksisu alla zona delle operazioni era solo per una parte percorribile in autocarri:
“circostanze tutte che rendono ancora più precario il rendimento della linea, già molto limitato per se stesso. Non sembra però che lo stato maggiore francese se ne preoccupi e provveda ad eliminare o a ridurre gli inconvenienti suddetti, mentre l’importanza della linea aumenta ogni giorno per l’affluenza di nuove truppe (italiane e russe) e per lo sviluppo che sembra debbano assumere le operazioni. Tutte le circostanze suaccennate hanno fatto si che il trasferimento della Brigata Cagliari in quella regione, benché reputato importantissimo e della massima urgenza dal comandante in capo, che tiene le truppe italiane come unica sua riserva, proceda con una lentezza eccessiva. Si ha infatti disponibile giornalmente, per tale trasferimento, 2 soli treni di 20 carri divisi in certi tratti in 2 treni di 10 carri, non consentendo la linea il transito di treni più lunghi. Ad Eksisu manca assolutamente un organo che diriga o coordini tutti i servizi dei vari contingenti francesi, russi, serbi e italiani; di modo che vi regna la massima confusione con le conseguenze che ne risultano inevitabili. Quanto sopra ho esposto e molti che ometto per brevità, provano da parte degli enti interessati una deplorevole imprevidenza e dimostrano la mancanza assoluta dell’azione direttiva del Comando in Capo. Debbo far noto ancora che non pare che regni la migliore armonia fra le truppe combattenti verso Monastir; i russi e serbi, che a quanto risulta hanno combattuto molto valorosamente, subendo perdite rilevanti, accusano i francesi di averli mandati al macello, riservando a se il merito del vantaggio ottenuti”.

19 ottobre
Comunicato del Comando Supremo bulgaro:
“tra il lago di Prespa e Ia ferrovia Monastir-Florina, consueto fuoco di artiglieria. Nella conca della Cerna violento fuoco di artiglieria e azioni di fanteria. Il combattimento continua. Un debole attacco contro Tarnova fu respinto. Nella valle della Mogleniza e ai due lati del Vardar debole attività di   artiglieria. Ai piedi dei monti Belas calma.  Sul fronte della Struma viva attività di ricognizioni e in alcuni luoghi debole fuoco di artiglieria. Sul litorale del mare Egeo un incrociatore nemico bombardò le colline intorno al villaggio di Orfano”.
20 ottobre
Un comunicato francese sulle azioni del giorno 18 dice:
“sul fronte dello Struma al Vardar Iotta di artiglieria intermittente. Sulla riva sinistra della Cerna i serbi continuando Ia loro avanzata a nord di Brod hanno riportato uri brillante successo sui bulgari. Essi hanno preso d'assalto l'altopiano ed il villaggio di Veljeselo mettendo in rotta importanti forze   nemiche. Le perdite dei bulgari sono elevatissime. Durante questa azione i serbi hanno   preso   tre cannoni, parecchie mitragliatrici ed un centinaio di prigionieri”.
FotoMacedonian Front, French wounded in Monastir area
20 ottobre
Un comunicato ufficiale serbo annuncia:
“nella giornata del 18, dopo Iotta accanita, le nostre truppe sconfissero i bulgari sulla riva sinistra della Cerna. II villaggio di Brod, potentemente fortificato, e le colline situate a nord di questa villaggio, come pure il villaggio di Veljeselo addero nelle nostre mani. I bulgari in fuga si dispersero verso nord inseguiti dalle nostre truppe. I nostri trofei in questa giornata furono 3 cannoni, 4 mitragliatrici, materiale di guerra e grande numero di prigionieri, fra cui alcuni ufficiali. La nostra artiglieria incendiò un deposito nemico presso il villaggio Prologue e i nostri aeroplani bombardarono con successo truppe e convogli nemici in ritirata. Sul rimanente fronte combattimenti violenti continuano pure favorevolmente per noi. Il numero dei cannoni presi dal 14 ottobre ascende a 43”.

20 ottobre
Un comunicato bulgaro:
“un combattimento accanito presso l'anello della Cerna continua. I serbi spiegarono una particolare attività per avanzare”.
21 ottobre
Dall'Agenzia Stefani interessanti osservazioni sull’esercito austro-ungarico:
"sebbene sia assai difficile avere notizie esatte intorno alle perdite nemiche è tuttavia possibile   accertarle indirettamente in vari modi con qualche approssimazione. Così dal calcolo delle classi finora mobilitate e dal loro gettito medio risulta che a tutto l'aprile scorso l'impero austro-ungarico aveva chiamato alle armi circa 7.400.00 uomini.  Di essi risulterebbero attualmente disponibili   circa 3.000.000 dei quali 300.00 ancora in istruzione presso i depositi. L'enorme differenza, di 4.400.000 rappresenterebbero appunto Ie perdite in prigionieri, morti, feriti, dispersi, invalidi, degenti in luoghi di cura, in licenza di convalescenza, ecc., dei quali solo una   parte potrà poi man mano rendersi nuovamente disponibile. Una· riprova della approssimativa esattezza di tali dati può essere ottenuta dall'esame del numero dei riparti di marcia a mano a mano incorporati nell'esercito austro-ungarico dall' inizio delle ostilità e di cui  Ia funzione  principale è  appunto quella  di colmare i vuoti  prodotti dalla guerra nelle unita campali (Feldformation). Sinora sarebbero state assorbite 23 Marschformationen aventi ciascuna Ia forza media di 215.000 uomini, cosicché quasi 5.000.00 di soldati sono occorsi per ricostituire gli effettivi. Di questi 5.000.00 una parte (circa 600.000) si può ritenere costituita da soldati guariti e che ritornarono nelle unita combattenti. I rimanenti (4.400.000) rappresenterebbero le perdite effettive dell'esercito austro-ungarico. La costituzione di nuove formazioni di marcia non è però, un processo che possa continuare indefinitamente quando, come si è visto, l'Austria-Ungheria ha già usato a questo scopo persino la classe dei diciottenni, da un lato, e quella dei cinquantenni dall'altro. Ossia Ia Monarchia non dispone ormai, per colmare i vuoti prodotti dalla guerra, che degli scarsi avanzi delle revisioni mediche, di talune classi, dopo i quali  non "le rimane che ricorrere ai giovinetti diciassettenni ed ai vecchi oltre 51 anni di età i quali, per altro sino alla classe di 55 anni, compresa, sono già impegnati nei  servizi ausiliari”.
FotoMacedonian Front, Dova Tepe map
23 ottobre 
​La Cagliari, presente nella zona di Dojran, viene sostituita dalla Brigata Ivrea (161° e 162° Reggimento), dal 236° reparto mitraglieri ed altri elementi dei vari servizi. La Cagliari viene quindi trasferita nella zona di Monastir assieme ad uno squadrone di cavalleria e da alcune batterie di pezzi da montagna. Nonostante il contingente italiano disponesse di un discreto numero di muli, di carri e qualche decina di camion, per superare i numerosi ostacoli naturali, vallate paludose e fiumi, i genieri costruirono diversi ponti e organizzarono addirittura delle teleferiche per il trasferimento dei rifornimenti e dell'armamento pesante. Il tutto avvenne sotto continue piogge battenti e tormente di neve. L’Ivrea viene posizionata così: 161° Reggimento tra Dova Tepe, Kara Ormau e Baisili, mentre il 162° Reggimento vicino a Siradzgli.

25 ottobre
Il corrispondente del Daily  Telegraph sull’avanzata verso Monastir scrive:
“che Ia lotta dovesse essere Iunga lo si sapeva poichè su quasi tutta Ia linea si tratta di un attacco frontale contro difese preparate con perizia e pazienza sull'ultimo modello tedesco. I reticolati hanno lo spessore di 5 chilometri ed il filo di ferro è forte e resistente. Le fotografie prese dagli areoplani mostrano una trincea profonda che taglia Ia valle di Monastir passando al sud di Mesgidli-Kenali, per riannodarsi alla sponda sinistra del fiume Sakuleva sino alia Cerna, che a sua volta diventa parte della difesa bulgara sino a Brod. È qui che lottano serbi e bulgari. I serbi a nord del fiume Cerna hanno oltrepassato Brod e sono già alle spalle dei difensori di Monastir. Le posizioni bulgare però sono protette da una posizione forte, benchè isolata, intorno a Jaratok e Monastir è anche difesa, come è noto, dalle paludi formate dal fiume”.
25 ottobre
​Avviene Ia congiunzione nella regione di Koritza-Premeti della cavalleria dell'esercito di Salonicco con quella del corpo italiano di Valona. Il rischio che i bulgari riuscissero ad infiltrarsi sul fianco sinistro dell'esercito di Salonicco è stato scongiurato.
26 ottobre
Un comunicato annuncia:
“a nord di monti Starkov Grob i serbi ricacciarono i tedesco-bulgari e si impadronirono di una altura fortificata al confluente della Cerna colla Strosniza facendo 100 prigionieri.  A sud-ovest del lago di Prespa la cavalleria francese, appoggiata da elementi di fanteria, occupò il 24 il ponte di Svezda e i villaggi di Golcherda e Laisiza. Sul resto del fronte la nebbia ostacolò le operazioni”.

​Da Londra:
“malgrado l'arrivo di rinforzi freschi, tutti i tentativi bulgari di riconquistare il terreno perduto sono falliti.  Mille prigionieri, furono fatti dai serbi durante il recente attacco e si trattava per di più di soldati inviati nei Balcani recentemente dal fronte galiziano. I prigionieri sono concordi nell'asserire che i bulgari abbondano di uova ed altri cibi, ma che Ia carne è scarsa. Essi dicono pure che i bulgari disperano di impedire ai serbi di impadronirsi di Monastir. Molti uomini del contingente tedesco caddero vittime della malaria che infesta la regione paludosa al sud della città. Tre soldati romeni prigionieri dei bulgari riuscirono an eludere la vigilanza dei custodi e, dopo perigliose avventure giunsero al campo dei francesi”.
FotoMacedonian front, Bulgarian gun 105
30 ottobre
Un comunicato bulgaro annuncia:
“a sud-ovest del lago di Prespa scontri favorevoli tra distaccamenti in ricognizione e di   avanguardia. Dalle due parti della ferrovia Monastir-Florina viva attività di artiglieria. Un debole attacco nemico a Sud di Gradesniza ed un altro contra Kenali furono respinti. Nella curva della Cerna combattimenti importanti. I nostri alleati tedeschi respinsero durante la giornata con contrattacchi due forti attacchi nemici presso Valieselo.  Verso sera il nemico rinnovò varie volte attacchi accaniti su un fronte più esteso ma fu respinto. Nella valle della Mogleniza e dalle due parti del Vardar, debole fuoco di artiglieria. Respingemmo i serbi dalle loro trincee su di un monte. Ai piedi dei monti Belas e sul fronte della Struma debole cannoneggiamento e scontri tra distaccamenti in esplorazione”.

30 ottobre
il Daily Telegraph scrive:
“dopo la rapida avanzata dei serbi nello scorso mese Ia battaglia per  Monastir sembra procedere assai  lenta, ma non va dimenticato il fatto che avanzando gli Alleati hanno allungato alquanto le linee di comunicazione aumentando così considerevolmente le  difficoltà dei  trasporti, mentre i bulgari, ritirandosi, si sono avvicinati alle Ioro  basi  di   rifornimento ed  alle  riserve. Sul settore che va dal lago di Prespa sino ad oriente di Kaimakcialan vi furono attacchi parziali. I francesi sferrarono vari assalti contro  le  trincee  bulgare  davanti a  Kenali nella   pianura  ed  un corpo d'armata serbo  si slanciò  contro le  posizioni  bulgare ad est di  Kenali espugnandole. L'attacco cosi  fortunatamente incominciato fu  continuato ed alla  fine della  giornata i serbi si  erano impossessati  di  tre  villaggi   ed  avevano avanzato  le  loro  posizioni sino  a  minacciare  l'accerchiamento di  Kenali. All'assalto di  ieri  presero parte i russi  a sinistra, i francesi  al  centro ed  i serbi sulle  colline che incorniciavano Ia  Cerna”.
Foto
Cerna river
Foto
Cerna river
31 ottobre
La stampa austriaca sulla presenza degli italiani Valona, da cui poter, di fatto, controllare l’ingresso dell’Adriatico, scrive:
“gli austro-Ungheresi e i bulgari trovarono a Valona una potente fortezza contra  Ia  quale Ie  loro forze non  erano  sufficienti: non fu  quindi possibile pensare  ad   un  assedio   in  piena  regola. Gli italiani occuparono nei primi  di  aprile una potentissima linea  di difesa eccellentemente costruita. Le truppe avevano impiegato assai bene il tempo ponendo  in  posizioni   batterie su  tutte le  alture dominanti e  costruendo uri esteso sistema di  trincee ben armate, erano  ben  rifornite  e  disponevano del  mare   quale linea  di comunicazione alle  spalle”.
31 ottobre
​Comunicato francese:
“aeroplani inglesi bombardarono importanti  posizioni nemiche  a Demi  Hissar. L’artiglieria italiana  prese sotto  i suoi  fuochi e  disperse i bulgari verso Akigiali (nord est  del  lago di  Dorian), i serbi continuano il loro progresso  nell'anello della Cerna. Ad ovest  del  lago  di  Prespa i francesi  occuparono il monastero di  Singeri. In linea generate il maltempo ha  rallentato  le  operazioni”
31 ottobre
La 28° Divisione inglese occupa Barakli Jum'a. 
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