Settembre Una energica controffensiva delle truppe serbe e francesi nella regione del lago di Ostrovo e di Florina allontana l’immediata minaccia nemica contro la Grecia e contro Salonicco. Le truppe bulgare costrette ad indietreggiare di 40-50 chilometri sotto la pressione franco-serba, abbandonano Florina ed erano ripiegate su Monastir lasciando ai Serbi il dominio del Kajmakialan e la realizzazione di alcuni progressi anche ad est del Crna, nella zona di Vetrenik (cima a quota 1440 tra il Crna ed il Vardar).
Gen. Petitti and Roques
Settembre Il Comandante Petitti di Roreto, che nel seguito della campagna avrebbe dimostrato sempre un atteggiamento critico sulle decisioni del generale Sarrail, descrive così le sue impressioni sulle condizioni sanitarie e di efficienza degli eserciti alleati in Macedonia: “l’inazione della quale si fa un carico al generale Sarrail è dovuta, per quanto mi risulta, a deficienza di forza. Le 5 Divisioni inglesi e le 4 Divisioni francesi hanno subito durante l’estate perdite enormi per malaria, per tifo e dissenteria, e non hanno ricevuto che un numero assolutamente insufficiente di complementi. Attualmente secondo informazioni datemi da persone degne di fede, ed in condizioni di essere al corrente della situazione, le due armate inglese e francese non superano, complessivamente, le 70.000 baionette. Altrettanti, forse, sono i Serbi; ma si calcola che, sopportando il maggior peso della guerra, perdano mensilmente circa 20.000 uomini, tra morti, feriti ed ammalati, dei quali metà soltanto potranno ritornare nelle file. Ed i serbi non ricevono complimenti che in misura scarsa e saltuaria. I Russi avevano qui una brigata, e pare avessero intenzione di portare il loro contingente ad una divisione; finora non sono giunti che scarsi rinforzi, meno di un reggimento. Il piroscafo Gallia, che portava da Marsiglia a Salonicco circa 2500 uomini russi e serbi, è stato silurato nelle acque della Sardegna; si sono salvati 200 uomini. La mia divisione ha perduto in meno di due mesi quasi 5000 uomini, pochi dei quali potranno riprendere prossimamente servizio; la maggior parte sono stati rimpatriati, o lo saranno man mano che si renderanno disponibili le navi-ospedale perché affetti da forme così gravi di malaria da esigere molte cure ed una lunga convalescenza. Devo però segnalare che la mia Divisione è la sola che riceve prontamente e regolarmente i complementi che le occorrono. Quanto avviene per le fanterie, si verifica in misura non minore per le altre armi. Le batterie francesi in posizione sul mio fronte hanno meno della metà del personale che loro occorrerebbe; e mi risulta che intere batterie inglesi rimangono inutilizzate per assoluta mancanza di serventi. Concludendo le truppe agli ordini del generale Sarrail sono al di sotto di duecentomila uomini, e ritengo che non solo siano assolutamente insufficienti per svolgere e portare a fondo una offensiva di qualche importanza, ma che difficilmente potrebbero resistere, sull’esteso fronte che occupano, ad un attacco condotto energicamente.“
Macedonian Front: Dova Tepè fortress
1 settembre Le truppe italiane vengono spostate nel fronte del lago Dojran (tra il lago ed il forte Dova Tepi) per fronteggiare i bulgari. Il compito degli italiani è di dare il cambio ad una Divisione e mezza francese (57° Divisione coloniale francese e parte della 17°). La zona, chiamata Krusa-balcan comprende una linea di fronte di circa 50 km dove i soldati italiani sono esposti al tiro nemico dalle antistanti creste montagnose dei Piani di Beles. Il nemico è superiore numericamente e dotato di potente ed abbondante artiglieria, mentre la nostra divisione non dispone che delle proprie batterie da montagna e di poche batterie di medio calibro francesi. I soldati italiani devono trincerarsi in una zona in parte aspra e montagnosa e in parte cosparsa da vaste e malsane paludi. Nel giro di poche settimane, la malaria inizia infatti a colpire mettendo fuori combattimento diverse centinaia di soldati. La Brigata Sicilia si posiziona nel tratto Akbuzalik-Poroj alto Sokolovo.
1 settembre La Bulgaria dichiara guerra alla Romania.
Settembre Le truppe italiane impegnate in Albania entrano a Tepeleni e Argirocastro.
3 settembre I bulgari continuano l'occupazione della Grecia orientale: hanno oramai circondato Drama, Serres e Eleutheroupolis, nonchè il forte di Kavala.
Macedonian front: italian soldiers
5 settembre Un telegramma diffonde queste notizie circa il corpo di spedizione italiano, sbarcato l'11 agosto: “avant'ieri circolò a Salonicco insistente Ia voce che le nostre truppe avevano già impegnato, colla musica in testa, un combattimento contro i bulgari riportando un brillante successo. La voce era assolutamente infondata, essendo sinora avvenuti soltanto scambi di qualche cannonata. Visitai ieri le linee italiane assistendo con emozione al saluto della nostra bandiera, piantata in queste lontane terre davanti alla tenda del Comando contro le forti posizioni occupate dai bulgaro-tedeschi; mentre il loro Cannone rintronava ad intervalli senza risposta. L'ampia pianura che si svolge ad una settantina di chilometri dietro Salonicco sino alla boscosa catena di monti e fertile, ma incolta, con qualche raro Iembo verdeggiante e qualche misero villaggio che risorge dalle impressionanti rovine sparsevi dalla recente guerra greco-bulgara. Domina ovunque lo squallore, che testimonia la feroce persecuzione del flagello amministrativo e del brigantaggio dei “comitagi” che dissanguarono e martirizzarono sino a ieri Ia feconda ed infelice Macedonia. Oggi il possente respiro di forza, di ricchezza, di civiltà emanato dalla formidabile preparazione guerresca degli Alleati rianima queste terre, che dal lago Tachyno ai laghi di Doiran e di Ostrovo sono come trasformate in un immenso campo militare, donde cinque eserciti di diversa nazionalità, sottoposti ad un unico Comando, si accingono ad infrangere Ia barriera nemica. Percorrendo l'ampia rete stradale creata dagli Alleati che si allarga ogni giorno per il crescente movimento automobilistico e ferroviario, si può giungere al campo italiano dopo poche ore di automobile. Le nostre truppe, tutte attendate in Iocalità pittoresche, che ricordano il più aspro fronte austriaco, non si dissimulano le gravi difficoltà del nuovo fronte, ma si mostrano sicure di superarle; i bene allenate da un anno di guerra ed avendo devota, completa fiducia nel loro capo, Generate Petitti, Ia cui salda fede nel nuovo successo si e diffusa negli ufficiali e nei soldati tutti. Ieri, durante Ia colazione sotto la bella tenda del Comando, l'ufficiale inglese che vi è addetto brindò con ammirazione all'esercito italiano, in cui nome il Generale Petitti disse patriottiche, elevate parole. I disertori bulgari cominciano a presentarsi al campo italiano. Ne vidi arrivare quattro barbuti, emaciati, nell'uniforme di panno (( kaki )) a brandelli, ma ben calzati, che dichiararono che le eccessive fatiche, i cattivi trattamenti e lo scarsissimo nutrimento li avevano spinti a disertare, soggiungendo inoltre di essere contenti di trovarsi fra italiani. Anche i musulmani, che formano Ia popolazione dei villaggi vicini ai nostri accampamenti, si mostrano deferenti verso i nostri soldati, che si sono subito adattati al nuovo ambiente e al clima sinora mite durante il giorno, ma già freddo alla notte. Tutti desiderano più frequenti comunicazioni postali con I’Italia. È cominciata a Salonicco Ia pubblicazione di un giornale italiano che riporta Ie ultime principali notizie ed il comunicato di Cadorna, soddisfacendo l'acuta curiosità dei nostri soldati. Anche le truppe italiane ultime arrivate sono già pronte lungo il fronte macedone ed attendono l’ora dell'offensiva generale”.
French pow in Serres summer 1916
6 settembre Il colonnello bulgaro Hristo Burmov, comandante della 10° Divisione Belomorska ed il generale tedesco Schmidt ottengono dai greci, che le liberano, l’autorizzazione ad occupare le alture attorno a Kavala. La guarnigione greca è confinata all’interno della città. La 6° Divisione greca per evitare di essere catturata dai Bulgari muove verso Solun.
9 settembre Una squadra inglese sbarca a Kavala e distrugge la radio isolando così la città dal resto del Paese. Alcuni vascelli inglesi attraccano di notte al porto per accogliere la 6° Divisone greca, ma il comando greco rifiuta.
10 settembre Il commando Greco inoltra al maggiore Tedesco von Schweinitz la richiesta di garantire il libero movimento da parte della guarnigione greca con gli armamenti.
11 settembre Il Field Marshal von Hindenburg così risponde alla richiesta greca: “ ….gli uomini delle forze greche non devono essere considerati prigionieri, ma ospiti dei tedeschi…”. Durante la notte la guarnigione greca di Kavala, 400 ufficiali e 6.000 uomini, lascia la città.
11-12 settembre Avviene il primo impiego italiano. Gli avamposti della Brigata Sicilia attaccano i distaccamenti bulgari lungo la direttrice Butkovo-Dzaferli-Mandradzik; escono alcune pattuglie di cavalleria e fanteria del II/61 della Sicilia che si scontrano con le prime resistenze a Butkovo-Dzuma.
Macedonian front: italian soldiers
11 settembre Dalle memorie del tenente colonnello Mario Pecchio "...è una giornata serena e luminosa. Il 61° Fanteria, avanzando, prende subito contatto col nemico e ne mette in fuga i reparti d'esplorazione, mentre lo squadrone cavaileggeri di Lucca protegge arditamente i fianchi della fanteria. Il terreno è quanto mai difficile, pieno di acquitrini dalle alte erbe, che rendono più lenta l'avanzata, che é appoggiata da una batteria da montagna. Ad un tratto la batteria nemica da 105 in caverna sulla montagna sopra Poroy, apre il fuoco sul 2° battaglione, che avanza sino ad arrestarsi a 100 metri dalla ferrovia, ove si trincera. Qui abbiamo le prime perdite : un ufficiale e 5 soldati uccisi da schegge di granata nemica.: è il primo sangue italiano che irrora, in combattimento, la terra desolata di Macedonia…(omissis)…A sera le nostre truppe rientrano a scaglioni in Butkova, in ordine perfetto e coraggiosamente calmi. La prima giornata si chiudeva brillantemente. Ogni compito era stato assolto."
12 settembre Un comunicato riassume le attività, ferme da qualche giorno, tra bulgari e alleati: “le ricognizioni e i bombardamenti (francesi) incominciati il giorno 10 si sono ieri e oggi estesi a quasi tutta l'intero fronte, aumentando di intensità. in qualche punto. Il cannone e le mitragliatrici hanno fino a stasera violentemente echeggiato dal lago di Tachina fino ai manti Beles e al lago di Ostrovo. Anche le truppe italiane hanno partecipato all'azione generale intrapresa dagli Alleati ed hanno efficacemente bombardato le posizioni nemiche, che hanno risposto con accanimento. Lungo lo Struma, davanti ai manti Beles e Doiran, e all'ovest del Iago di Ostrovo si sono svolte ricognizioni offensive che hanno smascherato le forze avversarie e le hanno in qualche punto costrette a ritirarsi. Gli inglesi hanno continuato ad oltrepassare la Struma scacciando i bulgari da qualche villaggio e respingendone i contrattacchi. I francesi hanno operato animosamente nella zona a nord di Tozani ricacciando elementi bulgari infiltratesi e facendo alcuni prigionieri. Un'importante ricognizione eseguirono le fanterie italiane verso lo Struma attirando rilevanti forze nemiche e· adempiendo pienamente al compito ardito loro affidato dal generale Serrail. Le azioni finora svolte hanno rivelato che il nemico può disporre di forze non trascurabili, è fornito di artiglieria di varia calibro ed ha avuto ordine di opporre Ia più tenace resistenza. Tuttavia ha dovuto cedere in qualche punto davanti al poderoso urto degli Alleati”.
12 settembre Dalle memorie del tenente colonnello Mario Pecchio "...l'azione si riprende all'alba, con obbiettivo Butkova-Dzourna, a sud-ovest di Dzaferli: Stormi di cavalleria lanciati avanti non trovano seria resistenza. Dopo quasi un'ora di cammino, senza incidenti, scariche improvvise di fucileria accolgono le compagnie che stavano per giungere al paese; i bulgari avevano occupato tutti i rialzi del terreno, le piante frondose, da cui potevano svolgere efficace azione di fuoco sulle nostre truppe avanzanti. I Bulgari muovendo all'attacco tentano di far arretrare la linea del battaglione giunto ormai alle porte di Butkova-Dzouma, al centro e alla sinistra; ma la compagnia di destra, distesa dietro una ondulazione del ter-reno, continua un nutrito efficace fuoco sul nemico. La compagnia di rincalzo appiattata fra Cajr-Mak e Butkovo-Dzouma, col concorso delle truppe avanzate del battaglione, risolutamente interviene ad in-frangere l'attacco bulgaro. Il nemico arrestato, oppone viva resistenza nel paese contro le nostre truppe che vanno al contrattacco impetuosamente, sostenuto dal fuoco della nostra artiglieria. La battaglia si accanì fino a sera, violenta ed indecisa. La notte portò una sosta, ed i nostri, compiuta ormai l'azione dimostrativa rientravano a Butkova…. (omissis) …Lontano, nella notte luminosa, un bombardamento intenso interminabile, esasperante... Il bombardamento oltre Ostrovo, verso l'obbiettivo di Monastìr…..(omissis)."
12-14 settembre Battaglia di KajmakcaIan: serbi passando attraverso le colline arrivano fino al villaggio di Batachin (circa 1000 m/s) e da qui iniziano a salire verso il Kajmakcalan. Vengono posizionate le artiglierie. In prossimità delle linee nemiche sferrano un primo attacco, ma il loro successo iniziale non può essere sfruttato per la lentezza con cui i francesi alla sinistra avanzano. Rientrano quindi nelle posizioni iniziali.
12 settembre Le truppe dell'Intesa, rinforzate nel frattempo da alcuni reparti serbi e russi, riescono ad organizzare un potente contrattacco nella zona di Malka, Nidze e Orehovo. La battaglia di Gornichevo è caratterizzata da due attacchi simultanei:
attacco serbo verso Malka Nidzhe and Gornichevo su un fronte di 10 km, 3° Armata serba, prima linea bulgara: 1° e 2° Brigata di fanteria, 15 batterie di cannoni, seconda linea bulgara: 3 Battaglioni di fanteria
attacco franco-russo a sud ovest del lago Ostrovo su un fronte di 20 km, 156° e 57° Divisione francese + 1 Brigata di fanteria russa + 1 Divisione di cavalleria serba, prima linea bulgara: 3 Battaglioni di fanteria, 3 batterie, 6 Squadroni di cavalleria, seconda linea bulgara: 3 Squadroni di cavalleria e 5 batterie
12 settembre Gli alleati iniziano un pesante bombardamento delle difese bulgare-tedesche di Makuchovo. L’azione durerà 3 giorni. Gli alleati utilizzano obici pesanti per distruggere le trincee nemiche, cannoni da campagna per interrompere le loro line di collegamento e cannoni pesanti per annientare la loro artiglieria.
12 settembre Inizia la battaglia di Gornichevo: : alla mattina le batterie alleate iniziano a battere il settore Malka Nidzhe. Il bombardamento continuerà tutto il giorno. Nel frattempo la fanteria serba si porta a ridosso del filo spinato bulgaro in direzione di Gornichevo, ma viene fermata dall'artiglieria bulgara. I bulgari lanciano il contrattacco alla sera, non tanto per guadagnare terreno, ma per mantenere le posizioni che, invece, divennero indifendibili a causa del pesante bombardamento che scatenano i serbi (400 perdite bulgare). Contemporaneamente i francesi e russi attaccano più a sud-ovest obbligando i bulgari a ritirarsi verso Malareka Ridge.
13 settembre Dal bollettino del. Comando Supremo Italiano Nella zona ad ovest del lago di Butkovo nostre colonne, nelle giornate dell’11 e del 12, impegnarono piccoli combattimenti con reparti bulgari ricacciandoli oltre la ferrovia da Doyran a Demir-Hissar”
13 settembre Battaglia di Gornitchevo: l'artiglieria serba continua il bombardamento permettendo alla propria fanteria di avvicinarsi alle linee nemiche che però nel frattempo si erano ritirate sulla linea Malka Nidzhe.
13 settembre La 22° Divisione inglese è impegnata nella battaglia di Machukovo. Dopo che le pattuglie avevano verificato le zone dove le linee di filo spinato erano maggiormente danneggiate, iniziò l’attacco della fanteria. L’obbiettivo era quello di conquistare, anche temporaneamente, una posizione che i bulgari chiamavano "Machine-gun Hill," allo scopo di distrarli dal successivo attacco franco-serbo nella parte ovest di Makuchevo. Lancashire Fusiliers e il Liverpool Regiment, supportato dai East Lancashire e R. W. Fusiliers, in meno di un’ora e mezza conquistano le posizioni, facendo circa 50 prigionieri e prendendo 9 mitragliatrici.
14 settembre Battaglia di Gornitchevo: Malka Nidzhe. L'artiglieria alleata inizia a colpire le artiglierie bulgare che non possono così sostenere la propria fanteria. Alle 10 i serbi attaccano penetrando per quasi 1 km nelle linee controllate dal 23° e 30° Reggimento bulgaro. Anche i rinforzi bulgari inviati per chiudere il buco devono rapidamente ritirarsi. Anche gli artiglieri devono ritirarsi lasciando così i cannoni danneggiati ai serbi. Senza l'appoggio della propria artiglieria l'intero fronte bulgaro diventa indifendibile. La prima linea bulgara si ritira a Banica dove si riunisce con il 12° Reggimento a riserva. I bulgari perdono circa il 20% degli uomini ed una gran parte dei cannoni. L’azione serba a Gornichevo costringe i bulgari ad abbandonare anche le posizioni di Malareka Ridge e a ritirarsi verso nord.
14 settembre I bulgari iniziano a bombardare con ogni batteria disponibile le posizioni conquistate dagli inglesi che per evitare inutili perdite si ritirano nelle linee di partenza. Nel frattempo l’attacco franco-serbo è iniziato con grande energia. I serbi impiegano la 3° Armata sotto il comando del Generale Vassitch e 1° Armata sotto il voivoda Misitch sostenuti dall’artiglieria francese. La 2° Armata serba rimane posizionata sulla linea del fronte di Moglena.
Macedonian front: italian troops
14 settembre Dalle memorie del tenente colonnello Mario Pecchio "...una nebbia densissima avvolgeva tutta l'ampia valle del Butkova e saliva sino alla vetta dei Beles. All'alba del 14 settembre incominciarono le prime avvisaglie. All'improvviso nell'oscurità, un crepitio insistente, lungo, petulante di mitragliatrici. Sono quelle nemiche che hanno aperto il fuoco sul monastero di Poroy alto, a nord del paese. Il nemico, fatto ardito dal tiro delle sue artiglierie e delle sue bombarde, iniziò l'attacco, ma i reparti avanzati del 2° e 3° Battaglione del 62° Fanteria ne infrangono immediatamente l'impeto. Un altro tentativo dell'avversario, all'estrema destra del paese è ugualmente sventato. La nebbia si dirada. Tutto torna calmo. Azzurro è il sole, scintillante, in una gloriosa festa di luce e di tepore. Alle 14 del pomeriggio improvvisamente l'azione riprende impetuosissima…….Un violento fuoco di artiglieria e bombarde, prende di mira le casette di Poroy alto, a destra ed a sinistra del torrente omonimo che vi passa nel mezzo : incomincia poco dopo, il fuoco di fucileria intenso, da ogni parte, coi primi tentativi delle pattuglie avversarie che tentano superare i reticolati, appena all'inizio della loro costruzione. Un incendio appiccicato ad arte e favorito dal vento, bruciando erba e cespugli, si propaga fino ai nostri reticolati. Il fuoco di artiglieria nemica continua insistente, per quanto controbattuto dalla nostra. Il nemico era in forze e premeva da tutte le parti. La consegna del posto stabiliva che le truppe dovessero fare una prima resistenza, per poi ripiegare senz'altro sulla linea di resistenza principale del Butkova. Già il reparto nostro al monastero, posto avanzato all'estrema sinistra del paese che aveva respinto l'attacco del mattino, ha dovuto ripiegare a causa del bombardamento che ha sconvolto le buche che i soldati avevano, nei pochi giorni di permanenza, tentato di convertire in trincea. Esso si è fermato al margine delle prime case, disteso fra le rovine e negli orti, dietro le siepi e cespugli, per ritardare col fuoco l'avanzata del nemico che incalza, per cercare se possibile, di correre al contrattacco. Nel frattempo, all'estrema destra, una grossa colonna nemica, guidata da ufficiali tedeschi si è insinuata, provenendo da Todoric, in una grande macchia boscosa. I nostri piccoli posti che fronteggiavano ad est, dato l'allarme, hanno ripiegato di fronte all'incalzare di forze soverchianti, le quali procedevano innanzi risolutamente. La situazione intanto si fa sempre più critica. Il nemico favorito nella sua avanzata dal terreno perfettamente coperto, tenta di accerchiare la 64° compagnia del 62°; la battaglia si accende violenta, furibonda, con terribili corpo a corpo. Le munizioni incominciano a difettare, ancora un po' e tutto tace…(omissis)…Gli. eroi della compagnia di retroguardia del 62° si sacrificarono per la salvezza degli altri…(omissis)…I distaccamenti nostri di Poroy basso e Matnica, attaccati anch'essi dal nemico in forze soverchianti riuscirono a svincolarsi in tempo…..(omissis)…"
14 settembre Una lettera da Salonicco così descrive le azioni italiane del 11 e 12 settembre: “il tratto compreso fra il lago di Doiran e Demir Hissar e separante le truppe italiane dalle truppe ne miche è formato da una striscia pianeggiante della larghezza media di 8 km incassata fra lo sperone del Kruzabalkan e l'aspra catena dei manti Belas occupata dalle fanterie e dalle artiglierie bulgare. Il fronte bulgaro corre lungo Ia dorsale dei monti Belas dal villaggio di Doiran fino a Rupel e Demir Hissar compresi i villaggi di Spatovo e Ormauli ad est della Struma. I reparti italiani sono abbarbicati in vari punti delle pendici meridionali dei monti Belas. ll terreno da Doiran a Demir Hissar, dove hanno avuto inizio i movimenti italiani, si stende per circa 50 km quasi interamente scoperto, e in parte paludosa come intorno al lago Butkovo, formato dalle infiltrazioni della Struma. È attraversato dalla linea ferroviaria Salonicco-Costantinopoli il cui tratto Doiran-Demir Hissar e dominato dalle artiglierie e interrotto. La mattina dell’11 settembre i cannoni italiani iniziarono il bombardamento. Risposero gli invisibili 105 nemici. La nostra cavalleria avanzò costeggiando i pantanosi margini del lago di Butkovo e irradiandosi verso i villaggi di Dzaferli e Mandradzic, posti oltre Ia ferrovia. Dietro veniva la fanteria. I bulgari sospettando un vasto movimento offensivo intensificarono il fuoco e adunarono rinforzi per impegnarli contro gli italiani. II principale scopo della nostra azione era così raggiunto, Gli inglesi intanto, lungo lo Struma e presso il Iago di Doiran, i franco-russo-serbi nel settore di Ostrovo, si spingevano innanzi e attaccavano alcune posizioni avanzate del nemico, ricacciandolo. Si compiva così un'azione generale dimostrativa e in qualche punta offensiva che ha seriamente molestato il nemico sconsigliandolo dal distrarre forze dal fronte macedone per mandarle contra la Romania. La medesima azione è stata proseguita il 12. Gli italiani hanno incontrato maggiore resistenza avendo i bulgari impiegato rinforzi. Dopo avere raggiunto Ia linea ferroviaria e dopo aver tenuto impegnati forti nuclei nemici agevolando l'azione ripresa dagli Alleati all'ala destra e alla sinistra, le nostre truppe sono tornate nelle loro posizioni”.
15 settembre Il Generale Petitti di Roreto esterna il proprio malumore al Generale Cadorna riguardo al fronte assegnato agli italiani che richiedeva importanti lavori di fortificazione: “io ho fatto finora del mio meglio per dimostrare, al Comando in Capo in specie, ed alle varie rappresentanze degli eserciti alleati in generale, che le truppe italiane erano venute in Macedonia non per partecipare ad intrighi politici, ma unicamente per tenere alta la bandiera nazionale, e per acquistare, combattendo, il diritto di partecipare ai consigli internazionali che dovranno in avvenire decidere sulle sorti della penisola balcanica. Speravo che la divisione, minuziosamente e largamente organizzata per la guerra in montagna, venisse impiegata nelle operazioni offensive che sono in corso, in zona particolarmente adatta ai suoi mezzi. Vedendo, invece, che per rendere disponibili una divisione e mezza francese, mi si è affidata la difesa di un fronte molto importante ma di una estensione assolutamente sproporzionata alle mie forze, specialmente d’artiglieria, ho riportato l’impressione che si voglia approfittare della nostra buona volontà, e del nostro spirito di abnegazione, per assegnarci contemporaneamente la parte meno brillante, e le più gravi responsabilità. Con la lettera che annetto in copia alla presente, ho cercato di chiarire la situazione, e di mettere a posto le responsabilità. … Devo aggiungere che, con mia meraviglia, benché sia stata richiesta all’Italia, come suo concorso in Macedonia, una divisione attrezzata da montagna, tutti i generali con i quali ho avuto occasione di parlare, mi domandano se sono fornito di artiglierie pesanti …
15 settembre Ad una richiesta del tenente colonnello Gilbert circa un progettato attacco italiano sul Belasica Planina per impadronirsi di un tratto della cresta, il generale Petitti di Roreto osserva: "il tenente colonnello Gilbert mi ha comunicato che sarebbe desiderio di codesto comando che la 35 Divisione italiana cercasse di impadronirsi di un tratto della cresta del Belesa Planina, ovvero estendesse ancora il suo fronte verso sinistra, in modo da rendere disponibili alcuni reparti della 17 Divisione coloniale francese. Il tenente colonnello Gilbert ha soggiunto che nell’attacco del Belesa la 35 Divisione italiana non potrebbe contare sulla cooperazione delle truppe laterali, né sul concorso di batterie di medio e grosso calibro, ma dovrebbe, per contro, mantenere integralmente occupato il fronte attuale. E’ noto a codesto comando che il Belesa è tenuto da almeno cinque reggimenti di fanteria, con numerose artiglierie di tutti i calibri, con un’organizzazione difensiva di primo ordine (che emerge, in tutti i suoi particolari, dalle belle fotografie fatte dagli aviatori francesi); si tratta insomma di posizioni che non possono essere attaccate che con regolari operazioni d’assedio (sul genere di quelle che le truppe francesi compiono adesso sul fronte occidentale) vincendo enormi ostacoli che, nel caso che ci interessa, sarebbero ancora aumentati dalla difficoltà del terreno e dalla fatica della ascesa. Tentare una simile operazione con uno o due battaglioni, sostenuti da pochi mezzi di montagna, vorrebbe dire andare incontro ad uno scacco sicuro. Per quanto riguarda la eventuale estensione del mio fronte fino alla località di Gola (compresa) debbo rilevare che avrei aderito senz’altro al desiderio espressomi in tal senso ieri l’altro dal generale Gerome (come ho già fatto in un caso consimile, occupando Olasli, mentre, secondo gli ordini di codesto Comando dovevo giungere solo alla linea Surlovo/Ismaili) se non mi avessero trattenuto considerazioni di ordine generale. Il generale Gerome, invero, mi ha fatto sapere che, per suo conto, non avrebbe lasciato alcuna occupazione, ma solo una osservazione di pochi cavalieri tra Gola e Kilindir. In tali condizioni di cose io verrei ad assumere la responsabilità della difesa dell’intera zona ad est del lago Dojran, zona di facile percorribilità, nella quale il nemico manifesta notevole attività di pattuglie, e di fronte alla quale (Nikolik) ha riunito un gran numero di batterie, il che sembra preludere ad un prossimo attacco. Per l’onore delle mie truppe, e più ancora nell’interesse generale non ritengo di poter affrontare, con le forze delle quali dispongo, un compito di tanta gravità.. Animato dal solo desiderio di concorrere con le mie truppe, nel miglior modo possibile, al conseguimento dello scopo comune, ho aderito incondizionatamente a tutti i desideri manifestati da codesto comando. Sprovvisto ancora di una parte dei servizi, ho fatto compiere alle mie truppe in tre tappe, la marcia da Salonicco a Snevce, a costo di perdere molti uomini per le febbri di surménage. Ho occupato con artiglierie meno numerose e meno potenti un fronte alquanto più esteso di quello precedentemente tenuto dalla 57° Divisione francese. Ho mantenuto l’occupazione dei posti avanzati alle falde del Belesa, inchinandomi a considerazioni di ordine politico, mentre nella impossibilità di sostenerli con le mie artiglierie di scarsa portata, ovvie considerazioni di ordine militare avrebbero consigliato di ritirarli. Ho assolto il compito ingrato di attaccare disastrativamente verso Mandrazik e Dutcheva Dzuma, e le mie truppe si sono impegnate così generosamente che vi hanno perduto 120 uomini. Credo dunque di aver dimostrato, unitamente alle mie truppe, di esser animato di buona volontà a da spirito di abnegazione. Ma nel caso attuale ho creduto di dover esporre le ragioni che, a mio credere, consigliano, anche nell’interesse generale di abbandonare i progetti dei quali il tenente colonnello Gilbert mi ha parlato … Io mi rendo perfettamente conto della necessità nella quale codesto Comando si trova di raccogliere il maggior numero possibile di truppe per la manovra che intende di eseguire, ma mi sembra impossibile estendere senza pericolo il fronte attualmente tenuto dalla 35° Divisione italiana. Ciò si potrebbe fare in un sol caso, e cioè quando codesto Comando mi autorizzasse a sopprimere i posti avanzati alle falde del Belesa che, data la intensa attività che il nemico dimostra da qualche giorno, le notevoli forze che ha evidentemente spostato in base e le numerose batterie che hanno eseguito recentemente tiri di inquadramento, e sono pronte ad aprire il fuoco, costituiscono una debolezza per noi, ed una fonte di facili successi per l’avversario. Soppressi tali posti, con le 18 compagnie rese disponibili io potrei assumermi il compito della difesa dell’intero fronte, dal Lago di Butchova al Lago Dojran, anche se il nemico muovesse all’attacco con forze di una certa entità”.
16 settembre Il 15° Reggimento di fanteria Lom arriva a Lerin.
16 settembre Comunicato dell'Esercito d'Oriente da notizie della vittoria dei serbi: “tra lo Struma il Vardar violento cannoneggiamento e scaramucce ai piedi dei monti Belas e nei dintorni di Masciukcivo. Progrediamo nella regione Vetrenik-Kajmakcalan. I serbi seguono rapidamente il nemico in rotta all'ovest del lago di Ostrovo. Essi traversarono il fiume Brod a dieci chilometri da Florina. Si impadronirono in totale di 32 cannoni. I franco-russi oltrepassarono le linee delle colline di Malareka progredendo vittoriosamente nella regione di Florina. Nostri aeroplani bombardarono Monastir”.
Un comunicato tedesco dal fronte macedone dice: “dopo aver perduto le colline di Malka Nige le truppe bulgare occuparono una nuova linea precedentemente preparata. Reiterati attacchi serbi contro il fronte della Mogleniza non riuscirono. All'est del Vardar niente di nuovo”.
17 settembre I bulgari scendono dai monti Beles contrattaccano causando numerose perdite alle truppe italiane: 6 ufficiali e 180 uomini del II/62° Reggimento fanteria non hanno risposto all’appello. I nostri essendo molto lontani dalla linea di difesa opposta una prima resistenza sono costretti ad indietreggiare. Nel frattempo le divisioni inglesi e francesi collocate tra il lago di Doiran e il Vardar eseguono azioni tattiche locali. Dalla metà di settembre alla metà d'ottobre l'offensiva alleata in Macedonia, sospesa quattro volte, riprende altrettante volte (23 e 26 settembre, 6 e 14 ottobre), ma fallì sempre.
17 settembre rapporto italiano sull'attacco bulgaro “17 settembre ore 3,30 delineatosi attacco nemico sulla sinistra nostra occupazione avanzata Poroj alto. Pomeriggio altro violentissimo attacco. Tiri artiglieria nemica intensa. Lungo e accanito combattimento e inteso bombardamento. Ripiegamento effettuato su linea ferroviaria da 2 Compagnie sinistra 6 ufficiali e 180 uomini 62° Reggimento fanteria non hanno risposto all’appello.
17 settembre A Kajmakcialan dopo un pesante bombardamento, i serbi decidono di attaccare con il favore dell’oscurità le prime line bulgare. Conquistano la prime trincee.
17 settembre A Lerin (Florina), l’artiglieria francese inizia a bombardare le posizioni bulgare. Per 5 giorni i francesi effettuano attacchi di fanteria supportati da una brigata russa.
17-18 settembre Una lettera da Salonicco: “i tedeschi attaccarono i servi ben 18 volte e ogni attacco fu uno scacco. I tedeschi, tentando di prendere i serbi alle spalle, facendo entrare in azione la cavalleria. Una divisione serba la contrattaccò alla baionetta. Ne seguì una lotta vivissima che durò tre ore, e nella quale gli ufficiali serbi dettero esempio di nobile coraggio. Finalmente la cavalleria tedesca fu in parte sterminata”.
Una lettera diretta da un corrispondente inglese a Londra a proposito dei successi serbi nella zona di Kajmakcialan, Florina e Brod dice: “il Generate Cordonnier, comandante in capo delle truppe alleate in· questo settore, mantenne il massimo segreto sulla direzione dell'attacco sino all'ultimo, col risultato che, malgrado le loro numerose spie, i bulgari nulla seppero delle forze che loro stavano contro e, sorpresi dal vigore dell'offensiva, volsero in fuga demoralizzati. II generale Cordonnier decise di circondare Florina, dividendo le sue forze in tre colonne che dovevano raggiungere la città con movimento avvolgente, mentre i francesi dalla loro base ed i russi da Verria movevano anch'essi verso la stessa direzione. lntanto i serbi sloggiavano i bulgari dalle alture vicino a Ekscisu e Petrsko, incalzati dai russi. Sconfitti dai francesi, a Belkamen (a sud di Florina), battuti dai serbi sul passo di Kilider¬bend (a nord di Ekscisu), i bulgari si ritirarono verso Baniza. Ma il generale Cordonnier, facendo avanzare l'artiglieria leggera, aprì un fuoco così violento sulle colonne in movimento che Ia ritirata divenne fuga. L'ala sinistra degli Alleati ha ora occupato Ia linea Kenali-Brod. I serbi, muovendo da Ostrovo, respinsero il nemico al di là del fiume Cerna e passato il fiume a Brod, entrarono a Morihovo (a nord-est di Monastir). Ora i serbi continuano ad avanzare a nord di Monastir Ia cui Caduta è questione di giorni, forse di ore. I volontari greci, sotto il colonnello Gravani, parteciparono al combattimento di Ekscisu guadagnandosi le lodi dell'ufficiale francese comandante della divisione”.
Ma un corrispondente di guerra, a proposito della prossima, facile conquista di Monastir con grande intuizione, avverte: “E sarebbe imprudente attendere a breve scadenza Ia riconquista della capitale macedone. I bulgaro¬ tedeschi l'hanno fortificata e la loro resistenza sarà certamente tenace per cui non è da escludere che Ia guerra manovrata, che ha ripreso con fortuna su questa settore del fronte balcanico possa anche tornare a mutarsi in guerra di posizioni, d'altra parte, restando sempre nel campo delle ipotesi è possibile che I'ala destra serba, da cui fu conquistato il gruppo montagnoso del Kaimakcialan, possa compiere una mossa avvolgente attaccando sul fianco sinistro i difensori di Monastir, oppure spingendosi sulle loro retrovie. Mancano, naturalmente, molti elementi di giudizio, ma la possibilità della manovra alleata sulle retrovie bulgare non può essere negata a priori e basta tale possibilità per dare alle prossime operazioni vivissimo interesse. Si hanno oggi notizie precise sulla distribuzione delle forze alleate sulla fronte macedone. II settore che va dal lago di Prespa alla catena montagnosa di Nige, ossia sino a nord del lago di Ostrovo, è occupato da truppe miste franco russo-serbe; Ia regione centrale del il lago di Doiran è affidata alle truppe italiane, britanniche ed altre formazioni alleate di cui non si fa il nome; il settore orientale dello Struma e interamente tenuto da truppe britanniche. Nel settore dinanzi a Monastir, le truppe franco-russe combattono all'ala sinistra, che costituisce il perno della conversione offensiva operata con energia dalle truppe serbe. Il terreno oltre il fronte attuale della battaglia è tagliato da numerosi torrentelli, su cui i bulgari, appoggiandosi da una parte alle montagne occidentali e. dall'altra al fiume Cerna, possono offrire una resistenza accanita prima di abbandonare Monastir. Ma rimane a vedere se i serbi dispongano di forze sufficienti per minacciare efficacemente il fianco bulgaro. Tutto fa prevedere che gli avvenimenti sui fronte macedone andranno assumendo una importanza sempre maggiore; ma le circostanze in cui si e imperniata la battaglia per la riconquista di Monastir bastano per spiegare Ia relativa lentezza con cui ha dovuto iniziarsi e svolgersi l’offensiva generale dell'esercito di Salonicco. II generale Verraux esamina oggi i possibili scopi dello sbarco italiano in Epiro, Ie cui mire strategiche debbono a suo parere, avere come asse Ia strada che guida a Koritza. II critico vi scorge Ia promessa di eccellenti manovre”.
18 settembre L’ala sinistra serba arriva a pochi chilometri da Florina. Il passo di Gornichevo e il villaggio di Banitza sono riconquistati. Nella ritirata frettolosa i bulgari abbandonano numerosi cannoni e molto materiale da guerra: scatole di proiettili, elmetti, cappotti, fucili spezzati, munizioni-sacchetti, ecc. da notare è l’importante supporto logistico che i reparti motorizzati inglesi fornirono all’avanzata serba: vennero impiegati 100 camion da 30 q. l’uno.
18-19 settembre Un reparto italiano è attaccato dal nemico che ottenne un facile successo. La 35° Divisione deve affrontare una divisione bulgara su 6 reggimenti e, a sinistra, si era riunita un’altra divisione bulgara su 4 reggimenti; entrambe le divisioni bulgare sono fornite di numerosa artiglieria.
19 settembre Continuano a Kajmakcialan gli scontri tra serbi e bulgari. La Divisione Drina conquista la vetta, ma deve poi ripiegare a causa del contrattacco bulgaro. Nei 4 giorni successivi entrambi gli schieramenti conquistano, perdono e riconquistano la vetta più volte
19 settembre 2 Squadroni di cavalleria bulgara contrattaccano i franco-serbi nella zona di Florina. Sono spazzati via dalle mitragliatrici e il loro giovane capitano è ucciso. A circa 1.000 m i cavaglieri, disposti in linea diagonale, vengono investiti da una pioggia di proiettili da fucili e mitragliatrici; non avrebbero mai potuto vedere le truppe che erano stati inviati ad attaccare. Ciò che rimane dei due squadroni si sfilaccia in una linea che è diventata sempre più frastagliata fino a che i pochi superstiti ritornano a Vrbeni.
20 settembre Dal libro « The Story of Salonich Arrny », del giornalista inglese Ward Price: “Il primo incontro tra gli italiani e i bulgari è terminato non trionfalmente, ma con tutti gli onori da parte delle armi italiane.”
20 settembre Dal bollettino del Comando Supremo italiano: “Sulle pendici « meridionali dei M. Beles, rilevanti forze bulgare, appoggiate da intenso fuoco d'artiglieria, attaccarono i nostri piccoli posti avanzati fra Poroy alto e Matnica. Arrestato l'impeto dell'avversario, i nostri, sostenuti dalla tenace difesa di retroguardia, ripiegarono ordinatamente sulla ferrovia da Doiran a Demir-Hissar.”
21 settembre Cadorna, sempre contrario e convinto che un allargamento della zona occupata nell’Epiro settentrionale avrebbe trascinato l’esercito in nuovi pericoli con necessità di ulteriori soldati, spiega a Sonnino: “io avevo consentito a concedere una brigata di fanteria in rinforzo alla 35° Divisione in Macedonia, ma avvertivo – come di dovere – che l’invio avveniva con qualche nostro sacrificio stante la non larghezza di riserve; e se mi acconciavo alla richiesta del generale Joffre era soltanto in prospettiva dei vantaggi militari che, per la comune causa, erano da attendersi da una intensificazione delle operazioni in Macedonia. Ma se, per ragioni a me non cognite, il Governo non crede di autorizzare l’invio della brigata a Salonicco, io non sollevo difficoltà ad acconsentire che la brigata sia mandata a Valona per le nuove occupazioni che siano ritenute necessarie ai fini politici”.
Sonnino scrive agli ambasciatori: “aggiungasi che la condotta del Comando Supremo a Salonicco che sembra volta molto più a mescolarsi delle faccende interne della Grecia che non alla guerra al nemico e al soccorso dei romeni, è poco atta a far mutare consiglio..” “…desiderano e sperano che l’Italia porti il suo almeno a tre divisioni. Ho risposto che non avevo molta fiducia nel Comando in Capo a Salonicco che si occupava di fare della politica o greca, o panserba, o albanese più che della guerra efficace alla Bulgaria…”
22 settembre La Reuter al riguardo delle eroiche azioni degli italiani in risposta al contrattacco bulgaro del 18 sui monti di Belas così scrive: “con I'evidente scopo di vendicarsi della perdita di Masciukovo, i bulgari attaccarono il giorno 18 sul fronte del villaggio di Poroj, ove si trovava un piccolo reparto italiano. Secondo· informazioni qui ricevute gli italiani si batterono da eroi. Lungi dal ritirarsi dinanzi a forze superiori decisero di resistere ad oltranza, il combattimento continuò dalle ore 2 del pomeriggio fino a notte. Alle 8 di sera s'udivano tra il crepitare delle mitragliatrici le grida di Avanti Savoia! Viva l'Italia”.
25 settembre Un comunicato francese così parla degli scontri del 22/23/24 settembre che, di fatto, non portarono a importati modifiche del fronte: “sulla riva sinistra dello Struma gli inglesi, continuando il loro raid, operarono un riuscito attacco su Jenimah, (a nord del lago di Tachino). Un reparto francese, operando alla loro destra, prese alla baionetta una trincea e fece prigionieri. Dal lago di Doiran al Vardar Ia nostra artiglieria si mostrò attivissima. ll bombardamento energico di Doiran provocò un incendio. L'avanzata delle nostra ala sinistra continua su tutta Ia linea. Nella linea del Brod i serbi raggiunsero Ia cresta di frontiera a nord di Krusogradi. A nord-est di Florina Ia fanteria francese occupò le prime case di Petorak dopo vivo combattimento ed effettuò una leggera avanzata a nord di Florina. A nord di questa citta i russi espugnarono Ia quota 916, potentemente organizzata dal nemico. In questa regione un contrattacco bulgaro arrestato d i nostri fuochi di artiglieria, è stato respinto alla baionetta dai franco-russi. A sud-ovest di Florina un reparto francese di sorveglianza, impegnò a sud del lago di Prespa vivi scontri con pattuglie bulgare venute da Bilklista”.
25 settembre Nota del Generale Porro sull’attacco bulgaro del 18 settembre: “il Generale Petitti di Roreto, da buon soldato come è (e seguendo le direttive che gli ho impartito) ha dimostrato e continuerà a dimostrare verso il Comando in capo dell’esercito alleato tutta la maggiore buona volontà, sicuro come è dei sentimenti di abnegazione e di cameratismo delle sue truppe, per agire nel miglior modo secondo gli ordini che riceverà; ma io non debbo nascondervi che sarebbe di grande soddisfazione se la divisione italiana potesse presto essere messa in condizioni di meglio dimostrare tutta la sua efficienza e lo spirito militare di cui è animata.”
26 settembre Il generale Petitti di Roreto non cela un ulteriore malcontento nell’informare che la nostra Divisione aveva dinanzi una Divisione bulgara su 6 reggimenti, che truppe francesi alla nostra sinistra erano state improvvisamente ritirate, che proprio davanti alla nostra sinistra si era riunita un’altra Divisione Di tutto ciò il generale Petitti di Roreto informa nei due giorni successivi il Capo di Stato Maggiore a Roma. I francesi informati delle lamentele del generale Petitti, ripongono tramite il loro Ufficio Militare francese a Roma che spiega la risposta di Sarrail al generale Cadorna: “la 35 Division italienne a relevé (sauf sur un front d’un kilomètre environ qui a été passé à l’armée anglaise) la 57 Division et une brigade de la 17 Division coloniale. Cette dernière brigade est restée momentanément en réserve à proximité, pendant l’installation de la 35 Division et elle n’a été envoyée dans la Macédoine occidentale qu’après que la 35 Division a été renforcée par les batteries françaises et qu’elle a évacué les villages du pied du Mont Belec, qui étaient occupés par 12 compagnies italiennes. Le général Sarrail a fait prévenir de ce mouvement le général Petitti di Roreto par le lieutenant colonel italien qui est détaché au Quartier Général Franais. Ultérieurement dans un entretien très amicale au cours du quel le général Sarrail a mis le général Petitti di Roreto au courant de l’ensemble des opérations, ce dernier ne lui a pas caché qu’il trouvait en l’air et qu’il avait signalée cette situation au Grand Quartier Général Italien. A la suite de cette conversation, le général Sarrail a écrit au Général Petitti di Roreto pour lui préciser la situation, lui signaler la diminution des forces ennemies devant son front, et lui faire part de sa conviction que la belle 35 Division serait toujours à l’hauteur des circonstances…. En outre le Général Petitti di Roreto, qui a pu constater la diminution des effectifs bulgares sur son front, estime maintenant que sa situation sera complètement assise s’il peut disposer, pour se fortifier, d’un délai de huit jours. Le Général Sarrail rend une fois de plus hommage à l’esprit de camaraderie qu’il a trouvé chez le commandant de la 35 Division qui, de son coté, a été fort étonné de l’importance qui a été donné au compte-rendu qu’il a fait au Grand Quartier Général Italien.… Donc il résulte de ces renseignement et de ce que je vous ai adressé précédentement, que, si le général Sarrail a confié un front défensif assez étendu à la 35 Division, c’était pout se ménager la possibilité de concentrer dans la zone offensive le maximum des moyens il l’a fait en prenant toutes les précautions nécessaires. Le général Sarrail ne juge pas indispensable d’avoir une réserve entre la Strouma et le Vardar ; au contraire, les renforts que les bulgares prélèvent sur le front à l’Est du Vardar et dirigent sur Monastir l’obligent à porter vers cette dernière région toutes les forces qu’il lui est possible de retirer sur le reste du front. “
26-27 settembre Bollettino serbo: . “durante i combattimenti impegnati contro il Kajmakcalan i bulgari anno potuto prendere piede in alcuni punti delle nostre trincee soltanto al prezzo di gravi perdite. II morale delle nostre truppe è elevatissimo. Avendo i bulgari ricevuto nuovi rinforzi, attaccarono Kaimakcialan. I combattimenti, che sono in corso, hanno un carattere particolarmente accanito. Nostri piccoli posti hanno ripiegato nelle loro trincee. II colonnello Stoicic, comandante di una brigata, è rimasto ferito. Più a sinistra le truppe serbe nonché le forze franco-russe hanno respinto tutti gli attacchi sui I oro rispettivi fronti. Un ufficiate e 50 bulgari si sono arresi”. L’attacco bulgaro e la conquista di alcune trincee serbe venne enfatizzato dalla stampa tedesca, ma in realtà rappresenta per i bulgari una perdita di truppe fresche senza ottenere risultati apprezzabili.
27 settembre Un comunicato tedesco invece dice: “In Macedonia furono ottenuti nuovi vantaggi ad est del Iago di Prespa. Respingemmo attacchi nemici ad est di Florina. Ieri Ie truppe bulgare attaccarono e respinsero il nemico sul Kaimakcalan.
27 settembre Di notte, i bulgari effettuano 4 contrattacchi contro le truppe serbe a Kaimakcalan, ma con modesti risultati.
29 settembre Un comunicato bulgaro dal quale si conferma la relativa mancanza di attacchi di fanteria che caratterizza la fine del mese: “nel settore di Florina debole fuoco di artiglieria. Sulle alture di Kaimakcalan vivo cannoneggiamento. Abbiamo respinto un attacco notturno del nemico e con un contrattacco abbiamo occupato una trincea della sua posizione principale. Nella valle della Mogleniza debole fuoco di artiglieria e lotti di mine·. Sulle due rive del Vardar e presso i monti di Belas vi è calma. Sul fronte della Struma debole fuoco di artiglieria e scontri di pattuglie. Lungo il litorale del Mar Egeo si notano incessanti crociere della flotta nemica”.
29 settembre Di notte, 2 brigate di una divisione e la 29° Brigata della 10° Divisione Irish attraversano lo Struma sopra il ponte di Orliak e alle 8 di mattina i Gloucesters e Cameron Highlanders prendono senza grandi difficoltà di Karadjakeui-bala.
30 settembre A metà mattina, gli inglesi conquistano il villaggio di Karadjakeui-zir. Il contrattacco di un reggimento bulgaro è respinto dall’artiglieria pesante alleata il cui posto di osservazione permette una perfetta visuale di tutta l’area.
30 settembre Un comunicato inglese: “in Macedonia bombardamento intermittente su alcuni punti del fronte. Non si segnala nessuna azione di fanteria. Nostri aeroplani da bombardamento hanno lanciato numerosi proiettili su Prilep. Un altro ha bombardato Sofia ed ha poi proseguito per Bucarest ove ha felicemente atterrato”.
30 settembre Un comunicato francese: “sui fronti dello Struma e di Doiran attività abituale reciproca di artiglieria e di pattuglie, Sul fronte dello Struma i nostri marinai bombardarono e dispersero una colonna nemica a est di Neohori e gli aeroplani navali bombardarono Ia stazione di Angista”.
30 settembre I serbi, dopo un potente fuoco di artiglieria che fa strage nelle difese bulgare, si gettano all'attacco del Kaimakcialan che viene completamente conquistato dopo una battaglia così accanita che il terreno attorno alla vetta è ricoperto di cadaveri.
Un corrispondente descrive Kajmakcialan: “mortai, bombe a mano e baionetta sono state le armi che hanno lavorato la macellazione Kajmakcialan, e così ferocemente furono usate che i feriti serbi raggiungevano le ambulanze con pezzi rotti di coltelli e baionette nei loro ferite. Piccoli mucchi di morti erano in ogni canalone, dietro ogni gruppo di rocce, non mezzo sepolto nel fango o parzialmente coperto dalle rovine di una trincea franata, ma messo come gli uomini addormentati sulle pietre. Non solo per pochi giorni, ma per settimane, bulgari morti giacevano lì, conservati nella parvenza di vita grazie all'aria di montagna fredda, guardando con calma, occhi ciechi, il campo di battaglia che un tempo era stata teatro di passione e di attività selvaggia. Alcuni ancora tenevano nelle loro dita irrigidite la benda che proteggeva una ferita quando la morte li ha presi; un uomo teneva in mano una pezzo di pane. Alcuni non avevano alcun segno di ferita. Devono essere stati uccisi dalle schegge delle bombe, probabilmente di notte, mentre aspettavano l'alba per iniziare a combattere ancora una volta. In altri luoghi vi erano corpi di serbi e bulgari assieme uccisi dalla baionetta. Eppure, nessuno dei soldati morti ha negli occhi la traccia di un'espressione di rabbia o paura. Dormivano spassionatamente, con calma, come se trovare nella morte il resto e il rilascio dalla sofferenza che la guerra aveva così severamente loro negato”.